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La mosca del porro (Napomyza gymnostoma) è un insetto appartenente all’ordine Diptera, famiglia Agromizidae, sottofamiglia Phytomyzinae, conosciuto anche con il nome di mosca minatrice del porro. Si tratta di un parassita che attacca, come dice il nome stesso, per lo più le coltivazioni di porro, ma può causare danni anche su erba cipollina, aglio e cipolla. È presente nel nostro Paese soprattutto nelle regioni settentrionali, ma per fortuna, se non altro, la sua presenza è più sporadica al Centro e al Sud.
Per difendere le colture da Napomyza gymnostoma occorre un attento monitoraggio e un intervento tempestivo con prodotti consentiti in agricoltura biologica. Conosciamo quindi le caratteristiche della mosca del porro, i danni che provoca nell’orto e le strategie di difesa biologica.
Descrizione di Napomyza gymnostoma
La mosca del porro adulta misura circa 3 mm di lunghezza. Il colore è bruno, con fronte e parte delle mesopleure gialle. Le ali presentano nervature trasversali allineate. Tra individui maschili e femminili vi sono poche differenze.
Larve e pupario
Le larve di mosca del porro misurano circa 3-5 mm di lunghezza, sono di forma allungata e di colore totalmente bianco quando vivono sul porro, bianco-giallastro quando si rinvengono sull’erba cipollina. Si riconoscono per evidenti spiracoli tracheali posteriori di colore nero.
Il pupario è di color rosso mattone e misura 3 mm di lunghezza.
Danni alle piante infestate
La mosca del porro attacca le foglie, ovvero quelle che possiamo definire botanicamente dei falsi fusti, a differenza della mosca della cipolla (Delia antiqua) che invece attacca i bulbi sotterranei.
Il danno è compiuto dalle larve, che scavano profonde mine nei fusti in senso discendente. Se l’attacco si perpetua su piante giovani, il danno risulta particolarmente grave, in quanto anche la presenza di una sola larva di mosca minatrice può compromettere lo sviluppo della coltura. Questo perché, in seguito all’attacco, è facile che sulla pianta si sviluppino delle infezioni batteriche, che causano il disfacimento dei tessuti verdi e, in seguito, la morte della pianta.
Ciclo biologico della mosca del porro
La Napomyza gymnostoma è in grado ci compiere due generazioni in un anno, una a inizio primavera e l’altra in autunno. Lo svernamento avviene allo stadio di pupa nel terreno o nei residui colturali.
Il volo primaverile degli adulti avviene tra inizio marzo e fine aprile, a seconda dell’andamento climatico stagionale. Il volo autunnale, invece, va da fine settembre a inizio novembre.
Le femmine hanno un forte ovopositore col quale, inizialmente, compiono delle incisioni sulla parte distale delle foglie. Queste sono visibili e riconoscibili, essendo una serie di punti bianchi lineari, da cui esce un liquido linfatico di cui la mosca adulta del porro si nutre. In seguito avviene la deposizione delle uova vera e propria e la nascita delle larve che, come detto, compiono il danno più grosso minando i tessuti fogliari. I pupari sono originati dalle larve circa 40 giorni dopo l’inizio del volo.
Come prevenire la mosca del porro
Per prevenire le infestazioni della mosca del porro dal nostro orto occorre innanzitutto attuare adeguate pratiche agronomiche. In primis, è necessaria una buona rotazione colturale, evitando di piantare le colture suscettibili (porro, erba cipollina, aglio e cipolla) per più anni consecutivi nel medesimo pezzo di terra. In secondo luogo, è fondamentale distruggere e allontanare dall’orto i residui colturali delle piante attaccate. Dopo la pulizia dei resti della vegetazione, è una buona norma effettuare una lavorazione profonda del terreno, in modo da distruggere le pupe.
Monitoraggio
Prima di intervenire con trattamenti specifici, occorre effettuare un attento monitoraggio della presenza di Napomyza gymnostoma sulle colture. Questo lo si fa con l’utilizzo delle trappole cromotropiche gialle, colore che attira molto la mosca.
Le trappole vanno sistemate a 1-1,5 m di altezza, direttamente in campo, sistemandole all’inizio e alla fine dei filari. Le trappole gialle non sono tuttavia sufficienti per la cattura massale, però ci dicono quando è il momento d’intervenire. Basta infatti la presenza di un solo adulto sulle trappole in una settimana per rendere necessario un intervento.
Come eliminre la mosca del porro
Per eliminare la mosca del porro, il prodotto consentito biologico più efficace è l’azadiractina, principio attivo prodotto dalla pianta di neem. È un prodotto che si può acquistare nei negozi specializzati, senza la necessità di patentino all’uso dei fitosanitari.
Gli interventi da fare sulle coltivazioni sono almeno 2-3, distanziati di una settimana e continuando a verificare la presenza di adulti catturati dalle trappole.
In alternativa, si possono usare le reti antinsetto, sistema usato nelle serre, ma che si può adattare anche alle colture in pieno campo, come abbiamo come si fa con la cavolaia.