La coltivazione dell’aglio è molto diffusa nel nostro Paese poiché si tratta di una pianta aromatica che trova largo utilizzo in cucina. Vi abbiamo già parlato in precedenza delle proprietà nutrizionali di questo ortaggio bulboso. E inoltre abbiamo già avuto modo di studiare due ricette per dei preparati antiparassitari a base di aglio che ci permettono di curare molte delle malattie delle nostre piante in modo completamente naturale.
Nell’articolo di oggi ci concentreremo, dunque, sulle tecniche biologiche di coltivazione dell’aglio, così da poterlo coltivare sia nell’orto che in un vaso.
La pianta dell’aglio
L’aglio, Allium sativum, è una pianta erbacea perenne. È catalogata come un’Allioideae della sottofamiglia delle Amaryllidaceae, per questo, un tempo era classificata come appartenente alla famiglia delle Liliaceae. Oggi è invece ritenuta una pianta dell’ordine delle Asparagales (per maggiori dettagli).
Come detto, coltivare l’aglio vuol dire coltivare una pianta perenne. La sua raccolta è però a ciclo annuale.
Si tratta di una pianta aromatica con foglie basali che si sviluppano in altezza e arrivano fino a 60 cm. Ogni foglia avvolge l’altra in una sorta di involucro, in maniera scalare verso l’interno del fusto.
Le radici sono codiformi, fitte ed interessano lo strato superficiale del terreno, non penetrando in profondità.

Le radici
La fioritura
Quando viene lasciata vegetare, la coltivazione dell’aglio produce una scapo fiorale molto bello. Questo ha una forma cilindrica e può essere lungo dai 30 ai 70 cm. Alla sommità dello scapo si ha un’infiorescenza dalla tipica forma di ombrella. I fiori sono di colore bianco o roseo e variano in numero a secondo della specie.
Queste sono le caratteristiche esteriori della pianta dell’aglio da coltivazione, la cui parte saliente è naturalmente rappresentata dagli spicchi o bulbilli.
I bulbilli
Come sappiamo, questi rappresentano l’organo di propagazione della pianta. La loro forma è convessa e partono direttamente dal fusto.
Gli spicchi si trovano raggruppati in numero variabile da 5 a 20 e formano la testa d’aglio.

Bulbilli

Teste
La testa d’aglio e i bulbilli sono ricoperti da sottili foglie metamorfosate, chiamate tuniche sterili, che hanno funzione protettiva.
Ogni testa può avere un peso diverso che dipenderà dalla varietà e dalle condizioni di coltivazione. In generale si va da un minimo di 20 gr fino ai 150 gr di una testa d’aglio super sviluppata.
Le varietà di aglio da coltivare
Nella coltivazione dell’aglio, specie nell’orto domestico, un’importante passaggio è rappresentato dalla scelta della varietà. A nostro avviso è importante scegliere varietà locali, o comunque di origine contadina, acquistate magari nei mercato bio a km-zero. Non ha molto senso coltivare aglio di provenienza extra-europea. Esistono degli ecotipi locali di qualità nettamente superiore alla tipologia che troviamo nelle bustine preconfezionate del supermercato.
Prima di tutto, quando parliamo della scelta varietale dobbiamo fare distinzione tra agli bianchi e agli rossi.
Tra le varietà dell’aglio bianco spiccano tre tipologie italiane, ossia:
- Polesano
- Piacentino
- Vessalico

Bianco Polesano
Per quanto riguarda l’aglio rosso, invece, abbiamo:
- il famoso aglio Rosso di Sulmona, provincia de l’Aquila;
- il Rosso francese
- il Rosso di Nubia

Rosso di Sulmona
La coltivazione dell’aglio
La coltivazione dell’aglio è molto rustica e si può agevolmente effettuare negli orti domestici, seguendo alcune semplici accortezze.
Quando seminare
I periodi migliori per la sua semina sono i mesi di ottobre e novembre. La raccolta, invece, avviene in primavera nei mesi di maggio e giugno.
La pianta è in grado di resistere alle basse temperature, anche se può soffrire di periodi di gelo prolungato.
Nelle zone troppo fredde si consiglia la coltivazione dell’aglio nel periodo primaverile, con raccolta in estate. È da tener presente, però, che il ciclo più breve darà vita a bulbilli più piccoli.
Come seminare
L’aglio si semina interrando i bulbilli. Questi andranno posizionati con la punta verso l’alto a circa 3-5 cm di profondità.

Semina
Dunque è agevole riprodurlo partendo dal frutto stesso, magari conservando dei semi dalla precedente coltivazione. Oppure in seguito all’acquisto di una particolare varietà reperita in un mercato locale.
Si consiglia di scegliere (conservare) ed interrare gli spicchi più grossi e vigorosi. In questo modo avrete piante più forti e resistenti durante il ciclo di coltivazione.
Le distanze di semina da rispettare sono di almeno 15 cm tra una pianta e l’altra. Tra le file, invece, è bene mantenere una distanza di 20 cm.
Come curare la pianta d’aglio
La coltivazione dell’aglio predilige un terreno sciolto e ben lavorato. È importante che il suolo assicuri un adeguato drenaggio dell’acqua piovana. Questo perché lo sviluppo del bulbo avviene nelle stagioni più piovose. Il drenaggio del terreno è fondamentale, in quanto il ristagno idrico può portare alla comparsa di marciumi e malattie crittogamiche. Se il terreno sarà in grado di drenare l’acqua in modo efficiente difficilmente avremo problemi di malattie.
Se scegliamo la coltivazione dell’aglio in vaso, si può utilizzare un terriccio universale, mescolato al 50% con sabbia di fiume. In questo modo avremo il drenaggio garantito.
La coltivazione dell’aglio in pieno campo
L’aglio coltivato in pieno campo, non ha bisogno di assistenza idrica. L’acqua piovana che riceve è più che sufficiente a garantirne la crescita sana e rigogliosa. Può essere al limite necessaria un’irrigazione d’emergenza nel periodo primaverile, in caso di assenza di precipitazioni. Per questo motivo non è necessaria la predisposizione di un sistema d’irrigazione.
Per ciò che concerne la concimazione, la cultivar ha poche esigenze di sostanze nutritive. Bisogna assolutamente evitare la concimazione organica in pre-semina che può portare a gravi problemi di marciumi. È opportuno quindi seminare dopo colture estive precedentemente letamate (nel periodo primaverile) con livelli di sostanza organica più leggeri.
Operazioni colturali durante la coltivazione dell’aglio
La coltivazione dell’aglio ha la necessità di essere mantenuta a riparo dalle erbe avventizie, le quali ne ostacolano la crescita. Sono quindi necessarie periodiche operazione di sarchiatura del terreno. Queste devono essere effettuate con estrema cautela, visto e considerato che le radici sono superficiali. Per ovviare al problema può essere opportuno utilizzare uno strato di pacciamatura naturale, che eviti il proliferare delle erbe infestanti.
Altra operazione che si esegue nella fase finale della coltivazione dell’aglio è la piegatura del fusto. Questo è un piccolo segreto di coltivazione da eseguire circa un mese prima della presunta raccolta. Si tratta di un’accortezza importante, poiché favorirà l’ingrossamento del bulbo interrato.
La raccolta

La raccolta
L’aglio, come detto, si raccoglie in primavera inoltrata. La raccolta avviene manualmente estirpando le piante per intero, con tutta la radice.
Nel periodo di raccolta il terreno potrebbe risultare eccessivamente secco e dunque l’estirpazione difficoltosa. Si consiglia in questo caso di scavare delicatamente intorno alla pianta. In questo modo l’operazione sarà più agevole ed eviteremo di spezzare il fusto.
È buona pratica lasciar essiccare sul terreno le piante appena raccolte, per un periodo di circa una settimana. Dopo questo periodo le teste d’aglio devono essere ripulite dal terriccio residuo e dalle tuniche più esterne e danneggiate. A questo punto le radici vengono tagliate e si realizzano le trecce o “reste”, da appendere in un luogo fresco e asciutto per la conservazione. Quest’ultima, se fatta in modo corretto, proteggerà il prodotto fino a 7-8 mesi.
Difesa biologica da malattie e parassiti
Come più volte sottolineato, l’aglio è una pianta resistente sia alle malattie che agli attacchi parassitari.
Malgrado questo, è comunque possibile la comparsa di alcune virosi. La più dannosa delle quali è sicuramente il virus del mosaico. Tra le malattie crittogamiche, particolare attenzione va prestata a peronospora, muffa grigia, ruggine, alternariosi. Tuttavia questo tipo di malattie sono dovute per lo più a stati di eccesso di ristagno idrico. Risolti questi problemi alla base, l’insorgenza di malattie del genere, nella coltivazione dell’aglio, è molto rara e difficile.
Per quanto riguarda i parassiti invece, particolare attenzione alla presenza del nematode dei bulbi e degli steli Ditylenchus dipsaci.
Altri attacchi parassitari sono molto difficili e rari. Non ci dimentichiamo infatti le proprietà antiparassitarie contenute nell’allicina, una sostanza antibiotica naturale che determina, tra l’altro, il forte odore della pianta.
Per questa sua caratteristica l’aglio viene utilizzato come antiparassitario naturale. Ecco le ricette fai da te per realizzare l’infuso e il macerato, rimedi naturali fondamentali per allontanare afidi e altri parassiti in maniera del tutto biologica.
Buona coltivazione!
6 commenti
Articolo molto utile ed interessante. L’aglio è molto utile anche per la salute ed io lo amo molto per insaporire i piatti. Esiste un rimedio naturale per evitare gli spiacevoli effetti collaterali sull’alito? Io ho provato di tutto, mentine, colluttorio, chicchi di caffè ma niente sembra funzionare.
Grazie Stefano. Diversi studi sostengono che alcuni alimenti, se mangiati crudi, possano contrastare la produzione di solfuro di allile (che poi è la sostanza dell’aglio che produce il cattivo odore). Tra questi alimenti ci sono: la mela, il prezzemolo, il tè verde, il limone, gli spinaci, la menta e in generale tutti gli alimenti ricchi di polifenoli. Non ti resta che provare e vedere un po’ se qualcuno di questi funziona. Altrimenti puoi sempre far mangiare l’aglio anche al tuo partner e il problema si risolve alla base 😉
Ciao, ora provo a piantare un po’ di spicchi in giardino e nei vasi. Anche se vivo nel nord dell’Inghilterra e il clima è un po’ diverso, ma in inverno le temperature sono piuttosto miti…almeno rispetto alla parte di Italia da dove vengo io.
Due domande: quanto deve essere grande, più o meno, un vaso per permettere la crescita di una buona pianta?
E come si effettua la piegatura del fusto?
grazie
Riccardo
Quanti bulbi ci vanno per un ettaro. Grazie
Molto interessante ed esaustivo. Bravi!
Grazie per i consigli che trovo molto interessanti .Io lo uso molto in cucina e anche per la pressione .Lo coltivo nel mio giardino e i piace vederlo crescere .