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Gli afidi, per il melograno, sono tra i parassiti più problematici, in quanto imbrattano la nuova vegetazione e impediscono la regolare formazione dei frutti. Per eliminarli, quindi, da questo particolare albero, bisogna agire per tempo. Com’è ovvio, per farlo, è bene usare i prodotti consentiti in agricoltura biologica e, soprattutto, prestare molta attenzione alla biodiversità, così da favorire la presenza degli insetti utili.
In quest’articolo vediamo quali sono le specie di afidi del melograno, quali danni provocano all’albero e le strategie di difesa biologica più efficaci.
Come eliminare gli afidi dalle piante ►
Quali sono gli afidi del melograno
Quando parliamo di afidi, parliamo di una superfamiglia d’insetti (Aphidoidea) facente parte dell’ordine dei rincoti (Rhyncota). Le specie che interessano il melograno sono sostanzialmente due, ovvero l’afide del melograno ( Aphis punicae e l’Aphis gossypii un afide polifago, che attacca numerose colture ortive, da frutto e ornamentali.
Il seguito della trattazione è pertanto dedicato alla specie tipica di afide del melograno, la quale è detta monofoga, ovvero che vive esclusivamente a spese dell’albero di melograno.
Descrizione dell’Aphis punicae
Gli afidi del melograno si presentano sulla vegetazione della pianta in due forme differenti, che identificano in pratica lo stadio di vita dell’insetto. Nello specifico, abbiamo due forme: emattera virginopara e alata virginopara. La prima forma è quella dello stadio giovanile dell’insetto, di colore verde-giallastro, tendente talora al giallo ocraceo, con tegumento finemente reticolato e ricoperto di fine polvere cerosa. La seconda forma è quella adulta e alata, con insetti dotati di ali, dal capo e dal torace nerastri e addome verdastro.
Ciclo di vita
L’afide del melograno è presente in tutta Italia, con una maggiore pressione nelle regioni meridionali. Svolge un solo ciclo di vita, chiamato olociclo.
La fondatrice della colonia nasce alla ripresa vegetativa sulla pianta ospite e inizia a formare la sua discendenza di fondatrigenie che colonizzano i germogli. Queste originano le virginopare, che raggiungono la massima popolosità nel periodo della fioritura. In estate, con il caldo, la popolazione afidica cala, e sulla pianta rimangano pochi individui atteri. In novembre appaiono gli anfigonici (femmina attera e maschio alato), i quali depongono un uovo durevole su un rametto, chiudendo il ciclo annuale dell’afide.
Danni dell’afide alla pianta di melograno
Gli afidi sono ben individuabili sui melograni in quanto formano delle vere e proprie colonie. Queste colonie afidiche sono visitate dalle formiche, le quali contribuiscono alla loro crescita e al loro diffondersi. La colonizzazione principale avviene sui nuovi germogli, specie nella pagina inferiore delle foglie. L’infestazione si allarga ai bottoni fiorali, quindi ai fiori aperti e infine ai frutti in fase di formazione.
I danni diretti sul melograno che derivano dall’infestazione di afidi sono: il deperimento vegetativo, la cascola prematura dei fiori e l’avvizzimento dei giovani frutti.
Come danni indiretti, c’è la produzione di melata che imbratta la vegetazione, a cui spesso segue la presenza di fumaggine.
Come prevenire gli afidi del melograno
Gli afidi danneggiano in modo profondo gli alberi di melograno, che pure sono rustici e resistenti. Sono le stagioni con primavere piovose quelle più favorevoli a questo parassita, quelle asciutte e calde lo sono molto meno. Risulta quindi importante effettuare una corretta gestione delle piante, con adeguati interventi di potatura del melograno, che tengano la vegetazione più arieggiata. Auspicabile è anche gestire il terreno con l’inerbimento, ovvero evitando le lavorazioni nel frutteto. Il campo inerbito stimola infatti la presenza degli insetti antagonisti.
Insetti utili contro gli afidi del melograno
Nel nostro ecosistema abbiamo la fortuna di avere le coccinelle, che sono grandi divoratrici di afidi. In particolare, la coccinella antagonista dell’afide del melograno è la classica Adalia bipunctata. Queste coccinelle sono in grado di mangiare fino a 100 afidi al giorno. Se presenti sul nostro terreno, non ci saranno troppe difficoltà a mantenere il naturale equilibrio tra parassita e antagonista.
Se la coccinella non è insediata nel frutteto in modo naturale, si può pensare a una sua introduzione artificiale. Sono molte le biofabbriche che distribuiscono gli insetti in appositi contenitori. Questi, una volta sul posto, vengono aperti rilasciando l’insetto utile nell’ambiente. Facendo una scelta del genere, bisogna però assumersi l’impegno di non usare pesticidi, in modo da garantire la biodiversità all’ecosistema, e, quindi, il gradito aiuto delle coccinelle.
Rimedi biologico contro gli afidi del melograno
Purtroppo, non sempre le condizioni ambientali sono favorevoli alla biodiversità e al controllo naturale del parassita, per cui alle volte bisogna intervenire, e bisogna farlo con prodotti consentiti in agricoltura biologica.
Contro l’afide del melograno, se l’infestazione è elevata, si consiglia d’intervenire quindi con prodotti a base di piretro naturale (alcuni adatti li trovate qui). Questi “insetticidi biologici” hanno un ottimo potere abbattente. È ovvio, però, che non bisogna usarli se sul terreno sono presenti le coccinelle.
Dopo il trattamento con il piretro, è buona norma lavare la vegetazione, in modo da eliminare fumaggine e melata. In questo caso il prodotto migliore è il sapone potassico molle, che ha grande proprietà pulenti (se lo cercate, potete trovarlo qui).