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La Udea ferrugalis è un insetto appartenente all’ordine Lepidoptera, famiglia Crambidae, sottofamiglia Pyraustinae. Volgarmente è conosciuta come piralide defogliatrice, per via della sua attitudine a divorare le foglie degli ortaggi. Questa specie di lepidottero è diffusa in tutto il continente europeo, e nel nostro paese è piuttosto comune ovunque.
Vediamo come riconoscere la sua presenza nell’orto, le piante più a rischio di attacco, i danni causati e la strategia di difesa biologica più efficace.
Descrizione della piralide defogliatrice
La Udea ferrugalis da adulta è una piccola farfalla, con 18-20 mm di apertura alare. Le ali anteriori sono di colore bruno-rossastro, con numerosi punti neri sparsi, macchie circolari scure, numerose striature e una fascia sub-marginale in posizione esterna, color ocra.
Il capo è a punta, con occhi pronunciati scuri e molto vistosi.
Uova
Le uova sono di forma discoidale e vengono deposte in serrate ovature embricate composte da circa 20 elementi.
Larve

Larva giovane di Udea ferrugalis

Larva matura di Udea ferrugalis
Le larve della piralide defogliatrice sono differenti a seconda dello stadio evolutivo.
Quelle di I età sono color bianco crema con il capo nero.
Le larve sviluppate sono invece verdi, con una linea dorsale più scura affiancata da altre due linee longitudinali azzurrine.
Infine le larve mature, interamente giallastre con due piccole macchie nere ai lati dello scudo protoracico.
A sviluppo completo arrivano a misurare 10 mm di lunghezza.
Crisalide
Lo stadio finale di Udea ferrugalis è quello della crisalide, di colore bruno-rossastro e con l’estremità caudale più scura.
Piante attaccate dalla piralide defogliatrice
La piralide defogliatrice è un parassita molto comune dell’orto, essendo una specie notevolmente polifaga in grado di attaccare numerose colture ortive e industriali.
Tra gli ortaggi i più colpiti sono sedano e radicchio, ma non mancano: lattuga, prezzemolo, bietola, carciofo, cavoli, cetriolo, zucchina, fragola, melanzana, peperone, spinaci, pisello e fagiolo.
Tra le coltivazioni intensive si segnalano danni su soia, erba medica e tabacco.
Danni alle piante
Sono gli stadi larvali di Udea ferrugalis a provocare i danni alle piante, in quanto vivono a spese delle foglie.
All’inizio dell’attività trofica le larve si limitano a compiere erosioni sulla pagina inferiore, rispettando l’epidermide superiore delle foglie. In seguito vengono divorate parti più o meno ampie del lembo fogliare, risparmiando sole le nervature centrali. Se il grado d’infestazione è alto le erosioni fogliari sono notevoli e con perdita del raccolto.
Sul sedano il danno della piralide defogliatrice è ancora più grave, in quanto le larve scendono nel cuore della pianta per nutrirsi delle coste fogliari più carnose.
Le rosure della piralide sono causa anche un danno indiretto, aprendo la via ad infezioni e marciumi di origine batterica o fungina.
Nelle coltivazioni in pieno campo di sedano la perdita di produzione può raggiungere percentuali altissime, fino al 50% del raccolto.
Ciclo di vita dell’Udea ferrugalis
La piralide defogliatrice adulta fa la sua comparsa nei campi in primavera inoltrata, di solito in maggio. È una falena notturna, che durante il giorno riposa sulle foglie delle piante ospiti. Gli adulti si accoppiano entro pochi giorni dallo sfarfallamento, con le femmine che depongono nella pagina inferiore delle foglie.
Il periodo d’incubazione dura circa 2-3 settimane. Le larve appena nate iniziano a disperdersi tra la vegetazione e a nutrirsi. Verso fine giugno le larve arrivano a maturità e s’incrisalidano creando un astuccio sericeo appositamente preparato dalle larve in una ripiegatura del lembo fogliare. I nuovi adulti nascono dopo circa una settimana.
Altre generazioni
Alla prima generazione di Udea ferrugalis ne fa seguito un’altra, con larve attive dalla metà di agosto in poi. Queste larve compiono i danni più grossi, specie su ortaggi come il sedano, in quel periodo prossimi alla raccolta.
In totale possono susseguirsi fino a 4 generazioni di piralide.
Le larve dell’ultima generazione, raggiunta la maturità alla fine di ottobre, svernano nel suolo all’interno di una celletta terrosa.
Insetti antagonisti della piralide defogliatrice
Gli antagonisti di Udea ferrugalis sono i parassitoidi: Angita fenestralis, Exochus sp. (imenotteri icneumonidi) e Cerosamia senilis (dittero tachinide).
Come prevenire l’Udea ferrugalis
Per prevenire le infestazioni della piralide defogliatrice, in campi e orti precedentemente colpiti, è una buona regola effettuare una lavorazione superficiale del terreno ad inizio inverno, in modo da esporre le larve svernanti al freddo.
Come eliminare la piralide defogliatrice dalle piante
Il prodotto consentito in agricoltura biologica più efficace nei confronti delle larve di Udea ferrugalis (e in generale contro i lepidotteri) è il bacillus thuringiensis var. kurstaki, che trovate in commercio nei negozi specializzati.
Il bacillus thuringiensis agisce per ingestione, quindi è importante una copiosa bagnatura della vegetazione. È sempre consigliato effettuare il trattamento nelle ore serali.
Il trattamento sul sedano è reso complicato dal fatto che le larve penetrano all’interno delle coste, sono dunque più difficili da raggiungere. Occorre quindi monitorare visivamente la coltivazione e intervenire immediatamente alla prima comparsa delle larve.