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La Lavandula stoechas è una pianta appartenente alla famiglia delle Lamiaceae ed è comunemente conosciuta come lavanda selvatica, steca o lavanda di Spagna. Il nome della specie, stoechas, deriva dall’antica nomenclatura data dai Greci ad alcune isole vicino Marsiglia, le Isole Stoechades, dove questa specie erboristica cresceva rigogliosa.
Da sempre la pianta viene usata nella medicina popolare, in erboristeria e profumeria. Anzi, fino al diciottesimo secolo era la specie di lavanda più usata, anche se in seguito fu soppiantata dalla lavanda comune (Lavandula officinalis).
Si tratta di una pianta molto rustica che ben si adatta alla coltivazione in giardino. Conosciamone meglio le caratteristiche botaniche, le tecniche di coltivazione biologica, le proprietà e gli usi.
Descrizione della lavanda selvatica
La Lavandula stoechas è una specie perenne che si presenta come una piccola suffrutice sempreverde, di altezza variabile dai 30 ai 120 cm di altezza.
Il portamento dei fusti è eretto e il colore è grigiastro-glaucescente.
I rami sono lassi, densamente fogliosi, con disposizione opposta. Quelli giovani dell’anno hanno superficie tomentosa. Nella parte inferiore i rami lignificano, con la corteccia che appare screpolata e di colore bruno-rossastro.
La pianta di lavanda selvatica emana un forte odore aromatico, con il profumo che ricorda sia quello delicato della lavanda comune che del più pungente rosmarino.
Foglie
Le foglie sono opposte sui rami e sessili. Hanno superficie pubescente e sono ricche di ghiandole contenenti olio essenziale. La lamina fogliare è lineare-lanceolata, lunga 10-20 mm, con nervature reticolate nella pagina inferiore e margine revoluto sul bordo.
Fiori
I fiori della lavanda selvatica spuntano all’apice dei rami, riuniti in spighe di forma ovoidale lunghe dai 20 ai 35 mm. In genere, sono sormontati da 4 tipiche brattee petaloidi di colore violetto.
Il calice è gamosepalo, peloso-ghiandoloso, con 4 denti triangolari più 1 terminante in un’appendice obcordata. La corolla è di colore blu-violetto (in molte cultivar è rosa), con tubo peloso e ghiandoloso all’interno, con lobi arrotondati. Gli stami sono sessili, l’ovario supero con stilo a forma di capocchia di spillo.
Il periodo di fioritura varia molto a seconda della fascia climatica. Va da gennaio a giugno, ma di solito si ha in aprile-maggio.
L’impollinazione dei fiori è entomofila, ovvero operata dalle api e da altri insetti utili.
I fiori sono ricchi di polline e nettare, e ciò fa si che la pianta abbia una certa importanza in apicoltura.
Frutti
Il frutto è costituito da 4 nucule (tetrachenio) di colore marrone, circondate dal calice persistente. La piena maturità dei semi avviene di solito in giugno e luglio.
Habitat naturale della lavanda selvatica
La lavanda selvatica è una tipica componente della vegetazione mediterranea, diffusa nella macchia e nella gariga a cisto. Come specie pioniera è frequente nei terreni colpiti da incendi. Dove la vegetazione è più evoluta, invece, tende a regredire. La troviamo dal livello del mare fino ai 1000 m, soprattutto lungo le alture costiere, dove il clima si mantiene sempre mite.
In natura la steca cresce preferibilmente sui suoli acidi, più raramente in quelli calcarei.
Le varietà di Lavandula stoechas
A testimonianza di quanto sia amata e diffusa la coltivazione della lavanda selvatica vi segnaliamo alcune varietà messe a punto negli anni dai giardinieri esperti. Queste varietà si distinguono dalla specie tipo per via del portamento, il colore dei fiori, la forma delle foglie e altre caratteristiche ancora.
Tra le più note ricordiamo le varietà: Genghel, Regal Splendor, Rocky Road e Snow Man.
Come coltivare la lavanda selvatica
La Lavandula stoechas, oltre a crescere spontanea, viene coltivata come pianta ornamentale nei giardini. È una pianta rustica e di facile cura, ottima per la creazione di aiuole e bordure fiorite o per la creazione di siepi di piante aromatiche.
Si può coltivare anche in vaso.
Clima e terreno
La lavanda selvatica non patisce particolarmente il freddo, essendo in grado di resistere anche a temperature alcuni gradi sotto lo zero.
Tuttavia predilige i climi caldi tipici dei giardini mediterranei. È da sconsigliare la coltivazione in zone di pianura colpite da lunghi periodi di gelo.
Ama i terreni grossolani e sciolti che non causano ristagno idrico, con una buona dotazione di sostanza organica e con pH subacido. Soffre nei terreni argillosi e compatti che non drenano bene l’acqua.
Esposizione
La Lavandula stoechas è una specie eliofila, ciò vuol dire che ha bisogno di molta luce. Si consiglia di piantarla in pieno sole.
Tollera abbastanza bene il vento, anche quello salmastro, è dunque una coltura ideale lungo le coste.
La propagazione da seme
La riproduzione può avvenire innanzitutto da seme, che la pianta produce in abbondanza. Si tratta di semi di piccolissime dimensioni, che vanno interrati preferibilmente in autunno, utilizzando dei piccoli vasi riempiti in egual misura con terriccio e torba. I vasetti vanno tenuti riparati dal gelo e le giovani piantine curate in vaso per il primo anno. La semina si può fare anche a fine inverno, ma prestando più cura alla bagnatura del terriccio. I semi per iniziare una coltivazione li trovate nei negozi specializzati.
Talea
Altra tecnica di riproduzione della lavanda selvatica è la talea. Si usano preferibilmente porzioni terminali semilegnose, di 5-10 cm di lunghezza, prelevate tra luglio e agosto da rami non fioriti.
La radicazione va fatta in contenitori di 10-12 cm di diametro e avviene in 8-10 settimane con ottime percentuali di attecchimento. L’importante è mantenere il substrato sempre ben umido, la piantina al riparo dal sole diretto, e praticare periodiche nebulizzazione della parte aerea.
Il substrato ideale per effettuare la talea è quello composto da torba e perlite. All’inizio della primavera dell’anno successivo si potranno piantare le giovani piante di steca in giardino o in un vaso più grande.
Irrigazione
Come detto, la Lavandula stoechas è molto rustica e necessita di poche cure colturali. Per quanto riguarda l’irrigazione, si consiglia di intervenire solo in periodi di forte siccità e in ogni caso di evitare gli eccessi idrici.
Diverso è il discorso per le piante in vaso, che hanno bisogno di bagnature più regolari.
La potatura della lavanda selvatica
La lavanda selvatica risponde molto bene agli interventi di potatura, che si eseguono a fine inverno, prima della ripresa vegetativa.
Si possono tagliare i rami di consistenza semilegnosa, in modo che la pianta emetta nuovi getti dando origine a una chioma compatta e regolarmente distribuita.
Sulla vegetazione lignificata, le potature drastiche determinano un ricaccio più lento e a volte irregolare, ma la ripresa avviene senza particolari problemi.
Si sottolinea tuttavia che i tagli importanti vanno assolutamente evitati dopo la fioritura, pena mettere a rischio la sopravvivenza della pianta.
Malattie
Le piante di Lavandula stoechas coltivate possono essere attaccate da agenti patogeni fungini, specie al livello del colletto e delle radici. Tra le potenziali malattie fungine segnaliamo: Armillaria mellea, Macrophomina phaseolina, Rosellinia necatrix e Phytophthora sp..
Per prevenire i problemi di funghi è necessario evitare il ristagno d’acqua dovuto a irrigazioni eccessive. Attenzione altresì ad utilizzare del terriccio sano.
Parassiti
Per quanto riguarda i parassiti, la lavanda selvatica è suscettibile agli attacchi di: oziorrinco (apparato radicale), crisomela (foglie), mosca bianca (fumaggine), ragnetto rosso (foglie e fiori), afidi (foglie). Per i consigli sulla lotta biologica si rimanda agli approfondimenti relativi.
Proprietà e utilizzi della lavanda selvatica
In passato, la lavanda selvatica era rinomata per il suo eccellente olio essenziale, il quale veniva usato per diverse malattie. La pianta ha infatti proprietà espettoranti, antispasmodiche, lassative, disinfettanti e stimolanti. Oggi per questi usi è stato sostituito dall’olio essenziale di Lavandula officinalis, di facile produzione viste le enormi estensioni di lavanda coltivate.
L’olio di steca ad oggi viene prodotto in quantità più limitate in Spagna e Francia ed usato soprattutto in aromaterapia e in profumeria.
Anche la lavanda selvatica essiccata può essere utilizzata in piccoli sacchetti da mettere negli armadi per profumare la biancheria o come antitarme.