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Il cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) è noto anche come cinipide galligeno o vespa del castagno. Si tratta del parassita più dannoso per la castanicoltura italiana e mondiale. Questo insetto è di origine cinese e fa la sua comparsa per la prima volta in Europa nel 2002, quando viene localizzato in Piemonte.
In pochi anni si diffonde in tutte le aree del nostro paese dove si coltiva il castagno.
I danni che provoca agli alberi sono molto gravi e stanno mettendo a repentaglio la sopravvivenza stessa di questa importante specie arborea.
Per fortuna negli ultimi anni sono state messe in atto efficaci strategie di lotta biologica. Queste sono centrate sui lanci controllati di un insetto antagonista del cinipide, che prende il nome di Torymus sinensis.
In quest’articolo vediamo come riconoscere la presenza del cinipide del castagno. Scopriamo inoltre il suo ciclo biologico, quali danni provoca agli alberi e come agisce l’insetto antagonista utile a bloccare le infestazioni.
Descrizione del cinipide del castagno
Dryocosmus kuriphilus, meglio noto come cinipide galligeno del castagno, è un insetto dell’ordine Hymenoptera, famiglia Cynipidae.
Insetto adulto
Particolare caratteristica del cinipide è che esistono solo esemplari femminili. Questi si riproducono per partogenesi, cioè senza bisogno di accoppiarsi, fenomeno che abbiamo già osservato negli afidi delle piante.
- La femmina adulta assomiglia ad una piccola vespa, la cui dimensione va dai 2,5 ai 3 mm. -Nel complesso il suo colore è nero, ad esclusione delle zampe color ocra.
- Le antenne sono ben evidenti e lunghe (circa 1,5 mm), dall’aspetto filiforme.
- Le ali invece sono poco appariscenti, essendo trasparenti e con nervature limitate.
- Ha un addome molto sviluppato (grande, tondo e cadente), che termina con un ovidepositore in grado di rilasciare da 100 a 150 uova, come detto senza bisogno di accoppiamento.
Le uova
Le uova del cinipide del castagno hanno un peduncolo, forma di piccola pera e colore biancastro. Le femmine adulte le depongono in gruppi all’interno delle gemme del castagno.
Le larve
Le larve di cinipide sono quelle che provocano i danni al castagno. Sono di tipo apodo e anoftalme, a pieno sviluppo sono bianche e lunghe circa 2,5 mm.
La pupa
La pupa è prima di colore bianco, poi inizia a imbrunire, fino a diventare insetto adulto e quindi nera.
Varietà di castagni attaccati
Il cinipide è considerato un insetto monofago, ossia concentra la sua attenzione solo sul castagno.
In particolare attacca il castagno europeo (Castanea sativa) e i castagni ibridi euro-giapponesi (Castanea sativa x Castanea crenata).
Tra le diverse varietà di castagne coltivate, solo una è risultata più resistente al cinipide galligeno: la Bouchede Bétizac. Si tratta di un ibrido euro-giapponese. Questa informazione risulta importante se si vuole effettuare un nuovo impianto.
Danni
Il cinipide del castagno è detto galligeno poiché sugli organi vitali delle piante attaccate dà luogo alla formazione di galle. Queste sono evidenti ingrossamenti tondeggianti nei quali l’insetto compie il suo ciclo di sviluppo.
Le galle, dunque, sono il sintomo visibile della presenza del cinipide sugli alberi di castagno. Si formano in primis sui germogli, interessando quindi anche la nuova infiorescenza. Possono essere presenti anche sulle foglie.
Questi ingrossamenti inibiscono il normale sviluppo vegetativo e comportano un notevole danno alla produzione di castagne in termini quantitativi.
La crescita e il rinnovo della chioma sono molto compromessi, poiché si riduce la superficie fogliare necessaria alla fotosintesi. Dunque le nuove gemme a legno non hanno la possibilità di accrescersi.
La fioritura è rovinata dalla mancata crescita del germoglio, quindi anche chi produce miele di castagno subisce gravi perdite.
La galla compare in primavera, con una colorazione verde. Dissecca in estate, quando ormai è diventata rossa. Ha dimensioni variabili a seconda dell’entità dell’attacco (da 0,5 a 3 cm di diametro).
La formazione galligena rimane visibile sulla pianta per molti anni.
Gli alberi di castagno attaccati dal cinipide, oltre a produrre di meno, appaiono molto spogli e stentati.
Una grave infestazione di cinipide del castagno, se non viene contenuta, porta alla progressiva morte dell’albero.
Ciclo biologico
Il cinipide del castagno compie una sola generazione l’anno.
Iniziamo la descrizione del ciclo di vita partendo dall’estate, nei mesi di giugno e luglio. È questo il momento in cui l’insetto adulto si dirige verso le gemme e inizia la sua attività di ovideposizione.
Sul finire dell’estate, dopo 40 giorni, tra agosto e settembre, le uova si schiudono, dando il via allo stadio larvale. Questo si completa nel periodo estivo, al più nei primi giorni di ottobre.
Le larve di cinipide del castagno passano l’inverno nelle gemme, completando un primo stadio larvale. In questa fase, sull’albero non si notano sintomi evidenti.
A primavera, come detto, si formano le famose galle, in concomitanza con la ripresa vegetativa dell’albero. Se si forma una galla, dunque, sappiamo che al suo interno ci sono larve svernanti intente a svilupparsi.
Il ciclo di vita, quindi la generazione annuale, si completa con lo sfarfallamento degli adulti in estate. Queste fuoriescono dalle galle perforandole.
Le femmine adulte vivono per pochi giorni, giusto il tempo di completare l’ovideposizione.
I momenti esatti del ciclo di vita del cinipide del castagno possono variare da regione a regione, essendo influenzati dall’andamento climatico stagionale.
La lotta al cinipide del castagno
L’invasione dei castagneti italiani ad opera del cinipide galligeno è iniziata a partire dal 2002 e già nel 2011 ha raggiunto l’intero territorio nazionale. I tentativi di contrastare questo parassita sono stati diversi, e non tutti hanno avuto successo.
Vediamo quali sono stati, e come si sta riuscendo, infine, a porre rimedio alle invasioni di questo insetto.
Lotta chimica
All’inizio si è tentata una strategia di lotta tradizionale, con l’uso dei pesticidi di sintesi. Questo tipo di contrasto al cinipide del castagno si è dimostrato da subito fallimentare, per una serie di ragioni.
Innanzitutto si sono palesati dei limiti tecnici dovuti alla morfologia dell’albero di castagno e al ciclo di vita dell’insetto.
Come tutti sappiamo, i castagni sono piante imponenti, spesso coltivate su terreni in forte pendio, su vaste aree di territorio. Sono impossibili da raggiungere in tutte le parti della chioma con le normali macchine irroratrici per i trattamenti antiparassitari.
Come abbiamo visto, poi, il cinipide del castagno svolge il suo ciclo vitale all’interno degli organi vegetali, quindi i trattamenti sono risultati inefficaci sull’insetto obiettivo, in quanto difficili da colpire per contatto.
L’utilizzo di mezzi aerei per l’irrorazione dei prodotti fitosanitari, unica alternativa in teoria possibile, ha due limiti: costo eccessivo e insostenibilità ambientale. Trattare in maniera indiscriminata con pesticidi chimici un determinato ambiente, non fa altro che diminuire il grado di biodiversità. Questo porta all’eliminazione di tutti gli insetti utili e, di conseguenza, al sorgere di molti altri problemi.
Dove questa strada è stata tentata, si è osservato un aumento dei danni del cinipide del castagno.
Non per ultimo, sottolineiamo che il successo delle castagne italiane è da sempre dovuto alla loro grande qualità. Il prodotto viene amato poiché biologico e naturale, esente dall’utilizzo di pesticidi chimici.
Lotta biologica
Accertato il fallimento dei metodi tradizionali di difesa delle colture arboree, si è deciso di praticare la lotta biologica Per effettuarla, si è fatto ricorso all’uso dell’insetto antagonista del cinipide del castagno. Questo venne individuato già negli anni ‘70, nelle zone di origine del parassita, e si tratta di un imenottero il cui nome è Torymus sinensis o vespa cinese.
L’antagonista (Torymus sinensis)
Il parassitoide Torymus sinensis negli anni ‘80 venne rilasciato in Giappone: nel giro di 10 anni riuscì ad abbattere di molto la popolazione di cinipide.
È un piccolo insetto, con esemplari maschili e femminili, che compie una sola generazione l’anno, così come il cinipide. Si distingue da però da quest’ultimo per via della sua colorazione verde-metallizzato.
Torymus sinensis è un limitatore naturale del cinipide, in quanto depone le sue uova nelle galle di nuova formazione. Da qui la larva dell’insetto antagonista distrugge quelle del parassita. L’insetto antagonista poi s’impupa e sverna nelle galle secche dell’anno precedente. Nella primavera successiva ci sarà lo sfarfallamento dell’insetto utile, che andrà alla ricerca di nuove galle.
Torymus sinensis è un parassitoide larvale monofago specifico. In termini pratici, riesce a contenere di molto la popolazione di cinipide del castagno, senza creare danni alle piante.
La lotta biologica del ministero delle Politiche agricole
Nel 2011 il Ministero delle politiche agricole decide di stanziare circa 1.000.000 di euro per dare il via allo lotta biologica contro il cinipide del castagno.
Questa si attua con dei rilasci programmati dell’insetto antagonista, nelle zone più colpite dal parassita.
Da quel momento, le varie agenzie regionali (Arpa) e provinciali (Appa) di protezione dell’ambiente, sotto la supervisione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), hanno dato seguito ai rilasci di vespa cinese, con la conseguente attività di monitoraggio dei risultati.
Al momento, in molte aree la popolazione di cinipide del castagno si è ridotta e gli alberi hanno ripreso la loro produzione a livelli accettabili.
Il rilascio di Torymus sinensis viene effettuato scegliendo le piante più colpite al centro del terreno. In questo modo l’insetto può a poco a poco diffondersi ai margini.
L’obiettivo finale dei lanci del parassitoide è quello che l’insetto antagonista s’insedi sul territorio, così da controllare la popolazione di cinipide.
C’è ancora molto da fare in tal senso, ma i risultati ottenuti sono molto incoraggianti.
Se lo desiderate, potete approfondire i rapporti dell’Ispra.
Vantaggi
Questo tipo di lotta biologica al cinipide del castagno può essere estesa anche ad altri parassiti alieni al nostro eco-sistema. Uno su tutti la temibile cimice asiatica, che come tutti sappiamo gravi danni sta provocando all’intero comparto agricolo italiano.
I vantaggi per la collettività sono evidenti, in quanto non vengono immessi veleni nell’ambiente.
Questo tipo di difesa ha bisogno di tempo per concretizzarsi a pieno, nel caso del cinipide circa 5-6 anni dal primo rilascio. I risultati però sono duraturi nel tempo, con un nuovo equilibrio ambientale che si viene a creare in modo naturale.
Accorgimenti agronomici
Per il successo della lotta al cinipide del castagno l’agricoltore deve seguire alcuni accorgimenti di tipo agronomico, affinché l’insediamento dell’insetto antagonista abbia successo.
Il primo è che non devono essere effettuati trattamenti con pesticidi chimici sugli alberi. È una cosa ovvia, ma che è bene sottolineare.
Il secondo tipo di accorgimento è che non devono essere eliminate, ancorché potate, le parti dell’albero di castagno con le galle di cinipide. Eliminando i residui colturali, infatti, si andrebbero a distruggere anche le uova e le larve dell’insetto antagonista, rendendo inefficace la lotta biologica.