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Il Paysandisia archon, comunemente chiamato lepidottero o castnide delle palme, è un insetto appartenente all’ordine Lepidoptera, famiglia Castniidae. Questo parassita alieno è giunto accidentalmente in Europa dal Sudamerica alla fine degli anni ’90. In Italia le prime segnalazioni risalgono all’inizio degli anni 2000, con ritrovamenti in Sicilia, Puglia, Toscana, Marche, Campania, Liguria e Lazio. Attualmente, questo lepidottero delle palme ha esteso la sua presenza a tutte le regioni centro-meridionali. Insieme al famigerato punteruolo rosso rappresenta il parassita più temibile per questa coltura, tale da metterne a rischio la sopravvivenza.
In quest’articolo vediamo le caratteristiche entomologiche di questa farfalla delle palme e le strategie di difesa biologica da mettere in atto per difendere le piante.
Descrizione del castnide delle palme
Gli adulti di Paysandisia archon sono lepidotteri di medio-grandi dimensioni, con ben 9-11 cm di apertura alare. Questa farfalla delle palme è facilmente riconoscibile per i suoi colori sgargianti. Le ali anteriori sono di colore verde oliva, quasi rameico, con una banda mediana più scura. Le ali posteriori sono di colore bruno-aranciato, con un’ampia macchia trasversale nera, all’interno della quale si evidenziano 6 macchie bianche allineate in modo irregolare.
Tra gli esemplari maschili e femminili c’è scarso dimorfismo sessuale, ovvero poche differenze. Le femmine sono riconoscibili per le dimensioni leggermente più grandi e per la presenza dell’organo ovodepositore.
Uova
Le uova del castnide delle palme sono di color bianco-crema, di forma allungata e con una lunghezza di circa 5 mm. Sono caratterizzate dalla presenza di 7 coste longitudinali.
Larve
Le larve di Paysandisia archon sono le responsabili dei danni alle palme. La larva neonata è di colore rosato, lunga meno di 1 cm. Quella matura, invece, arriva fino a 8 cm di lunghezza, è di colore bianco-crema, con capo marrone, leggermente incassato nel protorace e di colore più scuro. Il mesotorace è più largo dei successivi segmenti. Le zampe toraciche sono di piccole dimensioni e ha pseudo-zampe addominali.
Crisalide
La crisalide del lepidottero delle palme misura circa 5 cm, è di colore marrone-giallastro ed è dotata di piccole spine brune a forma di pettine, inserite lungo i segmenti addominali. Per proteggersi, il parassita delle palme crea un bozzolo, formato da rosure, fibre vegetali, escrementi e fili sericei. Questo bozzolo di norma è posizionato in prossimità della superficie del fusto delle palme, in modo da favorire il volo degli adulti a metamorfosi completata.
Ciclo biologico del castnide delle palme
Alle nostre latitudini la castnide delle palme compie generalmente una generazione all’anno, anche se è possibile che parte della popolazione dell’insetto completi il ciclo in 2 anni. All’interno della stessa pianta infestata si possono rinvenire larve di Paysandisia archon in diversi stadi di sviluppo.
Le varie fasi
Gli adulti sfarfallano al partire dal mese di giugno e fino a settembre, dopo aver completato la fase dello sviluppo pupale. Le farfalle adulte abbandono le esuvie della crisalide lungo il tronco. La farfalla ha abitudini diurne, con volo che si percepisce in maniera netta per il forte rumore generato dal battito delle ali. Mediamente un adulto vive 1 mese. Dopo l’accoppiamento le uova vengono deposte in piccoli gruppi alla base del rachide fogliare o sul germoglio centrale della palma. A seconda del clima, si schiudono in 12-21 giorni. La larva neonata penetra nel rachide, dove inizia a scavare delle gallerie con andamento lineare. Col tempo si spostano sul fusto, continuando lo sviluppo larvale e scavando gallerie più ampie e quindi più dannose.
Superato l’inverno all’interno delle palme e raggiunta la piena maturità, le larve s’incrisalidano e si proteggono nel bozzolo.
Quali palme attacca il Paysandisia archon
Sono diverse le specie di palma sulle quali si sono osservarti attacchi di Paysandisia archon in Italia. In particolare abbiamo: palma di San Pietro (Chamaerops humilis), palma del Giappone (Trachycarpus fortunei), palma delle Canarie (Phoenix canariensis), palma della California (Washingtonia filifera), yucca (Jucca spinosa).
Parti attaccate e danni
Come detto, le larve di Paysandisia archon si sviluppano a spese del rachide fogliare e dello stipite, scavando profonde gallerie. Le piante attaccate manifestano stati di deperimento vegetativo, ingiallimento e disseccamento delle foglie del germoglio centrale. L’entità del danno varia a seconda dell’età della pianta, con danni maggiori sulle giovani piante in vivaio. La vita delle piante è in serio pericolo se all’interno del fusto sono presenti numerose larve.
Segni della presenza del lepidottero delle palme
Ad primo sguardo dall’esterno non è facile accorgersi subito della presenza del lepidottero delle palme. Per cui occorre porre attenzione a dei tipici segnali, quali:
- presenza di abbondante rosura marrone-scuro che esce dallo stipite e si accumula alla base delle foglie;
- presenza di perforazioni di sezione semi-circolare sulle foglie, specie al livello del germoglio centrale;
- fori di galleria sui piccioli fogliari o sullo stipite;
- anomalo sviluppo ascellare delle foglie;
- deformazioni più o meno gravi degli stipiti e delle foglie;
- appassimento e ingiallimento delle foglie centrali più giovani della corona.
Come difendere le palme dal castnide in modo biologico
Difendere dalla larve del castnide le palme non è per nulla semplice, in quanto, come visto, questi parassiti vivono all’interno delle gallerie scavate nella pianta. In secondo luogo, essendo insetti alieni al nostro ecosistema, non ci sono efficaci antagonisti. Spesso poi, quando ci si accorge della loro presenza è troppo tardi, giacché con le infestazioni in fase avanzata i danni sono irrimediabili. Per cui, la prima cosa da fare è osservare sempre attentamente le proprie palme, un po’ come si fa per il punteruolo rosso.
Prodotti biologici per eliminare la castnide dalle palme
Tra i prodotti bio i più efficaci contro le larve di Paysandisia archon abbiamo i nematodi entomopatogeni, in particolare quelli del genere Steinernema spp. Si tratta di parassiti obbligati di insetti allo stadio larvale, che riescono a raggiungere gli strati più profondi della vegetazione. Questi nematodi entomopatogeni ospitano al loro interno dei batteri, che a loro volta parassitizzano le larve del lepidottero delle palme. Per un’azione efficace, i nematodi devono essere somministrati con abbondanti bagnature della vegetazione e in periodi freschi e piovosi, quindi preferibilmente a inizio primavera e/o in autunno, quando le larve sono attive. Sono sconsigliati gli interventi in estate o in inverno, in quanto alte o basse temperature rendono inattivi il microrganismo nematode. Per il loro puntuale utilizzo si consiglia di leggere attentamente le istruzioni del prodotto (che potete acquistare qui).