Il larice (Larix decidua) è un albero appartenente alla famiglia delle Pinaceae. La specie Larix decidua è l’unica del genere Larix presente nel nostro paese, anche se solo nelle regioni settentrionali. È nota anche con il nome di larice comune e con altri nomi tipici regionali, come laras o lares, in Piemonte e Lombardia. Il legno di questo albero è molto pregiato e durevole nel tempo, tanto da essere ampiamente impiegato nelle costruzioni dell’Arco alpino. Non tutti sanno, però, che il larice ha anche delle proprietà benefiche custodite nella resina (trementina) che possono essere sfruttate in fitoterapia.
In quest’articolo conosciamo le caratteristiche botaniche del Larix decidua e i diversi usi del legno e della resina.
Descrizione del larice
Il larice è un albero ad alto fusto che fa parte delle conifere, ma, a differenza della maggior parte di queste, ha le foglie caduche. Può arrivare a 30-40 m di altezza, mentre il diametro del fusto raggiunge il metro. È altresì molto longevo, potendo superare mediamente i 400 anni di vita, con esemplari di oltre 1.000 anni. Se le condizioni ambientali sono favorevoli, cresce velocemente nelle fasi giovanili, altrove l’accrescimento è molto lento.
Foglie
Le foglie del larice sono aghiformi, piatte e molli, non pungenti. Il colore è verde-tenero, soprattutto appena formate in primavera, mentre poi vira al giallo-rossiccio in autunno, prima che gli aghi cadano, creando delle suggestioni cromatiche uniche sui versanti montani interessati dalla presenza del larice.
La pagina superiore è marcata da un sottile solco longitudinale, quella inferiore possiede una leggera costa anch’essa longitudinale. Ai lati sono presenti delle linee bianche. Sono disposte in maniera alterna sui rametti allungati oppure sono riunite, in ciuffi di qualche decina, su rametti molto corti detti brachiplasti.
Fiori

Fiori femminili
Il Larix decidua è una pianta monoica diclina, in cui i fiori maschili e femminili sono distinti. I primi sono portati da coni lunghi pochi millimetri, i secondi sono inseriti su piccole pigne rossastre. La fioritura del larice avviene tra aprile e giugno.
Frutti
I frutti, derivati dai fiori femminili, sono detti strobili. Sono dei coni lunghi 3-4 cm formati da squame prima rossastre, poi brune. I semi, due in ogni loggia del cono, sono alati, bruni e lucidi, persistenti sul ramo fino a disseminazione completa.
Tronco e rami
Il tronco è unico e quasi sempre perfettamente dritto, allargato alla base. Nella parte esterna la corteccia è gialla sui getti dell’anno, poi diventa grigia, dapprima liscia e poi sempre più fessurata nel senso dell’asse del fusto, formando delle placche che nelle piante adulte e vecchie possono superare 20 cm di spessore. Nella parte più interna è di colore rosso cupo.
I rami principali sono più o meno orizzontali, i rametti secondari sono lunghi, sottili e penduli. La chioma è piramidale negli esemplari giovani, allargata in quelli adulti.
Sul fusto principale e sui rami tendono a formarsi dei licheni molto vistosi, solitamente del tipo crostoso.
Dove si trova il larice
Il larice è diffuso nelle aree alpine e sub-alpine della nostra penisola e lo troviamo a vegetare in ambienti molto differenti dal punto di vista altimetrico. Infatti, è presente dal limite superiore della vegetazione arborea, fino ai coltivi abbandonati di media montagna, dai 600 ai 2400 m di quota. La maggiore presenza si ha in tutto il settore montano e subalpino, dove forma boschi puri, ossia i lariceti. Isolato, invece, raggiunge quote più elevate, e lo troviamo su ghiaioni e zone rocciose.
Come la betulla, il larice predilige le esposizioni luminose, essendo una specie eliofila. Si può instaurare facilmente su pascoli abbandonati, scarpate stradali di montagna o nelle tagliate sufficientemente ampie. I rami dell’albero bassi, ossia quelli peggio illuminati, seccano sulla pianta e poi cadono.
L’albero è molto resistente al freddo e dunque vive a quote elevate, dove il vento pungente lo mantiene più basso e con forma contorta.
Il legno del larice
Il legno di larice è molto pregiato. Presenta durame e alburno ben differenziati, il primo di colore rosso-bruno, mentre il secondo (piuttosto ristretto) è bianco-giallo.
Gli anelli di accrescimento, utili per capire l’età dell’albero, sono sempre ben visibili.
Nel legno dell’albero sono presenti numerosi canali resiniferi e spesso anche delle vere e proprie tasche di resina. La fibratura è dritta, con la tessitura che varia da fine a media. Queste caratteristiche rendono il legno ben lavorabile. Un’altra caratteristica è che si fende con facilità, questa proprietà deve essere tenuta in considerazione durante la segagione, la stagionatura e i successivi impieghi.
Usi del legno
Il durame del legno di larice è molto resistente all’azione degli agenti atmosferici e di eventuali parassiti, per questo motivo è la specie più impiegata nelle costruzioni sulle Alpi. Da secoli i tronchi squadrati con la scure si usano per la costruzione di case, stalle e fienili, spesso ricoperti di scandole, sempre di larice. I tronchi sono ottimi anche per realizzare strutture di difesa del suolo e paravalanghe. I segati si prestano alla realizzazione di pavimenti, rivestimenti, infissi, mobili, lavori di ebanisteria.
Rami, tronchi difettosi e scarti di lavorazione sono ottima legna da ardere, che scoppietta nella combustione. Il legname di larice migliore in assoluto si ricava dai fusti con anelli di accrescimento regolari e non troppo ampi, che sono propri degli alberi dei boschi di alta montagna. Quelli cresciuti a bassa quota di solito hanno anelli troppo larghi e alburno molto ampio, a discapito della qualità.
La resina del larice
Dal larice si estrae una preziosa resina, nota come trementina. Questa resina è usata a livello industriale nella fabbricazione di vernici, solventi, creme per calzature. È molto usata anche in ambito fitoterapico, per le sue proprietà benefiche. Prima di conoscerle vediamo come si raccoglie e conserva.
Raccolta e conservazione della resina
La raccolta della resina di larice si esegue in autunno, sfruttando quella che cola naturalmente fra le screpolature della corteccia o da incisioni praticate a tal scopo nella primavera precedente. In modo molto più semplice, è possibile raccoglierla anche da alberi già tagliati.
La resina si fonde a bagnomaria, si filtra e si conserva in recipienti di vetro.
Proprietà della trementina
I principi attivi della resina di larice sono custoditi nell’olio essenziale (pinene, acidi resinici, acido succinico). Le sue proprietà sono: purificanti, antisettiche, revulsive, rubefacenti, tossifughe, espettoranti.
Questa resina, per lungo tempo è stata usata dalle popolazioni montanare per combattere la tosse e disinfettare l’apparato respiratorio. Per l’uso nelle preparazioni domestiche occorre prestare molta cura alla purificazione del prodotto.
Un’utile applicazione della trementina di larice è quella per suffumigi e inalazioni, utili per decongestionare naso e gola. Lo stesso tipo di applicazione può essere adottato per purificare gli ambienti in cui soggiornano malati e per alleviare la respirazione di soggetti affetti da forme morbose dell’apparato respiratorio.
Come fare i suffumigi
Per sfruttare queste proprietà della resina di larice si fanno i suffumigi. Basta infatti gettare qualche globulo di resina in un recipiente contenente acqua bollente e respirare i vapori. Questo trattamento non va fatto più di due volte al giorno.