Le fragoline di bosco sono un piccolo frutto prelibato che cresce spontaneo nel nostro Paese. Appartengono alla categoria dei frutti di bosco, quali: mirtillo gigante americano, lamponi, more di rovo, ribes, mirto e altri ancora.
La grande diffusione spontanea nella diverse regioni, ha fatto sì che questo piccolo frutto avesse tanti nomi volgari. Tra questi, i più noti sono forse merello, fragola selvatica e fragola di bosco.
Negli ultimi anni è in forte aumento la coltivazione di questo frutto, vista l’elevata richiesta del mercato, sia per il consumo fresco, che per la trasformazione.
Questo interesse si sta diffondendo anche tra gli orticoltori domestici, che lo vogliono nei propri giardini.
In quest’articolo illustreremo, dunque, le caratteristiche botaniche della pianta e, soprattutto, vedremo come coltivarla.
Identificazione e habitat delle fragoline di bosco
Il nome scientifico della pianta delle fragoline di bosco è Fragaria vesca. Si tratta di una specie appartenente alla famiglia botanica delle Rosaceae.
Com’è ovvio, c’è una stretta parentela con le fragole coltivate. Da quest’ultime, però, si distinguono in modo netto per la grande rusticità e la crescita spontanea.
La raccolta dei funghi non è l’unico pretesto per fare delle belle scampagnate in montagna. In Italia, infatti, le fragoline di bosco sono presenti in tutte le regioni, dove crescono selvatiche nei boschi, nelle radure, nei luoghi erbosi, nelle zone schiarite. Le ritroviamo ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 2.000 m.
Le fragoline di bosco vantano inoltre una grande tradizione nella nostra cultura. Un famoso detto recita: “Solo Dio avrebbe potuto creare una bacca migliore del merello, ma non lo fece!”
Troviamo la fragola di bosco citata in diversi testi antichi e nella mitologia. Inoltre compare in testi e trattati di medicina e botanica, per la sua proprietà di abbassare la pressione sanguigna.
Caratteristiche botaniche delle fragole di bosco
La fragolina di bosco è una pianta erbacea perenne, con portamento eretto e radice rizomatosa molto ramificata. La radice porta una rosetta di foglie, da cui dipartono lunghi stoloni, che emettono ulteriori radici all’altezza dei nodi. Quest’ultimi servono alla pianta per allargarsi sul terreno. Al verificarsi delle condizioni ideali, queste, formeranno fitte colonie.
E’ uno spettacolo imbattersi in un prato di fragoline di bosco. La pianta, inoltre, è perfetta per ricoprire il suolo. In altezza non supera, di solito, i 20/25 cm e ricorda molto le fragole coltivate, ma in miniatura.
Le foglie hanno un lungo picciolo, ricoperto di peluria. Sono divise in tre foglioline obovate, con il margine dentato, tondeggiante, nella parte apicale.
Nella porzione basale, le foglie si restringono a cuneo e il margine è intero. La pagina superiore è di colore verde intenso, poco pelosa. Quella inferiore, invece, è molto più chiara e vira al biancastro.
L’infiorescenza è formata da pochi fiori, con un calice rinforzato da un calicetto di cinque sepali lanceolati. La corolla del fiore ha cinque petali ovali di colore bianco.
L’impollinazione avviene sia ad opera del vento (quindi di tipo anemofilo), che delle api e degli altri insetti pronubi (quindi entomofila).
A livello botanico la bacca è in realtà un falso frutto. Quello vero sono gli acheni, neri e piccoli, sparsi sul ricettacolo. Quest’ultimo è rigonfio, carnoso, di piccole dimensioni, dalla forma ovale e dal tipico colore rosso chiaro. L’insieme appena descritto, forma la fragolina di bosco.
La polpa è più morbida, ma anche più gustosa, rispetto a quella delle classiche fragole.
La fruttificazione avviene a partire dal mese di aprile e dura fino all’inizio dell’estate.
Varietà di fragoline di bosco
Di Fragaria vesca ne esistono numerosi biotipi, che si possono discostare dal modello botanico appena descritto.
La varietà più nota e coltivata di fragoline di bosco è la Regina delle Valli, di cui sono esistono anche cloni simili, come l’Alexandria.
In questa varietà la bacca è più allungata, ha consistenza scarsa, colore spesso scuro e poco omogeneo, profumo intenso. La Regina delle Valli è coltivata soprattutto nelle regioni settentrionali.
Un’altra varietà coltivata, specie nelle regioni meridionali, è l’Alpine. Le piante di questa varietà sono più produttive rispetto alla Regina delle Valli. Il frutto ha forma tondo-conica e colorazione più omogenea. La painta non emette però stoloni e quindi si riproduce solo per seme ed è meno rustica.
Altre varietà di fragole di bosco autoctone degne di nota sono:
- Petina (Campania);
- Ribera (Sicilia).
Entrambe non rifiorenti, molto stolonifere e caratterizzate da un marcato profumo dei frutti.
Come coltivare le fragoline di bosco
Esigenze pedoclimatiche
La coltivazione delle fragoline di bosco è molto più semplice rispetto a quella delle fragole. Questo è facile da intuire, giacché le prime sono molto più rustiche.
La pianta predilige un terreno umido, profondo e ricco di humus. Non dimentichiamoci, infatti, che di norma vegeta nel bosco.
Se il terreno è povero, bisogna integrare con una buona concimazione organica, fatta ad esempio con humus di lombrico o compost domestico.
Il terreno non deve presentare rischi di ristagno idrico ed è preferibile una reazione del pH sub-acida, quindi il 6,5 e il 5,5 (qui trovate le istruzioni per misurare correttamente il pH del terreno).
Per coltivare fragoline di bosco bisogna scegliere una posizione ombreggiata, mai in pieno sole. Essendo una pianta perenne, inoltre, va posizionata dove non crea conflitto nelle rotazioni colturali annuali. Dopo qualche anno di produzione, tuttavia, è bene sostituire le piantine.
La pianta resiste bene all’inverno e alle basse temperature, quindi è perfetta per la coltivazione nelle zone di montagna.
Come seminare le fragoline di bosco
Anche se le piante si possono riprodurre per propaggine, interrando gli stoloni, il modo migliore per impiantare sul nostro terreno le fragoline di bosco è la semina. E’, infatti, una cattiva idea prelevare stoloni dal bosco nel tentativo di impiantarle nel nostro giardino. Molto spesso si rischia solo di rovinare la natura e l’equilibrio dell’ecosistema.
Partiamo dunque dal seme, che si trova facilmente in commercio, e lasciamo in pace i boschi.
Per la semina, la temperatura ideale è di 13-20 °C, quindi può avvenire sul finire dell’inverno, con la tecnica del semenzaio.
Vediamo come procedere.
In una cassetta, o in un apposito semenzaio come questo, occorre preparate un mix di terriccio e torba: 60% il primo, 40% la seconda (se non li avete già nel vostro magazzino, potete trovare qui il primo e qui la seconda).
Preparato il mix, bagnate la terra e procedete alla semina a spaglio, non interrando troppo il piccolo seme.
La cassetta può essere tenuta in casa, ma mai in piena luce. Deve restare lontana da fonti di calore. La temperatura ideale è di circa 18°C, con pochi sbalzi termici. Il consiglio è di coprire la cassetta con del materiale trasparente (vetro o plastica). In questo modo farete passare la luce e manterrete sempre una certa umidità.
Al germogliamento diradato le piantine (prima dell’emissione della quinta foglia), tenendole a 5 cm l’una dall’altra. Quelle in esubero possono essere spostate in un’altra cassetta, alle stesse condizioni.
A metà primavera, tra fine di aprile e maggio, si possono trapiantare le nostre piantine cresciute in semenzaio in pieno campo.
La distanza d’impianto minima è di 20 cm tra una pianta e l’altra, ma si può aumentare tale distanza, per consentire uno sviluppo maggiore della pianta.
Cure colturali
Le fragoline di bosco richiedono due particolari cure nel ciclo di coltivazione:
pacciamatura e irrigazione.
La pacciamatura naturale con la paglia (o juta o, ancora, teli biodegradabili), mantiene la pianta libera dalle erbe infestanti. Inoltre, garantisce una maggiore umidità al terreno.
L’impianto di irrigazione è fondamentale per coltivare le fragole selvatiche. La pianta, infatti, essendo spontanea nel sottobosco, richiede una certa umidità e soffre la siccità. Soprattutto nei caldi periodi estivi, l’umidità del terreno deve essere tenuta sotto controllo (in questo anche la pacciamatura aiuta molto).
In ogni caso, per evitare marciumi e altre malattie, non esagerate con l’acqua ed evitate la formazione di ristagni idrici.
Raccolta, proprietà e usi delle fragoline di bosco
La raccolta delle fragoline di bosco avviene in modo scalare, a partire dal mese di aprile. Quando ci capita di raccogliere quelle spontanee, stiamo sempre attenti a che si tratti di luoghi puliti, dove nelle vicinanze non ci siano campi coltivati che facciano uso di pesticidi chimici. Stiamo inoltre attenti a non rovinare con eccessivi calpestii il sottobosco, così da consentire a tutti di godere dei doni della natura.
Della pianta, oltre ai frutti, si possono usare anche le foglie e il rizoma. Quest’ultimo ha proprietà aperitive, depurative, che possono essere sfruttate dai gottosi, dagli artritici, dai reumatici e da coloro che sono affetti da sciatica e calcoli.
Le foglie sono considerate un ottimo antidiarroico, astringente cutaneo, antiemorragico e cicatrizzante.
Le piccole fragole sono eccezionali consumate fresche. Quando si raccolgono, infatti, è difficile portarle a casa, quasi sempre vengono consumate sul momento. L’aroma dolce e rinfrescante ci riporta ai ricordi dell’infanzia, come una passeggiata domenicale nel bosco.
In cucina le fragoline di bosco sono ottime per la trasformazione in confetture o per preparare succhi e sciroppi. Possono anche essere impiegate in una cucina creativa, per decorare i dolci, nei dressing alle erbe, nelle salse fredde, negli amuse bouche, per aromatizzare liquori.