La processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea) è un insetto appartenente all’ordine Lepidoptera, famiglia Thaumetopoeidae. Si tratta di un parassita molto simile alla più nota processionaria del pino, soprattutto allo stadio di larva (bruco). Anche la processionaria della quercia infatti, provoca gravi erosioni fogliari agli alberi e, con i suoi peli urticanti, rappresenta un pericolo per l’uomo e gli animali. La lotta a questo tipo di insetti è resa obbligatoria dal D.M. 30/10/2007 e per fortuna si può attuare con interventi meccanici e prodotti consentiti in agricoltura biologica.
In quest’articolo vediamo le caratteristiche della Thaumetopoea processionea, i danni che provoca agli alberi di quercia, quali sono i rischi per l’uomo e quali le strategie di difesa biologica.
Descrizione della Thaumetopoea processionea
La Thaumetopoea processionea nella forma adulta si presenta come una farfalla di medie dimensioni, con 35 mm di apertura alare.
Le antenne sono filiformi nella femmina e pettinate nel maschio.
La regione frontale del capo ha un evidente rilievo arrotondato, una sorta di pallino. Le ali anteriori sono di colore grigio-scuro, mentre quelle posteriori grigio-giallastre, con sfumature sul margine interno.
Uova
Le uova sono di forma subsferica, appiattite ai poli e deposte in ovature numerose e di forma allungata, le quali sono ricoperte di squame grigiastre. Le dimensioni sono di 1 mm di diametro.
Larve
Il bruco della processionaria della quercia, ovvero la forma larvale dell’insetto, è di colore grigio-bluastro sul dorso, chiaro ai lati e ventralmente, con il capo nero lucente.
Dalla III età di sviluppo, sul dorso si formano dei cuscinetti vellutati (detti specchi), sui quali sono inseriti i peli urticanti affiancati da tubercoli forniti di lunghe setole grigiastre. L’aspetto è ancor più appariscente rispetto al bruco di processionaria del pino.
La dimensione varia a seconda dello sviluppo, e va dai 30 ai 40 mm di lunghezza.
Crisalide
La crisalide di Thaumetopoea processionea è di color giallo ocra, con cremaster fornito di due spine coniche a base larga e distanziate tra loro.
Si trova chiusa dentro un feltroso bozzolo di color giallo-brunastro.
Diffusione e piante ospiti
La processionaria della quercia si trova in tutte le regioni italiane, altrove è diffusa in Europa centro-meridionale e Russia. Come è intuibile dal nome volgare, è la quercia la specie arborea prediletta da questo parassita. Tuttavia, i bruchi si possono rinvenire anche su altri alberi posti vicino ai querceti, come nocciolo, castagno, faggio e betulla.
Danni agli alberi di quercia da parte della processionaria
Il danno agli alberi di quercia è dovuto all’attività trofica delle larve. Queste sono in grado di compiere estese erosioni fogliari, tanto da riuscire, nei casi d’infestazione più gravi, a scheletrizzare l’intera chioma.
I bruchi di processionaria sono attivi soprattutto di notte, quando si spostano in modo gregario in lunghe processioni.
In caso di forti infestazioni si possono osservare lunghe colonne di larve su tronchi e rami a formare veri e propri manicotti che avvolgono le piante quasi come una pelliccia grigiastra.
Le infestazioni agli alberi di quercia durano molti anni. Oltre al danno estetico si hanno deperimenti vegetativi e rallentamenti nella crescita nelle piante giovani. Tuttavia, a differenza della processionaria del pino, la processionaria della quercia difficilmente riesce a causare la morte dell’albero.
Pericoli per l’uomo e gli animali domestici
I peli delle larve di processionaria della quercia sono fortemente urticanti, si staccano facilmente dal corpo del bruco e, grazie alla conformazione ad arpione, penetrano facilmente nella pelle. Nell’uomo, causano gravi irritazioni cutanee e, nei soggetti sensibili, reazioni allergiche importanti. Stesso discorso per gli animali domestici o da pascolo che malauguratamente dovessero entrarvi in contatto.
Il rischio è dovuto anche al fatto che i nidi di processionaria della quercia si conservano per anni, lasciando sul posto i peli urticanti che le larve dismettono durante le mute o nella trasformazione in crisalidi.
Se le infestazioni sono estese, intere aree boschive rischiano di essere inagibili.
Ciclo biologico della processionaria della quercia
I nuovi adulti di processionaria della quercia sfarfallano in piena estate (luglio e agosto) e vivono pochissimi giorni, durante i quali si accoppiano. Le femmine riescono a deporre fino a 300 uova, che vengono letteralmente incollate ai rami.
Lo sviluppo embrionale si completa prima dell’inverno, ma le larve restano in diapausa tutta la stagione invernale. Fuoriescono a inizio primavera, quando la quercia inizia ad aprire le gemme.
Le larve adulte formano un nido enorme, lungo più di 1 m e largo 20-30 cm, il quale viene addossato al tronco o alla biforcazione delle branche più grosse. Nel nido le larve si riparano di giorno, per poi uscire di notte e compiere, in processione, massicce erosioni fogliari. Dopo 6 stadi evolutivi, le larve, agli inizi di luglio, si incrisalidano all’interno di un bozzolo, che può essere lasciato nel nido o ai piedi dell’albero. Dopo circa 1 mese sfarfallano gli adulti.
Variazioni delle popolazioni di Thaumetopoea processionea
La Thaumetopoea processionea compie dunque una sola generazione all’anno. Considerando un periodo più lungo, 3-5 anni, la processionaria della quercia è soggetta a grosse variazioni della popolazione, con aumenti e decrementi improvvisi, probabilmente dovuti ai cambiamenti climatici e a momenti favorevoli/sfavorevoli nella fuoriuscita delle larve. Capita infatti che queste escano dal “letargo” (diapausa) prima che gli alberi abbiano sviluppato la nuova vegetazione e che quindi muoiano di fame.
Precauzioni da tenere nelle aeree infestate
Nelle aree fortemente infestate da processionaria della quercia, facilmente individuabili osservando i nidi sugli alberi, occorre mantenere alcune precauzioni di sicurezza.
Per prima cosa, non bisogna avvicinarsi alle aree infestante, ad esempio portando in giro bambini o animali domestici.
Se non si è esperti, desistere dal tentativo di cercare di rimuovere i nidi.
Se abbiamo alberi di quercia infestati nelle prossimità dell’orto o del frutteto, lavare sempre accuratamente gli ortaggi e la frutta raccolti.
Infine, evitate di tagliare l’erba sotto gli alberi con decespugliatori o attrezzi simili, per non causare l’ulteriore dispersione di peli urticanti.
Cosa fare in caso di contatto con i peli di processionaria della quercia
Se malauguratamente si venisse in contatto con i peli urticanti di processionaria della quercia, bisogna capire che tipo di reazione ha il nostro corpo o quello dei nostri amici a quattro zampe.
La reazione più comune è quella di un semplice prurito con lieve arrossamento. In tal caso, basta lavarsi abbondantemente, capelli inclusi, e usare una pomata lenitiva sulla parte colpita. I vestiti dovranno essere toccati solo con i guanti, e messi a mollo nell’acqua per un po’, prima del passaggio in lavatrice.
Se il contatto è più importante e interessa le mucose (inalazione, ingestione, occhi) occorre recarsi immediatamente nel pronto soccorso più vicino, in modo da essere sottoposti a esami clinici e a tutte le contromisure del caso.
Come rimuovere i nidi di processionaria
La rimozione dei nidi di processionaria, sia essa del pino o della quercia, può essere effettuata solamente da personale specializzato, dotato di dispositivi di sicurezza personale adeguati (DPI) e di attrezzature professionali in grado di raggiungere i rami più alti dell’albero. Le operazioni si eseguono a fine estate sui nuovi nidi o in inverno sui vecchi. Una volta rimosso, il nido dovrà essere bruciato sul posto.
Come eliminare la processionaria delle querce
Tra i prodotti consentiti in agricoltura biologica, l’unico efficace contro la processionaria della quercia è il bacillus thuringiensis, var. kurstaki e aizawai, che, per fortuna, si trova facilmente nei negozi specializzati.
La cosa migliore, è eseguire l’intervento sulle larve giovani (di I e II età) a inizio primavera, cioè quando ancora non hanno sviluppato i peli urticanti. Su queste larve, inoltre, l’azione di questo bioinsetticida è più efficace.
L’operatore dovrà agire da terra, cercando di raggiungere con il getto d’acqua tutta la chioma dell’albero. Ovviamente, soprattutto su querce di grandi dimensione, andranno usate attrezzature adeguate, tipo atomizzatori a motore (tipo questi), capaci di generare un getto d’acqua consistente
Le larve che cadranno a terra nell’intervento primaverile non rappresentano un rischio, in quanto, come detto, sono ancore prive di peli urticanti.
Intervento tardivo
Tuttavia, a volte ci si accorge dell’infestazione in estate, quando le larve sono mature e ricoperte di peli. In questo caso, per il trattamento con bacillus thuringiensis è bene rivolgersi a una ditta specializzata. Dopo l’intervento bisogna isolare il posto per qualche settimana, in quanto c’è la possibilità di venire in contatto con le larve sì morte, ma ancora piene di pericoli peli urticanti.