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L’altica, conosciuta anche come “pulce degli orti”, è un fastidioso insetto parassita spesso presente nelle nostre colture, in particolare di bietola e crucifere, ma non solo. Diventa dunque necessario, per limitarne i danni, saperla riconoscere per tempo e intervenire con i giusti metodi di coltivazione biologica.
Se vi ritrovate con le foglie di molti ortaggi insolitamente bucherellate, state pur certi che la principale responsabile è lei.
Dunque, per prima cosa, conosciamo meglio questo insetto polifago, che può arrecare molti danni alle nostre colture domestiche.
Vediamo quali sono le principali specie di altica presenti sul nostro territorio e com’è possibile difendersi in maniera naturale senza l’utilizzo di pesticidi chimici.
Le diverse specie di altica
L’altica, in generale, è un insetto polifago, nello specifico un coleottero, della grande famiglia dei Crisomelidi.
Le specie di nostro interesse, tuttavia, sono solo due: l’altica della bietola e quella delle crucifere.
Conosciamole meglio entrambe.
L’altica della bietola
La specie più conosciuta è probabilmente l’altica della bietola (o Chaetocnema tibialis). Il piccolo coleottero in questione misura allo stadio adulto circa 12 mm. La sua colorazione metallica, tratto tipico dei coleotteri, tende al verde-bluastro.
L’altica delle crucifere
Altra specie molto diffusa nel nostro paese e d’interesse per le colture orticole domestiche è l’altica delle crucifere o del cavolo, appartenente alla specie Phyllotreta nemorum.
Questa specie allo studio adulto è ancora più piccola della precedente, le sue dimensioni sono comprese tra i 3 e i 4 mm.
La parte inferiore del corpo è completamente nera, mentre la parte superiore, le elitre, sono segnate da due evidenti strisce gialle laterali.
Ciclo biologico dell’altica
Il ciclo biologico sia dell’altica della bietola che dell’altica delle crucifere, può essere accomunato, soprattutto per quanto riguarda il comportamento.
A seconda delle zone climatiche e della stagione, con l’arrivo del freddo invernale, gli esemplari adulti svernano nel terreno o alla base delle piante selvatiche che trovano a disposizione. A primavera, invece, fuoriescono ed iniziano la loro attività polifaga, nutrendosi delle piante che li hanno ospitati.
Dopo un po’ inizia la fase dell’accoppiamento e dell’ovideposizione.
L’altica depone le sue uova direttamente nel terreno, dove le giovani larve restano, senza provocare danni. Quando riemergono sono oramai allo stadio adulto.
A seconda delle zone climatiche, l’altica è in grado di generare anche due generazioni l’anno, e quindi prolungare a lungo la sua attività trofica.
Danni alle colture
L’altica può provocare diversi danni alle nostre colture domestiche. Come si intuisce dai nomi volgari di questi coleotteri, le diverse specie hanno delle preferenze rispetto alle piante che attaccano. Quindi in primo luogo la bietola e le crucifere come il cavolfiore, ma anche brassicacee come le cime di rapa e la rucola.
La gravità del danno dipende dal tipo di coltura in esame, ma anche dallo stadio di sviluppo dell’insetto. Come abbiamo detto, ad esempio, le larve non provocano danni, cosa che invece fanno gli esemplari adulti.

Altica adulta
I danni alle piante si manifestano in particolar modo nella parte aerea. Specialmente nelle giovani foglie.
Il potente apparato masticatore del coleottero adulto compie delle erosioni irregolari di forma tondeggiante sulla pagina inferiore delle foglie della pianta colpita. La parte superiore, invece, viene lasciata intatta in un primo momento. Ma viene poi perforata in più punti in seguito a necrosi.
Se l’attacco avviene quando la pianta è nella fase iniziale dello sviluppo, i danni possono essere talmente gravi da portarla alla morte.
Su colture come la bietola o la rucola, anche se il danno avviene dopo il superamento dello sviluppo iniziale, ne viene comunque compromessa la qualità e la possibilità del consumo stesso, essendo ortaggi a foglia.

Danni dell’altica sulle foglie di ravanello
Altra considerazione da fare per valutare l’entità dei danni causati dall’altica della bietola e da quella delle crucifere, è l’entità della popolazione dell’insetto. Se gli esemplari sono pochi e riescono a tenersi sotto controllo, i danni alle colture possono essere trascurabili. Nel caso contrario, dobbiamo seriamente preoccuparci. E trovare il modo di difendere in maniera biologica le nostre piante.
Strategia di difesa biologica dall’altica della bietola e da quella delle crucifere
La difesa biologica dall’altica della bietola e di quella delle crucifere, può essere molto complessa. E deve necessariamente prevedere più accorgimenti e tecniche.
Anche capire quando l’altica è presente sulle piante non è cosa agevole, serve infatti un’attenta osservazione. Una delle caratteristiche di questo insetto è l’estrema mobilità, e per questo motivo viene anche chiamata “pulce dell’orto”. Quando si sente minacciata compie dei lunghi balzi che non ne fanno notare nemmeno la presenza. Dunque, è più facile rintracciarla osservando la vegetazione delle piante. Le perforazioni anomale sono un preoccupante segnale d’allarme.
Ecco dunque come intervenire:
Pacciamatura
Una buona pratica agronomica come la pacciamatura naturale o con i teli di juta limita la possibilità dell’insetto di emergere dal terreno e quindi raggiungere le nostre piante.
Piante trappola
Utilizzare delle piante trappola delle quali l’insetto è molto attratto può essere una buona soluzione. Se stiamo coltivando dei cavoli ad esempio, e vogliamo salvaguardarli, si può seminare tra le fila un della rucola, a cui l’altica non riesce proprio a resistere. Si difendono le colture principali sacrificando delle piante spia. Questa tecnica è ottima anche per monitorare la situazione.
Buoni risultati si ottengono con altre colture come la brassica juncea (senape indiana) ed il rafano.

Brassica juncea
Olio di neem e macerato d’ortica
Due rimedi biologici per allontanare dall’orto l’altica della bietola e quella delle crucifere sono l’olio di neem (che potete acquistare qui) e il macerato d’ortica (che invece trovate qui).
Entrambi i prodotti riescono a fungere da barriera protettiva per le piante. Il forte e pungente odore, sia dell’olio di neem che del macerato d’ortica, è un perfetto repellente contro questa pulce dell’orto.
Naturalmente, i due prodotti naturali devono essere utilizzati, se possibile, in fase preventiva. Ad infestazione in corso, la forza della loro azione repellente diminuisce.
Azadiractina
I formulati a base di azadiractina sono forse il rimedio biologico più efficace, sia contro l’altica della bietola che contro quella delle crucifere. Se l’insetto viene trattato con questo principio attivo nelle fasi iniziali dello sviluppo, il meccanismo d’azione ne blocca la crescita. Questo porterà, nel giro di una settimana, alla morte dell’insetto. In pratica, la giovane altica non si alimenta più ed arresta la sua attività trofica.
Il trattamento è da effettuare nelle ore più fresche della giornata, per lasciare più tempo al principio attivo di agire. Per il trattamento è bene utilizzare un apposito atomizzatore a pressione.
L’azadiractina, pur essendo un principio attivo il cui uso è consentito in agricoltura biologica, deve essere utilizzata solo in caso di gravi infestazioni. Inoltre, è da scegliere solo laddove gli altri rimedi preventivi che vi abbiamo proposto si siano rilevati insufficienti a limitare i danni dell’altica.
2 commenti
Il distillato di legno è efficace contro l’altica?
Grazie
In un vecchio libro francese di orticoltura biologica, ho trovato che i ramoscelli di ginestra allontanerebbero l’altica. Solo che non so a quale ginestra si riferiscano, se lo Spartium oppure la Genista. Voi avete qualche notizia in merito? Il libro è “Manuale di orticoltura biologica” di Jean-Paul Thorez, del 1988.