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La scolopendra è un piccolo animale velenoso, presente con svariate specie in tutto il mondo. Vive anche in Italia e può provocare forti dolori con il suo morso. Ha un aspetto preistorico, che la rende molto temuta, soprattutto quando si aggira per le nostre case. Il suo nome deriva dal greco antico σκολόπενδρα, con il significato letterale di millepiedi. Ed è proprio così che nell’immaginario collettivo pensiamo a questo animaletto invertebrato dall’aspetto minaccioso e con tante piccole zampette.
In quest’articolo vi faremo conoscere la specie di scolopendra più diffusa nel nostro Paese. Vedremo inoltre le sue abitudini di vita, i dolori che provocano le sue punture e come comportarsi in caso di morso.
Le specie di scolopendra
Scolopendra identifica un particolare genere di artropodi terrestri, della classe dei Chilopodi, famiglia Scolopendridae. Questo genere del regno animale comprende oltre 85 specie e sottospecie diverse, con dimensioni molto variabili, dai 3 mm ai 30 cm di lunghezza. La specie più grande al mondo è la famigerata Scolopendra gigantea, nota anche come centopiedi gigante. Per fortuna non è presente in Europa, ma vive nelle foreste tropicali dell’Amazzonia. Arriva a 30 cm e riesce a nutrirsi persino di piccoli mammiferi. La sua esportazione è severamente vietata dalle normative, ma purtroppo è oggetto di commercio illecito da parte degli appassionati di artropodi. Nel nostro Paese la specie più comune è la Scolopendra cingulata, detta anche Mediterranean Banded Centipede. Vive soprattutto nei paesi che affacciano sul Mediterraneo, dunque la sua presenza si estende anche al Nord Africa.
Visto che è la principale specie italiana, sarà oggetto della trattazione che segue.
La scolopendra cingulata
La scolopendra nostrana da adulta arriva mediamente a 10-15 cm di lunghezza. La colorazione è tipicamente bruno-giallastra, anche se prima di arrivare allo stadio adulto compie diverse mute di diverso colore. La forma risulta appiattita, con tutto il corpo ricoperto di placche dure composte da chitina (corazza) e collegate tra loro da membrane flessibili (snodabili). Il corpo della scolopendra è formato dal capo e un tronco suddiviso in ventuno segmenti. Sul capo, che è tondo, sono inserite:
- un paio di appendici sensoriali, le antenne;
- un gruppo di ocelli su ciascun lato, gli occhi;
- l’apparato boccale composto da tre paia di appendici boccali, le mandibole e due paia di mascelle.
Le zampe
Ciascuno dei segmenti del corpo porta un paio di zampe articolate a loro volta in 4 segmenti (di cui il prefemore munito di spine). Queste sono armate di piccole unghie all’estremità. Le zampe consentono alla scolopendra di effettuare un’ottima presa, sia sul terreno, che sulle prede. Le scolopendre sono molto veloci, riescono quasi a correre.
Le appendici del primo metamero del tronco (il primo paio di zampe) sono trasformate in forcipule velenifere, che la scolopendra utilizza sia a scopi offensivi che difensivi.
L’ultimo paio di zampe è più sviluppato degli altri ed è rivolto all’indietro. Questa caratteristica lo fa confondere con il capo, probabilmente per mandare in confusione le potenziali prede.
Ciclo di vita
La scolopendra è un animale con esemplari maschili e femminili separati, ma con un dimorfismo sessuale poco accentuato. L’inseminazione della femmina avviene in maniera indiretta, con le piccole uova che vengono deposte in gruppetti di 15-30. La madre le cure fino alla schiusa, che avviene circa un mese dopo la deposizione. I piccoli artropodi fuoriescono dal guscio in pratica già formati, in miniatura, con un numero definito di segmenti e zampe. Per diventare una scolopendra adulta è necessario il passaggio di circa 10 mute. Il periodo in cui questo animaletto è più attivo è tra la primavera e l’inizio dell’autunno. Agisce soprattutto di notte, quando esce dai propri ripari per andare a caccia. Si nutre di insetti, ragni, lucertole di piccole dimensioni e altri artropodi.
Sono inoltre molto longeve, possono infatti vivere fino a 6-7 anni.
Habitat della scolopendra
Le scolopendre risultano molto ben adattate all’ambiente terrestre. Nella maggior parte dei casi, trovano il loro habitat ideale sotto i tronchi degli alberi abbattuti, sotto i grossi sassi, nelle crepe del terreno, nelle fessure dei muri. In pratica, prediligono gli ambienti più umidi e bui, ma senza un’eccessiva copertura arborea. In giardino possiamo facilmente trovarle sotto i vasi.
La scolopendra cingulata è presente in quasi tutto il territorio nazionale. Fanno eccezione le regioni settentrionali e le quote superiori ai 1.800 m. La maggiore concentrazione è sulle aree costiere, dove trovano il clima adatta per vivere. Ovviamente, è più facile imbattersi in questo invertebrato nelle zone rurali di campagna, piuttosto che in ambiente urbano.
La scolopendra in casa
La scolopendra è capace di spostarsi per trovare dei rifugi migliori, soprattutto in vista dell’inverno. Per questo, spesso entra in casa, soprattutto nelle cantine ma non solo. Può capitare di trovarla dietro ai mobili, negli angoli di stanze buie o, peggio ancora, negli indumenti conservati negli armadi. Quando questo si verifica, c’è il maggior rischio di venire in contatto con l’animale e di essere morsi. Se lo si avvista in casa o in giardino, il consiglio che diamo è quello di non cercare di catturarla o, peggio, di ucciderla. Potrebbe infatti reagire in maniera aggressiva, un po’ come avviene con il ragno violino. La cosa migliore da fare è quella di agevolare una via di fuga, così che possa tornare fuori. Se vi accorgete di avere la casa infestata, contattate una ditta di disinfestazione specializzata.
Il morso di scolopendra
Diciamolo subito, il morso della scolopendra cingulata non è letale per l’uomo. Può esserlo però per un piccolo mammifero o un uccello. Ad ogni modo, anche se non è letale, il morso di questo insetto è però molto doloroso, poiché il veleno ha proprietà emolitiche. Queste vengono potenziate dalla presenza di lecitina, in un mix simile, ma meno potente, a quello che si potrebbe trovare nel veleno di un cobra.
Sintomi
I casi di morso osservati fanno riferimento a situazioni in cui l’animale trova rifugio negli indumenti o addirittura nel letto. Il dolore nella parte colpita è acuto. In soggetti sensibili può essere seguito da un’infiammazione severa, edema e lesioni di tipo necrotico-emoraggico. La sintomatologia differisce molto da persona a persona e anche nello stesso soggetto. Per cui ci possono essere casi di morso con sintomi lievi, che scompaiono in pochi minuti o giorni, o più gravi, che hanno bisogno di un intervento. Pare che i morsi subiti in primavera-estate, siano molto più dolorosi di quelli invernali, forse per la ridotta attività dell’animale.
Cosa fare in caso di morso
Nel caso in cui ci si accorga di essere stati morsi dalla scolopendra e si accusino forti dolori, conviene intervenire con farmaci a base di cortisone, sia per via orale, che con pomate ad uso topico. Nella maggior parte dei casi, questo basta per alleviare il dolore e far sparire i sintomi in tempi brevi. Se la reazione al veleno è invece troppo grave, si consiglia di rivolgersi al più vicino posto di pronto soccorso, dove si potrà intervenire con una terapia farmacologica adeguata.
4 commenti
Omg ora ho quasi paura
Molto interessante, grazie.
Tanti hanno fa mentre facevo pulizie nel giardino, una scolopendra di oltre 10 cm. mi sinfilo’ nel pantalone, all’altezza della coscia sentii il suo corpo freddo che urtava contro la mia pelle.
Per fortuna non mi morse, anche perché, grazie alla mia prontezza pur non sapendo di cosa fosse, senza perdere la calma individuali l’inizio e la fine del corpo dell’animale, econ le dita l’afferrai da sopra i pantaloni e la stritolai.
Abbassatomi ipantaloni successivamente potetti constatare poi che si trattava di una scolopendra.
Dalle mie zone (presila) CS altezza 790 MT. s.l.m. sono molto comuni.
Molto istruttivo grazie
Non sapevo che era velenoso, ne trovo tante nascoste sotto ai tartufi, forse perché fanno le poste ai piccoli animali che se ne cibano?