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Home » Piante e fiori » Carota selvatica

Carota selvatica. Raccolta, usi e benefici

Di Coltivazione Biologica 25 Febbraio 2020
32k

La carota selvatica (Daucus carota) è una pianta diffusa ovunque nelle nostre campagne. Con i suoi fiori bianchi ad ombrello è molto vistosa e riconoscibile. Attira gli insetti utili, ma è anche un’ottima trappola per i parassiti delle colture.
Non tutti sanno, però, che è anche ricca di proprietà benefiche e viene usata da sempre in fitoterapia. Sono diverse, infatti, le parti della pianta che si possono usare, anche in cucina in quanto commestibili.

Conosciamo allora tutti i segreti e i benefici di questa carota spontanea.

Identificazione della carota selvatica

La carota selvatica, nome scientifico Daucus carota, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia botanica delle Apiaceae o Ombrelliferae.
Da questa famiglia derivano le carote coltivate, sottospecie Sativus.

Origine del nome

L’origine delle denominazione botanica Daucus carota è greca. Il termine “carota” deriva dal greco Karotón. La prima parte del nome, invece, ha due interpretazioni:

  1. daucus=riscaldo, in riferimento alle proprietà “riscaldanti” della pianta;
  2. dakkos=pianta selvatica.

Come riconoscere la carota selvatica

Carota-selvatica
La carota selvatica è una pianta di tipo erbaceo, con ciclo biennale, ma che spesso s’instaura come pianta perenne. Ha un portamento eretto e cespuglioso, che le fa raggiungere altezze considerevoli, che vanno da 1 a oltre 2 m nei terreni più fertili. Vediamo come riconoscerla durante una passeggiata in campagna.

Foglie

Foglia-di-carota-selvatica
La pianta ha una grossa rosetta basale di foglie, da cui si ergono i lunghi fusti che terminano con lo scapo fiorale. In generale, le foglie sono picciolate e abbracciano i fusti partendo dalla base. Appaiono divise da un’evidente nervatura centrale, più marcata nelle foglie basali, meno in quelle apicali presenti lungo i fusti.
Sono composte da numerosi segmenti, lineari quelli delle foglie apicali, lanceolati nella parte basale.
Le foglie basali della carota selvatica sono quelle che si consumano, poiché più tenere e grandi.

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Fiori

Fiori-di-carota-selvatica
L’infiorescenza è l’elemento che rende riconoscibile la carota selvatica.
Si tratta di una tipica ombrella con le seguenti caratteristiche:

  • dimensioni variabili
  • brattee alla base la cui lunghezza non eccede mai il raggio dell’ombrella
  • ombrelline secondarie
  • fiori minuti e dal profumo delicato, zigomorfi e con 5 petali di colore biancastri-rosato.
  • fiori esterni all’ombrella di dimensioni maggiori.

A volte, al centro dell’infiorescenza a ombrella è presente un fiore sterile, con corolla di colore porporino scuro, quasi nero.
La pianta ha un lungo periodo di fioritura, che va dalla primavera (mese di aprile), all’autunno (mese di ottobre).
I fiori sono bottinati dalle api, per la consistente presenza di polline e nettare. L’impollinazione è dunque entomofila.

Semi

I frutti della carota selvatica, altro non sono che i semi (acheni). A piena maturità, che avviene in autunno, sono di colore bruno-rossastro; forma ovale-ellittica e hanno due ordini di coste longitudinali, uno con soli peli semplici, l’altro portante solo aculei.
Nel periodo della maturazione degli acheni, le brattee dell’infiorescenza tendono a chiudersi, formando una sorta di abbraccio protettivo. Così facendo, assumono un aspetto globoso all’ombrella.

Radice

La pianta è spontanea e ha una grossa radice fittonante e ingrossata, che scende verticale nel terreno. Si tratta di una radice commestibile, ma che tende, a maturità, a lignificarsi. A differenze della carota coltivata, che è arancione, la radice della carota selvatica è di colore giallo biancastro.

Dove crescono le carote selvatiche?

Queste carote sono spontanee e crescono un po’ in tutta Italia, dal piano fino ai 1.400 m di altitudine.
Vengono di norma considerate infestanti, e prediligono i prati soleggiati di campagna e le zone ruderali, ma anche i margini delle strade.

La carota selvatica nell’orto biologico

Avere delle carote selvatiche nell’orto è molto utile poiché si tratta di piante che fungono da trappola per diversi parassiti.
Le infiorescenze ad ombrella sono un’attrazione incredibile per le cimici, in particolare quelle rossonere.
Può dunque essere un’ottima idea quella di seminarne un po’ ai margini dell’orto, in modo da “distrarre” i parassiti dalla coltura principale di nostro interesse.
Come detto, poi, la carota selvatica attira le api, insetti fondamentali per l’impollinazione delle piante coltivate.

Costituenti

Nelle diverse parti della pianta di carota selvatica sono presenti molti elementi:

  • acetone
  • asarone
  • colina
  • etanolo
  • acido formico
  • saccarosio
  • glucosio
  • glutatione
  • asparagina
  • carotene
  • vitamine B1, B2, C, PP, E, D
  • provitamina A
  • vitamina C
  • sali minerali
  • pectine
  • glucidi

Proprietà della carota selvatica

La carota selvatica è da sempre usata in ambito fitoterapico. Viene indicata soprattutto per applicazioni sulla pelle e le sono attribuite le seguenti proprietà:

  • vitaminiche
  • rimineralizzanti
  • stimolatrici dell’apparato immunitario
  • oftalmiche
  • diuretiche
  • cicatrizzanti

Proprietà dei semi

Dai semi si ottiene un prezioso olio essenziale, benefico nei casi di psoriasi, eczema, dermatite.
Hanno, inoltre, proprietà diuretiche e digestive, che vengono sfruttate per la preparazione d’infusi.

Proprietà delle radici

Le radici vengono utilizzate dall’industria profumiera, per estrarre carotene e coloranti naturali.
Gli estratti, inoltre, entrano nella preparazione delle maschere di bellezza.
Altro uso delle radici è quella della preparazione di decotti, in grado di attenuare le infiammazioni dello stomaco e dell’intestino; stimolare la diuresi e depurare l’organismo
Importante è, infine, l’utilizzo nella preparazione di creme in grado di proteggere la pelle dalle scottature, impedendo l’azione negativa dei raggi ultravioletti.

La raccolta della carota selvatica

Come accennato le parti commestibili della carota selvatica sono le giovani foglie basali, le radici e i semi:

  • Le foglie basali si raccolgono in primavera, quando sono più tenere.
  • Le radici, invece, nel tardo autunno, quando sono abbastanza ingrossate.
  • I semi sempre in autunno, a piena maturazione (che si nota quando il fiore inizia a seccare).

Gli usi in cucina

La carota selvatica è molto apprezzata per le sue proprietà alimentari e trova diversi usi in cucina:

  • Le foglie si usano soprattutto in insalata.
  • Le radici si tagliano invece a pezzi e si fanno bollire. Si possono poi aggiungere alle minestre o condire con olio e.v.o, sale e limone.
  • Con i semi, oltre alla preparazione di bevande digestive, si possono fare degli ottimi liquori.
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1 commento

rosanna 16 Aprile 2020 - 15:15

Interessante sapere che quelle capocchie fiorite ai bordi delle strade o nei campi, siano una vera meraviglia della natura e che ci offre tante proprietà

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