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Home » Eulia della vite e dei fruttiferi

Eulia della vite e dei fruttiferi. Danni e difesa biologica

Di Coltivazione Biologica 19 Agosto 2021

L’eulia della vite e dei fruttiferi (Argyrotaenia ljungiana) è un insetto appartenente all’ordine Lepidoptera, famiglia Tortricidae e in molti testi viene indicata con la nomenclatura A. pulchellana. Si tratta di un tortricide presente ovunque in Italia ed è una specie altamente polifaga che attacca la pianta di vite, gli alberi da frutto, le colture ortive e le piante ornamentali. È dunque un parassita che può apportare gravi danni alle colture in generale.

In questo articolo vediamo come agire per tenere sotto controllo, con adeguati mezzi di difesa biologica, questo insetto.

Descrizione dell’eulia adulta

Farfalla di eulia
Allo stadio adulto l’eulia si presenta come una farfalla di piccole dimensioni, con un’apertura alare di 12-17 mm. È una specie caratterizzata da scarso dimorfismo sessuale, semplicemente le femmine sono un po’ più grandi dei maschi.
Le ali anteriori sono ampie e di forma trapezoidale, di color ocra chiaro come colorazione di fondo, attraversate in modo trasversale da bande più scure marroncine e dal contorno irregolare. Le bande sono in posizione basale, mediana e preapicale, quest’ultima a volte divisa in due. Le piccole ali posteriori sono color grigio argenteo.
Sul capo, ricoperto di peluria marrone, sono poste due lunghe antenne brunastre e moniliformi.

Uova, larve e crisalide di eulia della vite e dei fruttiferi

Eulia della vite e dei fruttiferi
Le uova di eulia sono di forma discoidale e vengono deposte in ovature embricate di numero variabile e di colore giallastro. Misurano circa 0,8 mm di diametro e vengono deposte solitamente sulle foglie delle piante ospiti. Nel caso del finocchio, le uova di eulia sono lasciate alla base della pianta.
Le larve dell’eulia a piena maturità misurano dai 15 ai 18 mm di lunghezza, sono verdi o giallastre, a volte con sfumature scure, a seconda della fonte di cibo che hanno. Sono quasi del tutto glabre e con pettine anale provvisto di 6-8 denti uncinati.
La crisalide misura circa 10 mm di lunghezza ed è di colore giallo-verde.

Quali piante attacca l’eulia?

L’eulia è una specie molto polifaga, vale a dire che attacca numerose piante diverse. In particolare abbiamo la vite, le pomacee (ad esempio melo, pero, cotogno, nespolo…), le drupacee (pesco, ciliegio, susino, albicocco), la fragola, il kiwi, colture ortive (fagiolo, peperone, finocchio, bietola), colture industriali (mais, canapa), piante ornamentali (piante grasse, alloro, camelia, pittosporo, ibisco), latifoglie forestali (acero, pioppo, quercia, larice), pini, altre piante minori (biancospino, erica, fragoline di bosco, ginestra, frangola, mirtillo, ranuncoli, potentilla, ecc).

Danni agli alberi da frutto

Sono le larve di eulia a causare i danni agli alberi, attaccando sia le foglie che i frutti. Inizialmente, con le larve di prima generazione, il danno è costituito da erosioni sulla pagina inferiore del lembo fogliare. Con le generazioni successive, vengono attaccati i frutti. Sulle mele il danno si concentra, di solito, nella zona peduncolare, ma in caso di forte infestazione, l’erosione può interessare tutta la buccia. Anche su pesche e albicocche, l’erosione interessa soprattutto la zona del peduncolo, mentre su ciliegie e susine è tutta la superficie del frutto ad essere danneggiata. Sull’actinidia le larve di eulia riescono a compiere delle piccole perforazioni tondeggianti.

Approfondimenti
  • Mosca dell’olivo. Prevenzione e difesa biologica
  • Mosca orientale della frutta, una nuova minaccia per i frutteti italiani
  • Rimedi contro la cocciniglia
  • La carpocapsa, il principale parassita del melo e del pero

Danni sulla vite

Sulla vite, l’eulia attacca gli acini in maturazione. A differenza della tignola della vite, che perfora l’acino, l’eulia si limita ad un’erosione superficiale. Tali lesioni tuttavia, aprono la strada a malattie fungine come la botrite e rischiano di causare gravi anomalie nei processi fermentativi in fase di vinificazione.

Il ciclo di vita dell’Argyrotaenia ljungiana

L’eulia dei fruttiferi e della vite compie generalmente 3 generazioni in un anno. Lo svernamento avviene allo stadio di crisalide, tra la vegetazione caduta a terra in autunno o in altri ricoveri di fortuna, come le fessure dei pali di sostegno in legno dei vigneti.
Lo sfarfallamento degli adulti avviene verso i primi di aprile e si prolunga per circa un mese. Le femmine depongono le uova dopo una settimana dall’accoppiamento, uova che vengono lasciate sulla pagina superiore delle foglie. Lo sviluppo embrionale di compie in 2-4 settimane, a seconda delle condizioni climatiche. Le larve neonate iniziano da subito la loro attività trofica di nutrizione, localizzandosi sulla pagina inferiore delle foglie, in particolare lungo la nervatura mediana, dove si costruisce un astuccio sericeo protettivo. In seguito le larve iniziano ad attaccare i frutti.

Maturità e ulteriori generazioni

Le larve sono del tutto mature a partire dalla prima decade del mese di giugno. In questa fase del ciclo di vita le larve uniscono con fili sericei le pagine di due foglie che si toccano o fanno aderire una foglia al frutto. In mezzo a queste due parti le larve s’incrisalidano. Dalla seconda metà di giugno in poi compaiono i nuovi adulti, i quali danno vita alla nuova generazione che raggiunge la piena maturità di solito verso la fine di luglio. Tra agosto e settembre abbiamo un ulteriore volo degli adulti e quindi la terza generazione, quella che sarà poi svernante allo stadio di crisalide.

Come eliminare l’eulia della vite e dei fruttiferi in modo biologico

La difesa biologica contro l’eulia dovrebbe partire da un’azione di monitoraggio, utilizzando le trappole ai feromoni sessuali. Queste particolari trappole andrebbero piazzate nel frutteto o nel vigneto a partire dai primi di aprile, così da verificare una presenza preoccupante di adulti e quindi stabilire la soglia d’intervento.
In biologico il prodotto più efficace da utilizzare contro le larve di eulia è il bacillus thuringiensis var. kurstaki (se vi occorre è acquistabile qui). Il massimo della sua efficacia si ha nei confronti delle larve più giovani, occorre quindi intervenire tempestivamente.

Approfondimenti
  • La tignola orientale del pesco (Cydia molesta)
  • Aleurocanthus spiniferus. Rimedi naturali e danni sulle piante
  • Come allevare la vite a Sylvoz
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2 commenti

Vincenzo 22 Agosto 2021 - 10:02

Grazie per questi articoli che pubblicati,sono molto interessanti ed utili. Buon lavoro

Replica
Coltivazione Biologica 22 Agosto 2021 - 10:25

Grazie a te 🙂

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