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Il cancro batterico dell’actinidia (Pseudomonas syringae pv. actinidiae o Psa) è una grave malattia che colpisce, appunto, la pianta di actinidia, meglio conosciuta ai più con il nome di kiwi. Questa infezione è chiamata anche con i nomi volgari di cancro del kiwi e batteriosi del kiwi.
In quest’articolo vediamo come riconoscere i sintomi della malattia sulle piante di kiwi. Capiamo, inoltre, le necessarie tecniche di prevenzione agronomica e come agire per la difesa biologica.
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Il cancro batterico dell’Actinidia
La coltivazione del kiwi ha una grande importanza economica nel nostro Paese. L’Italia è infatti tra i primi produttori ed esportatori al mondo. Da qualche anno, però, questa importante cultivar è minacciata dalla presenza del cancro batterico, malattia che nel 2008 viene segnalata per la prima volta in maniera endemica proprio in alcune regioni italiane (Lazio, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte).
La presenza del batterio ha destato grande preoccupazione negli addetti ai lavori, in quanto colpisce sia le produzioni di kiwi giallo (Actinidia chinensis), che di kiwi verde (A. deliciosa).
Ciclo biologico dello Pseudomonas syringae pv. actinidiae
Il batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae è il responsabile di questo cancro dell’Actinidia. Il suo ciclo di vita può essere descritto partendo dall’autunno, quando incomincia la sua attività moltiplicativa. In questo periodo s’insedia nella vegetazione delle piante, attraverso le ferite dovute alla normale caduta delle foglie, alla raccolta dei frutti e alle lesioni dovute al gelo. In concomitanza con la ripresa dell’attività vegetativa, il batterio diventa ancora più aggressivo, colonizzando i tessuti vascolari della pianta.
I danni del cancro batterico dell’Actinidia
Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, le piante colpite iniziano a mostrare i segni dell’infezione autunnale. Ampie porzioni di cordoni, tralci e tronchi disseccano. Al disseccamento a volte è associato un cancro rameale, dal quale fuoriesce un liquido (essudato) di colore rossastro.
In primavera più avanzata il cancro batterico progredisce sulla nuova vegetazione dell’actinidia, penetrandovi attraverso stomi, lenticelle e piccole ferite.
L’infezione può partire anche quando la pianta sta maturando i frutti
In generale, i danni causati possono essere:
- evidenti maculature sulle foglie, sotto forma di necrosi dall’aspetto irregolare, di colore marrone scuro e contornate da un alone giallo.
- avvizzimento dei germogli,
- necrosi dei bottoni fiorali e dei fiori, con conseguente cascola.
- nel caso di infestazione con frutti formati, avvizzimento e collasso del kiwi.
- un attacco diffuso porta la pianta di actinidia alla morte.
Condizioni ambientali favorevoli alla diffusione
La diffusione del cancro batterico dell’actinidia avviene attraverso la pioggia e il vento, per questo motivo è una malattia molto pericolosa.
La malattia può essere trasmessa anche dall’uomo, ad esempio usando male gli attrezzi per la potatura.
Il batterio è attivo nel frutteto con temperature comprese tra i 10 e i 20 °C, in ogni caso non superiori ai 25 °C. La pioggia battente favorisce la sopravvivenza del batterio e, come detto, la sua diffusione.
Come prevenire il cancro batterico dell’Actinidia
La prevenzione agronomica è fondamentale per evitare grosse infestazioni di cancro batterico dell’actinidia che, come abbiamo visto, possono essere estremamente gravi per la pianta, se non del tutto mortali. È necessario, quindi, che l’agricoltore si impegni in un lavoro corale, senza tralasciare alcun dettaglio.
Oltre a seguire le buone pratiche agronomiche, inoltre, il compito del bravo agricoltore sarà anche quello di segnalare immediatamente al proprio servizio fitosanitario regionale la presenza di piante sospette o infettate da questa malattia.
Tenendo presente questo, il contadino impegnarsi sia nell’esercitare prevenzione tramite con le buone pratiche agronomiche, sia con l’uso dei prodotti a base di rame.
Prevenzione tramite buone pratiche agronomiche
Le tecniche agronomiche e di buon senso per prevenire il cancro batterico dell’Actinidia sono:
- ispezionare con regolarità il campo;
- evitare di provocare ferite accidentali al colletto o al tronco, ad esempio nel passaggio con il trattore;
- eliminazione delle parti della pianta infette. Nel caso in cui fosse il tronco ad essere colpito, si consiglia l’asportazione dell’intera pianta;
- la vegetazione asportata deve essere allontanata dal campo e bruciata;
- eseguire nel giusto periodo le operazioni di potatura (verde e secca);
- disinfettare gli attrezzi per la potatura, soprattutto quando si passa da piante colpite a piante sane. Gli attrezzi si disinfettano con: ipoclorito di sodio (varechina) o sali quaternari d’ammonio;
- potare per prima le piante colpite e bruciare il materiale di risulta;
- non accumulare i tralci di potatura in prossimità del frutteto;
- coprire i tagli di potatura con del mastice cicatrizzante
- non eccedere con le concimazioni;
- evitare sistemi di irrigazione per aspersione sopra chioma;
- ottimizzare il drenaggio ed evitare il ristagno idrico;
Prevezione con prodotti a base di rame
Il problema grave del cancro batterico dell’actinidia è che dopo la penetrazione nella pianta, la malattia non può essere controllata al 100%.
Anche eliminando e bruciando le parti della pianta colpite, non è detto, dunque, che si arresti. Le azioni di prevenzione sono più finalizzate a mantenere basso l’inoculo del batterio.
Anche i trattamenti con prodotti biologici, quali i sali di rame, hanno azione preventiva e non curativa.
Ad ogni buon conto gli interventi con prodotti a base di rame si eseguono:
- successivamente alla raccolta dei frutti;
- in seguito alla caduta delle foglie;
- dopo la potatura invernale;
- in primavera, in seguito a una forte pioggia (ma con dosaggi dimezzati, onde evitare problemi di fitotossicità del rame).
4 commenti
Io sono una persona che cerca di coltivare il mio orto biologico , però non sono capace, avrei bisogno di un consiglio, oppure di un corso.
Ciao Tiziano. Leggere con attenzione gli articoli di questo blog può esserti di aiuto. Per iniziare ti consigliamo di dare un’occhiata a questo: https://www.coltivazionebiologica.it/come-fare-orto-preparazione-del-terreno/
ottime e chiare informazione il mio vecchio kiwi femmina mi è morto in fase di fioritura (credo batteriosi) dalla base ho tenuto un succhione e capitozzato a circa 40 cm e cicatrizzato con mastice rameico ora il succhione molto vigoroso e sano puo’ riprendere a fruttificare?? mi dite che andava estirpato ma purtroppo è troppo vicino al suo vecchio compagno non vorrei danneggiarlo.
scusate prima il buongiorno poi i ringraziamenti