L’ontano nero (Alnus glutinosa) è un albero appartenente alla famiglia delle Betulaceae. È anche conosciuto come ontano comune ed è una delle 4 specie di ontani che crescono in Italia, insieme all’ontano bianco (A. incana), l’ontano verde (A. alnobetula) e l’ontano napoletano (A. cordata). L’Alnus glutinosa è uno degli alberi che cresce con maggiore facilità lungo i corsi d’acqua. A questa sua peculiarità viene riconosciuta un’importanza ambientale rilevante contro i fenomeni di dissesto idrogeologico. Oltre al ruolo in ambito forestale, il legno di quest’albero è pregiato ed è impiegato in lavori di falegnameria. Infine, non tutti sanno che la corteccia e le foglie sono ricche di proprietà benefiche, facilmente sfruttabili in preparazioni domestiche.
Conosciamone quindi le caratteristiche botaniche e gli usi.
Descrizione dell’ontano nero
L’ontano nero ha foglie caduche di dimensioni variabili. Cresce in media tra gli 8 e i 10 m, ma può raggiungere anche i 20-25 m. L’accrescimento è veloce, ma la longevità è scarsa (80-100 anni). Ha un tronco generalmente dritto e slanciato, con chioma densa di rami, che spesso termina a punta.
I rami, specialmente negli ontani adulti, sono disposti a piani come quelli delle conifere, hanno crescita ascendente e a un certo punto si ripiegano verso il basso.
La corteccia dei rami giovani è verde-brunastra, con superficie liscia ricoperta di numerose lenticelle e ricca di ghiandole resinifere. La corteccia del tronco invece è dapprima liscia e grigio-verdognola, ma con il tempo annerisce e si fessura in grosse placche irregolari.
Radici
Le radici dell’ontano nero sono estese e robuste, riescono ad ancorare l’albero al terreno anche in zone paludose. Hanno la peculiarità di svolgere un’azione simbiotica con alcuni batteri azoto-fissatori del genere Frankia, e in maniera analoga alle piante leguminose fissano l’azoto atmosferico al terreno, trasformandolo, attraverso la formazione di tubercoli, in azoto organico e disponibile.
Dunque l’ontano nero è una pianta miglioratrice del terreno.
Foglie
Le foglie dell’ontano nero hanno il picciolo non molto lungo, sono di forma da rotonda a ovato-ellittica, bruscamente ridotte a cuneo alla base. L’apice è arrotondato o, talvolta, inciso. Il margine è invece dentellato e inciso in lobetti nella porzione superiore.
La superficie è glutinosa, cioè appiccicaticcia, nelle foglie giovani; è glabra o quasi in quelle adulte. All’ascella delle nervature della pagina inferiore sono presenti ciuffi di peli.
Il colore è verde-scuro e lucido nella pagina superiore, più chiaro in quella inferiore.
Le foglie non ingialliscono prima della caduta autunnale.
Fiori
L’ontano nero è una pianta monoica diclina e proterante, vale a dire che i fiori appaiono sui rami prima delle foglie.
I fiori sono separati. Quelli maschili sono riuniti in gruppi da 3-5 e vanno a formare degli amenti penduli, lunghi fino a 6 cm, di forma cilindrica, colore bruno-rossastro, antere gialle e 4 stami. Quelli femminili, invece, compongono dei piccoli amenti eretti durante la fioritura, sono più piccoli di quelli maschili (3 cm), hanno forma ovale-oblunga, e sono dotati di picciolo. Il colore è rossastro.
La fioritura dell’ontano nero avviene tra febbraio e aprile, a seconda delle zone. Con la fioritura si produce una grande quantità di polline, in grado di scatenare i sintomi allergici nei soggetti sensibili.
Frutti e semi
Dagli amenti femminili dell’ontano nero si sviluppano le infruttescenze, ovvero degli pseudo strobili (micro pigne) di colore scuro e forma ovale-oblunga. Al loro interno sono custoditi i veri frutti, vale a dire degli acheni di piccole dimensioni, forma ovale, compressi e circondati da una piccola ala. Un kg contiene 700.000-800.000 semi, con una germinabilità del 25-30%, che si mantiene per 10-12 mesi.
Dove cresce l’ontano nero?
L’ontano nero cresce dal livello del mare fino a 1.200 metri di altitudine. Preferisce le zone umide, come i boschi ripariali, ma anche terreni periodicamente sommersi e paludosi, lungo i corsi d’acqua. Lo troviamo in formazioni pure o, più frequentemente, miste con salici e pioppi. Si tratta di una pianta acidofila che predilige i terreni silicei. Tuttavia vegeta bene anche nei terreni argillosi e compatti, che danno luogo a ristagno idrico e che sono rifiutati dalla maggior parte delle specie arboree.
In Italia è presente lungo tutta la penisola e nelle isole maggiori.
Importanza ambientale dell’ontano nero
In ambito forestale, l’ontano nero è utilizzato per il consolidamento degli argini dei fiumi a prevenzione del dissesto idrogeologico.
Usi di legno, pigne e corteccia
In passato, il legno d’ontano nero veniva ampiamente sfruttato per le sue caratteristiche di impermeabilità al contatto con l’acqua. Il legno infatti indurisce parecchio e non marcisce neanche se sommerso. Per questo fu impiegato per le fondazioni delle costruzioni a Venezia, per la costruzione di palafitte, piccoli ponti o manufatti che entrano nell’acqua.
L’albero fornisce un legno semiduro e leggero, indifferenziato, inizialmente giallo-aranciato, poi rossastro.
In falegnameria è utilizzato per piccoli lavori (rocchetti, zoccoli, sedi, ecc.), è molto ricercato per la produzione di parquet, pavimentazioni in legno e mobili. Le piccole pigne vengono vendute essiccate come stabilizzatore biologico e antibatterico negli acquari domestici (le trovate qui). L’ontano nero fornisce inoltre diverse tinture. Il rosso dalla corteccia, il verde dai fiori, il marrone dai giovani rami. Queste tinture vengono utilizzate per la concia delle pelli.
Proprietà dell’ontano nero
Corteccia e foglie dell’ontano nero sono ricche di proprietà benefiche.
La corteccia, è particolarmente ricca in tannini e sostanze amare, ha proprietà febbrifughe utili per aiutare le normali terapie in caso di febbri intermittenti e infezioni intestinali. Ha inoltre proprietà astringenti che vengono sfruttate per risolvere piccole infiammazioni della bocca e della gola, alleviare arrossamenti della pelle, tonificare vasi superficiali dilatati, mitigare disturbi emorroidali. Ha infine, anche proprietà antiradicaliche.
Anche le foglie hanno proprietà astringenti e vengono impiegate, per uso interno, come diuretico. La tradizione popolare attribuisce loro la proprietà di diminuire la secrezione lattea e frenare la sudorazione.
Raccolta e conservazione
La corteccia si ottiene in primavera, prima della comparsa delle foglie, da rami di 2-3 anni. Si stacca con un coltello e si divide in pezzetti di 10 cm di lunghezza. Le foglie si raccolgono in maggio-luglio, a completo sviluppo.
Una volta raccolta, la corteccia si essicca al sole, le foglie invece si fanno asciugare all’ombra, rimuovendole spesso. Entrambe si possono conservare in sacchetti di carta o tela.
Usi domestici
Per uso interno si usa la corteccia per attenuare la febbre, preparando un decotto con 3 g di corteccia secca in 100 ml, da assumere in 2-3 tazzine al giorno.
Per uso esterno il decotto si prepara con 5 g in 100 ml d’acqua ed è utile per fare sciacqui, gargarismi, compresse imbevute da applicare sulle parti interessate da infiammazioni.
Le foglie, per uso interno, si utilizzano per stimolare la diuresi, facendo un infuso con 3 g in 100 ml d’acqua, da assumere in 1-2 tazzine al giorno.
1 commento
Spesso diciamo che il terreno è sempre più povero di humus ma poi dedichiamo poco tempo ad arricchirlo anche solo “arieggiandolo” superficialmente…Grazie