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La cercosporiosi è una fitopatia causata dal patogeno fungino Cercospora beticola. Si tratta della più grave malattia della bietola (da foglie e da coste) e di altre colture affini, quali la barbabietola rossa, la barbabietola da zucchero e gli spinaci. Questo fungo provoca gravi danni alle piante, pregiudicando seriamente il raccolto, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Per prevenirne l’attacco è necessario attuare adeguate pratiche agronomiche. Inoltre, è possibile effettuare una lotta più incisiva utilizzando prodotti il cui uso è permesso in agricoltura biologica.
In quest’articolo vediamo come si manifesta la cercosporiosi della bietola, i danni che causa e le strategie di difesa biologica.
Cos’è la Cercosporiosi beticola?
L’agente patogeno che causa la cercosporiosi della bietola è un fungo filamentoso imperfetto, chiamato Cercospora beticola. Questo fungo appartenente alla divisione Eumycota. Si conserva nell’ambiente come fase miceliare, soprattutto nei residui di vegetazione infetta, nel terreno o in piante spontanee suscettibili nei pressi dei campi (ad esempio amaranto, farinello, piantaggine ecc).
La malattia che risulta particolarmente grave in annate calde e umide. Le stagioni in cui si manifesta sono prevalentemente la tarda primavera e l’autunno.
Condizioni ambientali che ne favoriscono lo sviluppo
La cercosporiosi della bietola fa la sua comparsa in primavera, quando ci sono condizioni ambientali favorevoli, ovvero con temperature superiori ai 10-15 °C (ottimo 25-30 °C) e umidità atmosferica superiore al 70-90%. In queste condizioni termometriche ideali, inizia la fase di germinazione dei conidi, con emissione di un tubetto premicelico. Questo tubetto entra nei tessuti vegetali delle piante attraverso gli stomi. Successivamente, sviluppa nel parenchima fogliare il micelio vero e proprio responsabile dei danni alle colture.
Il periodo di incubazione del fungo varia da 1 a 2 settimane e dipende, come detto, dalle condizioni ambientali.
I conidi, ben veicolati dalla pioggia, possono causare delle reinfezioni sulla pianta, rendendo di fatto gli effetti della malattia prolungati.
Sintomi e danni della cercosporiosi della bietola
I principali sintomi causati dalla Cercospora beticola sono visibili sulle foglie, dove compaiono delle caratteristiche macchie tondeggianti, di 1-3 mm di diametro. Queste macchie portano alla necrosi della foglia. Il facile riconoscimento è dovuto alla tipica alterazione cromatica della macchia stessa, la quale presenta il centro grigiastro e la periferia color ocra, il tutto circondato da un alone bruno messo in risalto dallo sfondo verde della foglia.
In caso di forti attacchi, le macchie tendono a confluire, provocando disseccamenti su ampie aree, fino a interessare l’intera foglia. Quando le foglie necrotizzano, compromettono gravemente le capacità fotosintetiche della pianta, che arresta lo sviluppo sia dell’apparato fogliare che di quello radicale, problema molto grave nel caso della barbabietola da zucchero e della carota rossa.
Capita infine che le piante colpite ricaccino una nuova rosetta di foglie per compensare la perdita, ma spesso questo meccanismo naturale non basta a rimediare al danno.
Come prevenire la cercosporiosi della bietola
Per prevenire la cercosporiosi della bietola servono adeguate pratiche agronomiche, in primis la rotazione colturale. È buona norma, infatti, evitare di piantare bietola e affini per più cicli consecutivi sulla medesima parcella di terreno.
Se il fungo colpisce, occorre evitare la piantumazione per almeno 2-3 anni. La Cercospora beticola è infatti in grado di conservarsi molto bene nel suolo, anche a 50-60 cm di profondità.
Altra pratica fondamentale per prevenire la malattia è rimuovere e distruggere i residui colturali infetti. È un lavoro difficile, ma se non si tolgono dal campo le foglie malate, possiamo star certi che il problema si ripresenterà.
Nei piccoli orti, si consiglia di eliminare le primissime foglie colpite: se siamo fortunati con il meteo, la malattia arresterà il suo decorso.
Infine, è bene evitare impianti troppo densi, che non lasciano circolare aria tra la vegetazione. Rispettate quindi le distanze che suggeriamo nella nostra tabella.
Come eliminare la cercosporiosi della bietola
La difesa biologica dalla cercosporiosi della bietola si può sostanzialmente effettuare con l’ausilio di due prodotti consentiti in bio. Il primo, sono i classici formulati a base di rame (ossicloruri, idrossidi, poltiglia bordolese). Si procede con un unico trattamento, da effettuare pochi giorni dopo il trapianto, in funzione protettiva.
Il seondo prodotto, si usa invece prima di piantare ed è molto interessante: parliamo delle micorrize, ovvero funghi simbionti positivi per le colture, in particolare quelli del genere Trichoderma. Queste micorrize creano una sorta di barriera, che protegge le piante dai funghi dannosi come la Cercospora beticola. Con l’inoculo delle micorrize si hanno i seguenti effetti positivi: maggiore vigore dell’apparato radicale; competizione delle micorriza con il patogeno per lo spazio e per i nutrienti; miglioramento della composizione microbiologica della rizosfera, con la maggiore presenza di microrganismi utili; attivazione delle difese naturali della pianta.
1 commento
Grazie per l’informazione e stata molto utile