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La cidia del susino (Cydia funebrana) è un insetto appartenente all’ordine Lepidoptera, famiglia Tortricidae. Questo parassita è anche volgarmente conosciuto come tignola del susino e verme della prugna. L’inquadramento entomologico è lo stesso di altri tre lepidotteri dalle caratteristiche simili, ovvero la tignola orientale del pesco (Cydia molesta), la carpocapsa del melo (Cydia pomonella) e il verme delle castagne (Cydia splendana). Il tortricide Cydia funebrana è probabilmente originario dell’Europa centrale, e attualmente in Italia è diffuso ovunque.
Se non adeguatamente controllata, questa cidia può compromettere l’intera coltivazione di susino dell’anno. Ad ogni modo, per fortuna, esistono tecniche biologiche per limitarne la proliferazione, e in questo articolo scopriamo quali sono.
Descrizione della cidia del susino
La Cydia funebrana, da adulta, è una farfalla di piccole dimensioni, con 14-16 mm di apertura alare. Ha le ali anteriori di colore grigiastro, con fondo bruno-nerastro e marezzature biancastre.
Uova
L’uovo è di forma lenticolare, di colore inizialmente opalescente prima, giallastro poi. Misura 0,75 x 0,6 mm.
Larva
La larva, ovvero il verme del susino, a piena maturità misura circa 12-15 mm. Il colore è rosso carminio, il capo è scuro. Il pronoto presenta, ben in evidenza, delle macchie scure. L’addome ha 4 verruche pilifere dorsali su ciascun segmento.
Crisalide
La crisalide è di colore bruno chiaro o rossastro. Presenta l’estremità ornata da una decina di piccole spine dorsali e il cremaster fornito di setole uncinate. Misura 6-7 mm di lunghezza.
Le piante attaccate dalla cidia del susino
La Cydia funebrana è un parassita che colpisce quasi esclusivamente l’albero del susino, rari sono gli attacchi su altre drupacee, come pesco, albicocco e ciliegio.
Come accorgersi della presenza della cidia
L’attacco ai frutti da parte delle larve della Cydia funebrana si riconosce per la fuoriuscita di sostanze gommose dai fori di ingresso e di uscita. Altro sintomo, è una precoce colorazione concentrata solo in una parte del frutto.
I danni della cidia sulle susine
Il danno della cidia si concentra sui frutti, in particolare sulla polpa, di cui le larve si nutrono. Occorre distinguere i danni sulle susine immature (prima generazione) da quelli sui frutti maturi (generazioni successive).
Sulle prugne appena allegate, le larve scavano una galleria diretta al punto di attacco del peduncolo, causando la caduta precoce del frutto.
Sulle susine mature o quasi, le larve scavano una galleria intorno al nocciolo. Se la maturazione del frutto colpito è lontana, si ha, anche in questo caso, la caduta del frutto. Altrimenti, sulle susine mature, si incontrerà il verme al momento del consumo.
Danni indiretti
Gli attacchi di Cydia funebrana possono causare anche danni indiretti. I fori scavati dalle larve rappresentano infatti la via di ingresso di pericolosi patogeni fungini, in particolare gli agenti responsabili della monilia delle drupacee.
Varietà di susino suscettibili alla cidia
Le cultivar di susino più suscettibili agli attacchi della cidia sono quelle a maturazione tardiva, ad esempio le varietà President, Stanley e Angeleno.
Ciclo di vita della cidia del susino
La cidia del susino trascorre l’inverno allo stadio di larva matura in diapausa, rifugiandosi di solito entro le squame della corteccia dell’albero. In marzo-aprile queste larve si incrisalidano, con il primo volo degli adulti che si ha nella fase fenologica di postallegagione, quando le susine sono più grandi di un nocciolo di ciliegia. Da questo momento, gli sfarfallamenti sono continui fino a fine maggio o inizio giugno.
Le femmine fecondate depongono le uova per circa un mese. Le uova, 60-80 in media, vengono deposte in maniera più o meno isolate sulla metà inferiore delle drupe.
Lo sviluppo embrionale avviene in 9-18 giorni, a seconda delle temperature.
Prima generazione
Appena nate le larve di prima generazione penetrano nei frutti. Raggiungono la maturità in 24-32 giorni all’interno delle susine ormai cadute a terra, per poi incrisalidarsi nel tronco dell’albero o al suolo. I nuovi adulti sfarfallano dopo 10-13 giorni.
Seconda generazione
Il volo della seconda generazione si ha quindi a partire dalla metà di luglio e per tutto agosto. Queste larve hanno uno sviluppo embrionale più breve, 6-11 giorni, e giungono a maturità in 20-24 giorni. Queste sono anche le larve che superano l’inverno creandosi un bozzolo sericeo all’interno di un riparo sicuro.
In annate particolarmente favorevoli dal punto di vista meteo ci possono essere anche 3 generazioni.
Antagonisti naturali della cidia del susino
Per fortuna, in natura esistono degli insetti utili che limitano le infestazioni di Cydia funebrana, in particolare i parassitoidi: Trichogramma spp. e Dibrachys cavus (imenotteri calcidoidei), Ascogaster quadridentatus (imenottero braconide), Lissonota artemisiae (imenottero icneumonide).
Come prevenire la cidia del susino
La strategia di difesa biologica contro la cidia del susino deve essere attentamente ragionata. Innanzitutto, se ancora non avete piantato i vostri susini e siete a conoscenza della presenza di questo parassita, orientate la vostra scelta verso cultivar a maturazione precoce, meno suscettibili di quelle a maturazione tardiva.
La difesa dei frutti inizia con il monitoraggio del volo degli adulti, con le trappole ai feromoni da installare nel frutteto nel mese di aprile. In un piccolo frutteto basta anche una sola trappola. Ovviamente, nel momento dell’acquisto presso i migliori consorzi agrari o in rete, dovete chiedere la trappola con feromone specifico per Cydia funebrana.
Come eliminare la cidia del susino
Tenete conto che la prima generazione larvale non richiede, generalmente, interventi con trattamenti specifici. Come detto, i danni sono limitati e provocano cascola dei frutti. Maggiore attenzione, invece, va posta verso la seconda generazione, quella in grado di infestare le susine in maturazione. In tal caso, si stabilisce una soglia di intervento: se la cattura nelle trappole ai feromoni supera i 10 individui settimanali, allora contro le larve sono consigliati interventi a base di bacillus thuringiensis var. kurstaki che trovate nei negozi specializzati.
Il trattamento cerca di colpire le larve e deve essere eventualmente ripetuto seguendo sempre il volo degli adulti e tenendo conto dei tempi di sviluppo embrionale.