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La Tanacetum balsamita è una pianta molto pregiata che appartiene alla famiglia botanica delle Asteraceae. È usata fin dall’antichità come aromatica e officinale.
Si coltiva spesso negli orti e viene ricercata da amatori e buongustai per via del suo sapore amaro ma gradevole e per l’aroma soave e balsamico delle foglie.
Può essere coltivata anche a fini ornamentali, vista la bellezza dei fiori. Il suo periodo di fioritura, inoltre, è prolungato e dura tutta l’estate.
Conosciamo dunque meglio la Tanacetum balsamita e vediamo come coltivarla nell’orto domestico. Scopriamo inoltre quali sono i suoi tradizionali usi in cucina.
Origine della Tanacetum balsamita
L’origine della Tanacetum balsamita viene fatta risalire all’Asia occidentale.
Oggi la si può trovare allo stato spontaneo anche nei paesi del bacino del Mediterraneo, nell’Europa continentale, in Nord-America e in Nord-Africa.
Il suo habitat preferito sono le boscaglie umide e i terreni freschi lungo i fiumi.
Altri nomi con cui è conosciuta la Tanacetum balsamita
La Tanacetum balsamita è conosciuta con diversi sinonimi scientifici, tra questi troviamo:
- Balsamita major
- Balsamita vulgaris
- Chrysanthemum balsamita
- Pyrethrum balsamita
Nel nostro paese, inoltre, ha anche diversi nomi volgari, a testimonianza della sua grande diffusione a livello regionale. I più comuni sono:
- erba di San Pietro
- erba amara
- menta romana
- erba buona
- balsamita
- erba caciola
- fritola
- erba della Bibbia
- costo
- menta greca
- erba Maria
- erba della Madonna
Caratteristiche botaniche della Tanacetum balsamita
L’erba di San Pietro è una pianta perenne, generata da una radice rizomatosa e strisciante.
Dal vigoroso rizoma si sviluppa un folto cespo, formato dalle foglie basali e da fusti eretti.
In altezza i fusti possono superare il metro.
Le foglie, di color verde pallido, hanno una caratteristica forma ellittica, con il margine dentato e un corto picciolo. Sono la parte aromatica della pianta di balsamita. Se strofinate, infatti, emanano un forte odore che ricorda la menta, dovuto all’elevato contenuto di olio essenziale.
Fiori
I fiori della Tanacetum balsamita si sviluppano all’apice dei fusti. Sono riuniti in infiorescenze a capolino di color oro.
Se la pianta si sviluppa in pieno sole, il capolino può formare fiori ligulati esterni, bianchi, molto simili alle margherite.
La fioritura avviene in primavera inoltrata. Tradizione vuole che la pianta fiorisca il 29 giugno, giorno di San Pietro, da qui uno dei tanti nomi comuni.
I fiori sono persistenti e durano per lungo tempo sulla pianta.
Come coltivare la Tanacetum balsamita
La coltivazione della Tanacetum balsamita è molto diffusa tra gli appassionati di piante aromatiche.
Esigenze pedoclimatiche
È una pianta rustica ed essendo perenne resiste bene al freddo invernale, quindi non ha grossi limiti rispetto al clima.
Attecchisce bene in tutti i tipi di terreno agrario, ma la sua radice rizomatosa predilige quelli fertili, di medio impasto.
Una buona concimazione organica favorisce il suo sviluppo vegetativo. Prima di iniziare a coltivarla, dunque, è bene lavorare in profondità il terreno e ammendarvi compost o humus di lombrico.
Riproduzione
La moltiplicazione dell’erba di San Pietro può avvenire per seme, per talea o per suddivisione dei cespi.
Quest’ultimo è il metodo consigliato, in quanto più facile da eseguire e di sicura riuscita.
La semina diretta non è molto diffusa, poiché i semi sono di difficile conservazione e hanno un basso grado di germogliamento.
La suddivisione dei cespi si può fare in primavera o autunno: si prelevano porzioni di pianta e si trasferiscono in uno spazio libero dell’orto o in un vaso.
Consigliamo di lasciare ampio spazio allo sviluppo della pianta, giacché è una perenne, e con il tempo e le giuste cure può diventare molto voluminosa.
Un altro modo per avviare la coltivazione dell’erba amara è l’acquisto di una piantina in un vivaio specializzato. La pianta da qualche tempo è piuttosto facile da reperire.
Cure colturali
Le cure colturali per crescere delle rigogliose Tanacetum balsamita consistono in periodiche sarchiature e frequenti annaffiatura estive. Con la prima tecnica teniamo l’erba di San Pietro libera dalle infestanti. Con le annaffiature estive, invece, proteggiamo la pianta dai lunghi periodi di siccità, che soffre molto. Inoltre, l’acqua consente la continua emissione di nuove foglie basali.
Altra accortezza è quella di asportare gli steli fiorali dopo la fioritura. Quest’ultimi infatti, con la loro vigoria, tendono ad esaurire i cespi della pianta.
Raccolta
Le foglie basali più tenere e odorose sono la parte pregiata della Tanacetum balsamita. La raccolta si protrae dalla primavera fino al tardo autunno, anche se il momento migliore è prima della fioritura.
Contenuto e proprietà delle foglie
Le foglie della pianta, oltre al prezioso olio essenziale, contengono principi amari, sostanze tanniche e lattoni sesquiterpenici.
Già in tempi antichi l’erba di San Pietro veniva usata per le sue proprietà medicamentose.
È un tonificante naturale, favorisce la secrezione biliare, è sedativa, antispasmodica, diuretica, carminativa. Il suo olio ha proprietà antibiotiche.
In genere, la pianta è usata sotto forma di tisane, infusi o decotti, soprattutto per alleviare le affezioni della cistifelia. Inoltre, è un ottimo digestivo, capace di contrastare sintomi di aerofagia e meteorismo, vomito, dolori all’intestino, bronchiti, raffreddori.
L’erba di san Pietro in cucina
L’erba di San Pietro è famosa per l’aroma delle sue foglie. Il gusto è sì amaro, ma molto particolare, e ricorda un mix tra la menta e il limone.
In Italia queste foglie si usano finemente tritate, per aromatizzare i piatti di carne e le minestre. Inoltre possono servire per preparare salse aromatiche speciali. Infine, vengono spesso usate come ripieno per torte salate e per preparare delle gustose frittate, in occasioni rituali come, ad esempio, il giorno di Pasquetta.
1 commento
Mi piacerebbe far parte della vostra coltivazione boologica