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Home » Piante e fiori » Bagolaro

Bagolaro (Celtis Australis), l’albero spaccasassi

Di Coltivazione Biologica 11 Novembre 2019

Il bagolaro, nome scientifico Celtis Australis, è un albero conosciuto anche con il nome volgare di albero spaccasassi. Inizialmente si riteneva appartenente alla famiglia delle Ulmaceae, ma fu in seguito riclassificato in quella della Cannabaceae.
È molto diffuso in Italia, tanto da avere diversi nomi locali: romiglia, lodogno, caccamo.
I nome bagolaro deriva dalla parola dialettale bagola, che nei dialetti del Norditalia significa manico. Il nome riporta probabilmente alla bontà del suo legno, da sempre molto usato in falegnameria.
Si tratta di una pianta molto rustica, che cresce facilmente allo stato spontaneo, anche in terreni molto difficili.

In genere, viene coltivata in modo intensivo per il suo ottimo legno, oppure impiegata come specie ornamentale nel verde pubblico.
Ha frutti eduli, che hanno diversi impieghi in cucina.
Conosciamo quindi meglio il Celtis Australis e tutti i suoi possibili utilizzi.

Origini del Celtis Australis

Il Celtis Australis è un albero tipicamente mediterraneo, oggi diffuso in tutta l’Europa continentale e in buona parte dell’Asia.
In Italia lo troviamo in tutte le regioni, dalla pianura fino alla collina.

Dove cresce il bagolaro

Il bagolaro di solito vegeta nei boschi di latifoglie, associato ad altre specie quali: olmo, carpino, nocciolo, frassino, orniello, quercia e acero.
È una pianta molto rustica, che ama crescere nei terreni sassosi, dove gli altri alberi fanno molta fatica. Da qui il particolare nome di albero spaccasassi, cioè con radici in grado di farsi strada tra le pietre e addirittura di penetrare nelle rocce sgretolandole.
Per questo motivo, quest’albero ha importanti usi in ambito forestale, per il consolidamento e il rimboschimento di terreni sassosi.

Caratteristiche del bagolaro

Bagolaro
Il bagolaro è un albero dal portamento maestoso.

  • Può superare i 30 m di altezza;
  • Ha una chioma ampia e globosa;
  • È tratta di una pianta molto longeva, può superare anche i 500 anni di età;
  • Ha una crescita lenta, ma continua.

Radici

L’apparato radicale ha la caratteristica di essere profondo ed espanso, proiettandosi anche di molto al di fuori della chioma. Grazie alle sue possenti radici, che lo ancorano al terreno, il bagolaro non ha problemi a crescere in suoli estremamente siccitosi o in pendio.

Approfondimenti
  • Il larice (Larix decidua). Caratteristiche e usi
  • Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia). Coltivazione e uso dei frutti
  • Il cedro del Libano (Cedrus libani). Storia, caratteristiche e coltivazione
  • Faggio (Fagus sylvatica). Caratteristiche dell’albero e usi

Tronco e rami

Celtis Australis
Il tronco è dritto, il che conferisce all’albero di bagolaro un portamento eretto. La corteccia è grigia, solcata in età adulta da evidenti nervature.
Non è molto lungo, in quanto si dirama presto in numerose ramificazioni. Le prime branche (rami primari) sono di grandi dimensioni e si puntano verso l’alto. Si diramano ulteriormente in rami più piccoli, che sono penduli.

Foglie

Il bagolaro è una specie caducifoglia, ossia perde il suo fogliame durante l’inverno.
Le foglie sono semplici, alterne e dotate di picciolo, di forma ovale, acuminate e con margine seghettato. La pagina superiore è color verde scuro e molto ruvida, mentre quella inferiore è più chiara.

Fiori

I fiori del bagolaro sono ermafroditi, con impollinazione anemofila. Hanno piccole dimensioni e colore verdastro. Compaiono nello stesso momento delle foglie a partire dal mese di aprile. Sono solitari o riuniti in gruppetti di 3 o 5.

Frutti

Foglie e frutti di bagolaro
Il frutto della pianta di bagolaro è una piccola drupa di forma sub-sferica dalla dimensione di un’oliva. Cambiano colorazione con la maturazione, passando dall’iniziale verde, al giallastro e al nero.
Si tratta di frutti eduli, dal sapore leggermente dolciastro, con poca polpa ma che rappresentano una buona fonte di fibre alimentari, proteine e vitamine.
Sono molto graditi agli uccelli, che successivamente, con la digestione, spargono i semini, contribuendo a diffondere la pianta.

Gli usi del bagolaro

Gli usi principali del bagolaro riguardano la falegnameria. L’albero, infatti, fornisce un legno molto pregiato di color grigio-biancastro: duro, flessibile, tenace, elastico e durevole.
È un legno adatto per piccoli lavori al tornio, per la fabbricazione di mobili, ma anche semplicemente per la produzione di carbone.
Dalla corteccia si riesce a ricavare un pigmento giallo, impiegato in tintoria.
Ad oggi, l’utilizzo maggiore del bagolaro è nel verde pubblico, su viali e parchi. Con la sua ampia chioma, infatti, è perfetto per ombreggiare. Inoltre non ha problemi con i terreni scarsi delle strade o con la copertura dell’asfalto.
Resiste bene all’inquinamento e non soffre per tagli sbagliati di potatura. I tecnici che lo impiantano dovrebbero comunque stare attenti a tenerlo lontano dalla rete idrica, che potrebbe essere danneggiata dalle forti radici della pianta spaccasassi.

Proprietà delle foglie di bagolaro

Le proprietà delle foglie del bagolaro sono molteplici, per cui sono spesso usate in fitoterapia.
Sono astringenti, antidiarroiche, rinfrescanti.
Ottime da secche per la preparazione di tisane, infusi e decotti. Sono indicate soprattutto per problemi all’intestino o, per uso esterno, per disinfettare la bocca in caso di gengiviti.

Utilizzi in cucina dei frutti del bagolaro

Il frutto del bagolaro, non avendo molta polpa, non viene consumato fresco. Ad ogni modo, è da sempre usato in alcune trasformazioni in cucina, come confetture e liquori.

Curiosità

I rami più alti dell’albero di bagolaro ospitano una splendida farfalle, la Vanessa antiopa (Nymphalis antiopa), un’elegante specie di lepidottero italiano.

Approfondimenti
  • La sughera (Quercus suber). Coltivazione e usi
  • Spino di Giuda (Gleditsia triacanthos). Coltivazione e usi
  • L’olmo campestre (Ulmus minor)
  • Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia). Coltivazione e uso dei frutti


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4 commenti

Giovanni Da Legnano 11 Novembre 2019 - 16:39

In piemonte (nel torinese) e chiamato “nescha” e veniva usato per fare fruste (fuet)

Replica
Enzo 12 Maggio 2020 - 8:03

Vorrei sapere per favore come si chiama l albero spaccasassi in genovese grazie

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Giovanni 27 Luglio 2020 - 0:20

Buongiorno, in questi giorni il 24 luglio causa una tromba d’aria, il mio magnifico e maestoso albero di 27 anni è stato abbattuto dal forte vento. Aveva superato altri forti venti ma stavolta non ce l’ha fatta , ho pianto come un bambino a vedere questo gigante a terra.

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Mirella 18 Agosto 2020 - 21:53

Io lo conoscevo come albero dei rosari perché dai semi forati si producevano appunto i rosari. La mia cagnolina, era molto golosa dei semi maturi e avendoli assaggiati anche io (dopo essermi informata che non facessero male a nessuna delle 2)ho scoperto che sono gustosi, dolciastro direi.

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