La mosca della carota, Chamaepsila rosae (Psila), è un insetto dannoso per l’orto e in particolare per la pianta di carote. È un parassita molto prolifico che, ove presente, può mettere a serio rischio il raccolto.
Sono le larve della mosca, dei veri e propri vermi del terreno, che producono i maggiori danni alle colture. In quest’articolo, vediamo come riconoscere la mosca della carota e qual è il suo ciclo biologico. Inoltre, osserviamo i danni che provoca alle piante e i modi per eliminarla e prevenirla con rimedi biologici.
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Descrizione della mosca della carota
La Chamaepsila rosaeè un insetto dell’ordine dei Ditteri, diffuso in tutte le regioni italiane.
Queste le sue caratteristiche morfologiche che ci permettono di riconoscerla quando è adulta:
- 4-5 mm di lunghezza
- capo bruno
- torace e addome neri
- zampe gialle, con tarsi più o meno scuri
- ali lunghe e gialle alla base, tenute sovrapposte in fase di riposo, a ricoprire tutto l’addome.
Uova di mosca della carota
L’uovo di mosca della carota si presenta così:
- 0,5-0,7 mm di lunghezza
- forma allungata
- colore biancastro
- finemente solcato in senso longitudinale
Larve di mosca della carota
Sono le larve della mosca della carota a provocare i danni alle colture. Questi vermetti hanno le seguenti caratteristiche:
- 6-8 mm di lunghezza
- colorazione bianco/giallastra
- forma allungata
- addome e torace ben divisi in segmenti
- denti neri e uncinati nella parte finale
Pupe di mosca della carota
Infine, le pupe mostrano invece le seguenti caratteristiche:
- 5 mm di lunghezza
- colore bruno/giallastro
- parte finale molto incrinata
Quali piante attacca la mosca della carota?
La Chamaepsila rosae infesta le piante appartenenti alla famiglia botanica delle Ombrelliferae.
Oltre alla carota, sono quindi a rischio di attacchi anche le coltivazioni di sedano, finocchi, aneto e prezzemolo.
Ciclo di vita
La mosca della carota sverna allo stadio di pupa rifugiandosi nel terreno o nelle radici delle piante precedentemente infestate.
A partire da aprile, quando le temperature iniziano a stabilizzarsi sopra i 12 °C, riemergono dal terreno le mosche adulte. L’uscita degli insetti adulti continua per qualche mese, vista una certa variabilità individuale delle pupe svernanti.
Dopo un paio di giorni dalla comparsa , avviene l’accoppiamento, a cui segue l’ovideposizione.
Una femmina può deporre 50-100 uova, che vengono rilasciate in modo isolato, a qualche cm di profondità nel terreno e vicino alla base delle piante ospiti.
Le larve nascono dopo circa una settimana e raggiungono la loro piena maturità in 35-40 giorni, attraversando tre stadi di sviluppo. Alla fine s’impupano di nuovo nel terreno per riavviare il ciclo.
In un anno solare la mosca compie fino a 3 generazioni (primaverile, estiva, autunnale) e ognuna dura 70-90 giorni.
I danni della mosca della carota
Le prime larve di mosca della carota, quelle primaverili, attaccano soprattutto le piccole radici delle piante, causando l’ingiallimento della vegetazione.
Quelle di seconda e terza generazione sono più aggressive e danneggiano la carota. Scavano delle grosse gallerie all’interno del fittone, che dopo l’attacco risulta immangiabile.
Sul sedano, l’attacco si concentra di più alla base delle coste, favorendo marciumi molli e disseccamento.
La gravità dell’infestazione dipende anche dallo stadio di crescita della pianta, messo in correlazione al ciclo di vita dell’insetto.
Le carote che vengono seminate in autunno e raccolte in primavera subiscono meno danni. Durante il loro ciclo di crescita, infatti, non ci sono larve attive.
Più suscettibili sono le carote seminate in primavera, che ingrossano la radice in concomitanza della maggiore attività delle larve.
Infine, le carote seminate in estate rischiano gli attacchi delle larve di ultima generazione, quelle che si chiude poi in tardo autunno.
Come prevenire la mosca della carota
Un’adeguata prevenzione agronomica è fondamentale per limitare i danni nelle zone dove vi è massiccia presenza di mosca della carota.
Se nel corso di una stagione si è subita un’infestazione, occorre far in modo di eliminare tutti i residui colturali dal campo, anche se inutilizzabili. Una buona idea è bruciarli, nel rispetto delle normative vigenti.
Bisogna poi applicare la rotazione colturale, evitando di coltivare le carote sempre nello stesso appezzamento di terreno.
Come eliminare la mosca della carota
Se l’infestazione è oramai in atto, non si può più agire in prevenzione ma bisogna correre ai ripari e rimediare. Il processo di eliminazione della mosca della carota si divide in due fasi: monitoraggio, che avviene tramite le trappole cromotropiche, e trattamento, che avviene tramite prodotti consentiti in agricoltura biologica.
Trappole cromotropiche
Per il monitoraggio e la cattura massale della mosca della carota conviene utilizzare delle trappole cromotropiche gialle simili a queste.
Si tratta di trappole che vanno collocate ai bordi del campo, magari montate su paletti di legno e inclinate di 45°.
È opportuno anche sistemarne qualcuna vicino gli anfratti di vegetazione spontanea, dove le mosche adulte tendono a rifugiarsi.
Se non volete acquistarle, potete costruirle da voi, artigianalmente, usando pannelli gialli e colla.
Oltre che per la Chamaepsila rosae, queste trappole sono utili anche per il monitoraggio di altri insetti volanti, come ad esempio la mosca della frutta o la mosca bianca.
Trattamenti biologici
Monitorando la presenza degli adulti è possibile colpire le larve giovani con un trattamento mirato. Tra i prodotti consentiti in agricoltura biologica, il più efficace contro la mosca della carota è l’azadiractina (il principio attivo del neem). Se si riesce a intervenire in primavera, sulla prima generazione, non avremo problemi nel prosieguo della stagione.
Questo prodotto non richiede il possesso del patentino per l’uso dei prodotti fitosanitari. Se avete problemi con questo parassita, l’azadiractina la trovate qui.