La pianta di lamponi appartiene alla famiglia dei frutti di bosco. Si trova allo stato spontaneo nel sottobosco delle zone alpine e prealpine. Negli ultimi anni è stato riscoperto il suo grande valore e si è intensificata la coltivazione, non solo in Nord Italia, bensì a macchia d’olio in tutto il Paese.
Le regioni con la maggiore vocazione per la coltivazione del lampone sono il Piemonte e il Trentino. Hanno, inoltre, una certa importanza anche le coltivazioni di Toscana, Emilia Romagna, Sicilia e Campania.
Questa pianta è rustica e facile da coltivare anche per i più inesperti. Bisogna però conoscerla bene e capire quali sono le sue esigenze.
In quest’articolo cerchiamo di fornire una guida completa alla coltivazione dei lamponi.
Identificazione e caratteristiche botaniche del lampone
La pianta di lamponi appartiene alla famiglia botanica delle Rosaceae, genere Rubus.
Ne esistono diverse specie ma quella di nostro interesse è la Rubus idaeus, conosciuta come lampone europeo.
E’ una pianta che si presenta con la tipica forma di arbusto cespuglioso, un apparato radicale molto superficiale (formato da radici principali rizomatose), e radici secondarie fascicolate.
L’arbusto è composto da numerosi germogli che hanno una durata biennale.
Questi germogli sono in continuo rinnovamento ed espansione. Quelli con un anno di età sono chiamati “polloni”, mentre quelli di 2 anni sono i tralci fruttiferi.
I polloni hanno una colorazione verde chiaro e sono ricoperti da piccole spine. A piena maturazione raggiungono una lunghezza superiore ai 2 m. Possono essere “radicali”, se generati da gemme poste lungo le radici, o “del colletto” se sorgono alla base della pianta.
Foglie, fiori e frutti della pianta di lamponi
Le foglie della pianta di lamponi hanno forma ovale, colore verde scuro e si sviluppano in gruppi da 3-5. Hanno il margine seghettato e sono caduche, quindi la pianta perde la sua chioma durante il periodo invernale.
I fiori sono bianchi e si trovano riuniti in infiorescenze racemose di piccole dimensioni. Questa specie ha impollinazione entomofila, operata da api e altri insetti impollinatori. Il lampone è una pianta mellifera da cui, se ricopre grandi superfici, si ricava un ottimo miele monoflorale.
Il polline è tuttavia molto leggero e quindi l’impollinazione può essere anche anemofila, ossia può avvenire anche grazie al vento.
Il frutto è un sorosio formato da un insieme di piccole drupeole, molto simili alla mora di rovo. La forma del lampone può variare da tonda a un po’ ovale, più o meno allungata. Il colore, invece, va dal rosa pallido al rubino, fino al rosso carico, quasi viola.
Lamponi uniferi o rifiorenti
La pianta di lamponi a seconda del tipo e del periodo di fruttificazione, si distingue in 2 gruppi: unifera e rifiorente (bifera).
Il lampone unifero ha un ciclo di produzione che avviene a cavallo di due anni. Nel primo anno c’è l’accrescimento vegetativo dei polloni, che a fine autunno sono completamente lignificati. Durante il secondo anno, invece, a partire dalla primavera, i polloni diventano tralci fruttiferi che originano ramificazioni laterali. queste vanno a frutto durante l’estate. In autunno/inverno i tralci fruttiferi seccano e vengono rimpiazzati da nuovi polloni.
Anche il lampone rifiorente ha un ciclo produttivo di due anni, ma con la differenza che i polloni possono fruttificare due volte. La prima volta nella parte apicale, alla fine della stagione di crescita, ossia in autunno. E una seconda volta nella parte sottostante l’apice vegetativo, nell’estate dell’anno successivo. La pianta in questo caso produce due volte all’anno.
Assortimento varietale
Esistono molte varietà di piante di lamponi, sia unifere, che rifiorenti.
La maggior parte sono incroci derivanti da processi di selezione, che danno modo di scegliere le cultivar più adatte al nostro ambiente di coltivazione.
Chiedete consiglio sempre al vostro vivaista di fiducia per la scelta della varietà migliore per la vostra zona.
Vediamo quali sono le principali tipologie.
Varietà unifere
Tra le varietà unifere segnaliamo:
- Malling promise
- Malling exploit
- Willamette
- Malahat
- Radboud
- Glen ample
- Tulameen
- Shoenemann
- Niniane rubaca
- Cascade delight
Varietà rifiorenti
Per le varietà rifiorenti abbiamo:
- Himbo top
- Heritage
- Autumn bliss
- Polka
- Sugana
La coltivazione del lampone
Di norma i lamponi selvatici crescono nel sottobosco, in zone di media montagna. Richiedono insomma un ambiente umido, fresco e ricco di sostanza organica. Quindi parliamo di una pianta molto rustica.
Le varietà coltivate sono in generale più delicate, ma comunque con un’ottima resistenza e adattabilità.
Le varietà unifere si coltivano bene fino ai 1500 m di altitudine, mentre per le rifiorente si consiglia di non superare i 1000.
Più che il freddo, la pianta di lamponi teme le alte temperature e l’eccessiva esposizione solare. Si consiglia quindi di scegliere un punto in mezzombra del vostro frutteto. La zona deve essere inoltre riparata dai venti, che possono altresì causare danni. I giovani frutti infatti, sono molto delicati e il vento, tramite lo sfregamento dei tralci, può rovinarli con facilità.
Terreno
La pianta di lamponi preferisci suoli un po’ acidi, freschi e ben drenanti. Ciò che rifugge sono quei tipi di terreno argillosi e compatti, troppo calcarei, che non drenano bene, creando asfissia radicale.
Prima dell’impianto conviene sempre eseguire un’analisi del ph del terreno.
Periodo della messa a dimora
Il periodo della messa a dimora varia a seconda del materiale vivaistico che si ha a disposizione. Vengono venduti sia polloni a radice nuda, sia piccole piante in vaso con pane di terra, già formate. La piantumazione del pollone a radice nuda deve avvenire nel periodo di dormienza, ossia in autunno-inverno. Per questo tipo di pianta è la scelta migliore.
Le piante in vaso con pane di terra, invece, si piantano in primavera, superato il rischio delle gelate tardive.
Per ulteriori approfondimenti tecnici consigliamo di leggere quest’articolo su come piantare un albero da frutto.
Sesto d’impianto e forma d’allevamento, varietà unifere
L’allestimento e la gestione di un lamponeto cambiano a seconda della varietà prescelta. Per le varietà unifere, che fruttificano ogni due anni, un sistema interessante è l’allevamento a spalliera con produzione alternata.
Con questo sistema una parte dell’impianto viene destinata alla produzione dell’anno, mentre un’altra parte al rinnovo dei polloni.
Spieghiamoci meglio. Innanzitutto l’allevamento a spalliera prevede la predisposizione di sostegni. Questi si realizzano con pali in ferro o legno di 2,50 m, posti sulla stessa fila, distanti due metri. Tra i pali, in senso longitudinale, facciamo passare del fil di ferro, a diverse altezze. In questo modo ancoreremo le piante tramite legatura.
La legatura permette di impalcare i polloni, evitando che la pesante vegetazione o il vento pieghi i tralci, rompendoli e affastellandoli.
Le piante (o i polloni a radice nuda) vengono posti a 40 cm l’uno dall’altro sulla fila. Tra due file, invece, la distanza da mantenere è di 2 m.
La forma di allevamento a spalliera con produzione ad anni alterni, implica la separazione dei polloni di rinnovo, dai tralci fruttiferi. Una parte dell’impianto è dedicata alla sola produzione, mentre un’altra parte al solo rinnovo, invertendole l’anno successivo.
In questo modo la produzione è garantita ogni anno, anche se solo su metà campo, ma la gestione è molto più semplice.
L’allevamento tradizionale delle varietà unifere, prevede che sulla stessa fila vi siano sia i polloni da rinnovo che i tralci fruttiferi. Questo crea una concorrenza tra rinnovo e produzioni, e grossi problemi con la potatura.
Con il sistema di allevamento con produzione ad anni alterni migliora l’accrescimento vegetativo, la produzione per pianta, ma soprattutto si semplifica la gestione dell’impianto.
Varietà rifiorenti
Anche per le varietà rifiorenti è l’allevamento a spalliera quello più indicato. Vedremo cosa ciò comporta nella gestione degli interventi di potatura.
Irrigazione e concimazione
Nella coltivazione dei lamponi molta attenzione bisogna prestare all’irrigazione. Di norma gli interventi irrigui sono limitati, quasi nulli, crescendo il lampone in zone collinari e montane. Purtroppo la crescente siccità, con lunghi periodi senza precipitazioni, costringe gli appassionati a dotarsi di un impianto d’irrigazione a goccia.
Risulta quindi fondamentale irrigare subito dopo la messa a dimora della piantine, in primavera, nel momento della ripresa vegetativa, nel periodo di fioritura e soprattutto durante l’ingrossamento dei frutti, in piena estate.
Dopo la raccolta, specie in autunno, le irrigazioni andranno via via ridotte, favorendo la maturazione del legno e lo sviluppo dell’apparato radicale e di nuovi polloni.
La concimazione è consigliabile effettuarla almeno una volta l’anno, apportando alla base delle piante sostanza organica. Sono consigliati letame maturo, humus di lombrico (che potete acquistare qui) e compost domestico.
Potatura delle varietà unifere di lampone
In generale, la potatura delle varietà unifere della pianta di lamponi è piuttosto semplice. Consiste nell’eliminazione dei tralci che hanno prodotto nell’anno.
Nell’allevamento a spalliera con produzione in anni alterni i tralci produttivi vengono eliminati in autunno, quando sono del tutto secchi. I polloni che sono allevati sulla fila del rinnovo, devono essere diradati, lasciandone 12-15 per metro lineare. Vanno poi cimati a circa 1,80 m di altezza. Quindi, l’anno successivo, avremo di nuovo una fila produttiva (quella dei polloni cimati) e una fila di rinnovo (quella dei tralci fruttiferi eliminati, da cui nasceranno nuovi polloni).
Nell’allevamento a spalliera tradizionale, invece, questa operazione viene effettuata sulla stessa fila. In pratica basta eliminare i tralci produttivi subito dopo la raccolta. La difficoltà sta negli spazi ridotti e nella concorrenza che si crea tra il tralcio che ha prodotto, da eliminare, e il pollone da rinnovo, che invece va lasciato vegetare.
Potatura delle varietà rifiorenti di lampone
Per le piante di lamponi rifiorenti, onde ottenere due raccolti, gli interventi di potatura si eseguono in maniera diversa.
Dopo la raccolta d’autunno del primo anno, viene elimina la parte apicale dei tralci produttivi. In questo modo si avrà nell’estate dell’anno successivo la seconda produzione, nella parte mediana degli stessi tralci.
Gestione del suolo
In agricoltura biologica e ambienti montani, ottimi risultati sono stati registrati con la tecnica dell’inerbimento permanente.
All’inerbimento nell’interfila è opportuno associare la pacciamatura naturale, sistemata alla base della pianta in primavera, nel momento della ripresa vegetativa.
La pacciamatura consente di risparmiare in termini di interventi irrigui. Allo stesso tempo mantiene pulite le piante di lamponi, che soffrono l’eccessiva presenza di erbe infestanti alla base.
Parassiti dei lamponi e difesa biologica
La pianta di lamponi può soffrire di attacchi da parte di alcuni parassiti tipici del frutteto. Tra questi i più diffusi sono: afidi in primavera, ragnetto rosso in estate, cimici tra la fine dell’estate e l’autunno. Per la difesa biologica da questi parassiti vi consigliamo di leggere i relativi articoli di approfondimento.
4 commenti
salve, una domanda da profano che per la prima volta sta cercando di coltivare lamoni in vaso…
ho una pianta unifera che sta producendo alla grande sui tre tralci che aveva quando la ho comprata, ora sta nascendo un nuovo pollone … in autunno che faccio? taglio tutti e tre i rami vecchi alla base che hanno già fruttificato lasciando un solo nuovo pollone che nel frattempo sarò crescuto o devo restare anche qualche ramo vecchio?? che poi non fruttificherà più a quanto ho capito … grazie
buongiorno , volevo , gentilmente , sapere che spazio occorre per “tenere” 10 piante di lamponi e se si possono collocare in bancali. non ho nessuna conoscenza nel campo e sto provando a coltivare biologicamente un giardino trovato nella nuova casa. grazie!!!!
Come spiegato nell’articolo, il sesto d’impianto è di 40 cm sulla fila, tra una pianta e l’altra. Mentre tra una fila e l’altra la distanza da mantenere è di 2 metri.
Grazie, molto interessante.
Cerea, nèh!