L’istrice (Hytrix cristata) è un mammifero appartenente all’ordine dei roditori (Rodentia), famiglia degli istricidi (Hystricidae). È noto anche con i nomi di porcospino e istrice crestata. Si tratta di un animale dall’aspetto inconfondibile, ma che si vede poco in giro, a causa delle sue abitudini tipicamente notturne. Ciò che si vede, però, sono i danni che causa alle coltivazioni, grazie alla sua dieta vegetariana e alla grande metodicità nell’entrare sempre negli stessi orti.
In quest’articolo scopriamo le origini dell’istrice, il suo aspetto e le sue abitudini. Inoltre, diamo un’occhiata agli accorgimenti da adottare per evitare che possa entrare nel nostro orto.
Origine e diffusione in Italia dell’istrice
L’istrice è originario dell’Africa, in particolare la sua presenza è forte in tutto il Maghreb, dal Marocco alla Libia centro-settentrionali, ma anche al di sotto del deserto del Sahara, dal Senegal alla Tanzania centrale, fino all’Etiopia.
In Europa, è presente solo in Italia e la sua introduzione sembra dovuta a fini venatori. Fino agli anni 70 il porcospino era presente soprattutto in Sicilia e nelle regioni centro-meridionali, con una popolazione maggiore sul versante tirrenico. Negli ultimi anni sta progressivamente estendendo la sua presenza alle altre regioni, con segnalazioni in tutte le regioni del Nord, fino al Trentino.
I cambiamenti climatici e l’abbandono del suolo potrebbero essere le ragioni principali dell’espansione dell’istrice in Italia.
Protezione e bracconaggio
L’istrice è un’animale protetto sia dalla normativa nazionale (Legge 968/1977 e successiva L. 157/1992) che da quella comunitaria (Direttiva Habitat All. IV e Convenzione di Berna All. II).
Tuttavia, nonostante cacciare l’istrice rappresenti un reato penale, l’animale è oggetto di bracconaggio e vendita illegale per via, si dice, della sua carne prelibata. In pratica, ancora una volta, l’uomo ha procurato un disastro ambientale, dapprima introducendo una specie aliena nell’eco-sistema, poi continuando la caccia illegale, lamentandosi dei danni che l’animale provoca alle attività agricole e, infine, facendo stragi di animali sulle strade.
L’aspetto dell’istrice
L’istrice è un roditore di grandi dimensioni, misura mediamente tra i 50 e i 70 cm e può arrivare anche a 20 kg di peso (in media 10-15). Il suo aspetto è inconfondibile, grazie alla particolare “capigliatura” e alla presenza di lunghi aculei sulla parte dorsale del corpo e sulla coda.
Sul capo il porcospino è ricoperto di lunghe setole nere e bianche, che vanno all’indietro a mo’ di criniera di cavallo, fino a dove iniziano gli aculei.
Gli aculei più evidenti sono quelli dorsali, che arrivano fino a 30 cm di lunghezza. Sono finemente appunti, colorati a strisce alternate bianche e marroni. Gli aculei della coda, invece, sono differenti, in quanto più corti e cavi, e vengono chiamati aculei della sonagliera.
Entrambe le tipologie di aculei servono all’istrice a scopi difensivi, anche se, come vedremo, vengono usati con modalità differenti.
Come si difende un istrice?
L’istrice non è un animale molto agile, anzi si muove goffamente per via di arti inferiori piuttosto brevi e tozzi. È quindi in teoria una preda facile. Ma solo in teoria, in quanto gli affilatissimi aculei sono un deterrente formidabile per qualsiasi predatore. Una credenza (errata) sostiene che l’istrice sia in grado di lanciarli a breve distanza per colpire i predatori. In realtà, l’animale quando si sente minacciato, semplicemente, irrigidisce il suo corpo e li fa rizzare, facendoli diventare una corazza. Gli aculei si staccano facilmente dal corpo, per cui è facile che rimangano infilzati in un altro corpo. Non sono velenosi e immediatamente letali, però, spesso, provocano infezioni gravi e portano alla morte del predatore. In Africa anche i leoni e gli altri grossi mammiferi predatori si tengono ben lontani dall’istrice.
Aculei sulla coda
Gli aculei sulla coda invece, sono usati per avvertimenti sonori. L’istrice li fa vibrare velocemente emettendo un suono simile a un tintinnio. Questo suono serve ad avvertire chi si trova nei paraggi. È un animale molto rumoroso, che grugnisce, da qui probabilmente il nome di porcospino.
Dove vive l’istrice
L’istrice è un animale prevalentemente notturno, e trascorre il giorno stando rintanato. Le tane possono essere dei tunnel scavati dall’animale stesso con i suoi possenti artigli, oppure cavità naturali che l’animale adatta alle sue esigenze.
Il rifugio è fondamentale per la sopravvivenza dell’istrice nei mesi invernali, poiché non va proprio in letargo, ma esce fuori dalla tana solo nelle giornate più calde.
La tana è formata da vere e proprie “stanze”, collegate tra loro da corridoi e con più entrate.
L’habitat è vario, va dalla macchia mediterranea ai margini delle campagne o delle coste, fino al sottobosco, ad alture decisamente più elevate.
Accoppiamento
L’istrice è un animale tendenzialmente solitario, ma che può costituire dei piccoli nuclei familiari. Usa gli aculei della sonagliera anche per comunicare con i suoi simili e, soprattutto, per l’interazione maschio-femmina, prima dell’accoppiamento.
Nel rituale di corteggiamento, il maschio avvicina la femmina con andatura bipede, mentre la femmina alza la coda sul dorso. L’accoppiamento avviene in primavera e da subito maschio e femmina preparano insieme la tana per l’arrivo della prole. Una stanza apposita viene allestita dalla coppia con foglie secche e materiale leggero.
La femmina partorisce da 1 a 4 cuccioli, che alla nascita hanno gli occhi aperti e gli aculei morbidi. Nei primi 3 mesi i genitori accudiscono insieme la prole e provvedono allo svezzamento. Questo è il periodo più rischioso per l’animale, che può essere facilmente predato da uccelli rapaci.
In seguito la famiglia si muove in gruppo, fino alla piena maturità dei nuovi nati.
Cosa mangia un istrice?
L’istrice è una specie quasi del tutto “vegetariana”, amante di frutta, ortaggi e tuberi. Questo è il motivo per cui crea problemi in ambito agricolo. Una sua peculiarità è quella di essere particolarmente metodico, vale a dire che ritorna a mangiare sempre nello stesso posto, ad esempio un orto.
Ha bocca e artigli possenti, ciò si capisce dal fatto che azzanna con facilità perfino le zucche. Se nel vostro orto trovate ortaggi dilaniati in malo modo e non vi sapete spiegare il motivo, il responsabile potrebbe essere lui.
Sui campi di patate si muove in modo lineare, ovvero scalza i tuberi seguendo il filare della coltivazione.
Solo in carenza di cibo l’istrice si nutre di piccoli insetti. Una cosa che gli piace molto sono le ossa degli animali, forse per l’apporto di calcio che danno.
Come proteggere le coltivazioni
L’istrice è un eccezionale scavatore, ma non è un buon arrampicatore. Questo ci dà la soluzione per proteggere l’orto dall’animale. Intorno al perimetro che ci interessa proteggere è necessario fare una recinzione, utilizzando dei robusti pali tutori e la rete zincata a maglie strette (che trovate qui). La rete dovrà essere fissata ad almeno 20/30 cm di profondità nel terreno, altrimenti risulterebbe facilmente oltrepassabile dagli scavi dell’istrice. Da osservazioni sul campo, si è visto che a quella profondità l’istrice desiste dal forzarla e cerca altrove il suo “ristorante”. Si tratta di una soluzione sicura, però a volte non semplice da mettere in atto e, soprattutto, molto costosa.