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Gli elateridi o ferretti, sono parassiti terricoli molto problematici su colture ortive e da foraggio. Le larve di questi coleotteri possono creare danni gravi alle coltivazioni di: patate, pomodori, bietola, mais ed erba medica.
Il loro controllo è molto complicato, in quanto agiscono sotto terra e quindi sono difficili da identificabili.
In quest’articolo vediamo quali sono le diverse specie di elateridi, il loro ciclo biologico e i danni che provocano. Capiamo poi come effettuare il monitoraggio e la lotta biologica.
Identificazione e specie di elateridi
Gli elateridi, noti anche come ferretti, sono una famiglia d’insetti appartenente all’ordine dei Coleotteri, genere Agriotes.
Ne esistono diverse specie dannose per le colture, le più studiate e diffuse sono le seguenti Agriotes:
- Lineatus
- Proximus
- Pbscurus
- Ustulatus
- Litigiosus
- Sputator
- Sordidus
- Brevis
Come aspetto morfologico tutti gli elateridi sono abbastanza simili. Da adulti si presentano come piccoli coleotteri, lunghi al massimo 10 mm.
Hanno una forma affusolata, con la parte terminale dell’addome appuntita. La colorazione dell’adulto varia a seconda della specie.
I ferretti possono essere grigi, rossastri, verdognoli, brunastri.
Le larve, invece, hanno una tipica colorazione giallo-aranciato, di tonalità intensa.
Sono di forma cilindrica, lunghe fino a 20 mm, con il tegumento molto duro e spesso.
Sono le larve a provocare i danni alle colture.
Differenze tra le varie specie
Gli elateridi sono insetti molto particolari, poiché hanno un ciclo di vita pluriennale, che si svolge soprattutto allo stadio larvale.
Per meglio comprendere il loro comportamento, occorre distinguere le specie che svernano come adulti, da quelle svernanti allo stadio larvale.
Tra quelle indicate, le specie di elateridi che svernano come adulti sono: Lineatus, Proximus, Sputator, Obscurus. In queste specie gli adulti vivono più a lungo, per molti mesi. L’attività di ovideposizione avviene a molti mesi di distanza dallo sviluppo dell’insetto adulto e dura più a lungo. Queste specie di ferretti hanno meno stadi larvali e di durata più veloce.
Le specie non svernanti da adulti sono: Litigiosus e Ustulatus. In questo caso gli elateridi adulti vivono solo per poche settimane. L’ovideposizione ha un periodo più breve ed avviene poco dopo lo sfarfallamento degli adulti. Hanno un numero maggiore di stadi larvali, con una vita più lunga.
Ovodeposizione e danni alle piante

Elateride su una patata
Gli elateridi depongono le uova dalla primavera all’estate, negli anfratti del terreno a qualche cm di profondità. Prediligono terreni sciolti, con molta sostanza organica.
Dopo circa un mese di incubazione le uova si schiudono. Le giovani larve si nutrono subito dei residui colturali, per poi iniziare la loro attività trofica a danno delle radici. Le piante colpite appassiscono con facilità e vanno incontro a un veloce deperimento.
Quelle a bulbo, come ad esempio la patata, sono le colture più a rischio. I ferretti entrano nel giovane tubero in formazione e lo erodono scavando lunghe gallerie.
Le larve di elateridi, oltre ai danni diretti sugli organi della pianta, provocano marciumi e favoriscono la diffusione di gravi malattie crittogamiche, come il fusarium o la peronospora.
Amano vivere e nutrirsi in terreni umidi, per cui, quando fa troppo caldo tendono a scendere più in profondità. La stagione più a rischio è la primavera.
Come eliminare gli elateridi dall’orto
Individuare ed eliminare gli elateridi non è una cosa facile. Per capire bene il da farsi occorre per prima cosa un’attività di monitoraggio. Questa si può fare con delle semplici trappole, che tra l’altro diminuiscono la popolazione di larve presenti nel terreno.
Il monitoraggio degli elateridi si fa con dei vasi trappola di forma cilindrica, che devono essere provvisti di fori ai lati e sul fondo. Questi vasetti vengono riempiti con semi di cereali (mais, grano, ecc,) molto umidi, quindi tenuti a bagno per qualche giorno.
La trappola s’interra all’inizio della primavera, facendo fuoriuscire solo il bordo. I semi di cereali presenti al suo interno iniziano a germogliare e ciò attira le larve nella trappola.
Il censimento si fa ogni 15 giorni e una soglia d’intervento considerata critica è quando sono presenti più di 15 larve per 1 mq.
Prevenzione agronomica
Per eliminare le infestazioni di elateridi dal nostro terreno è necessario anche un’adeguata prevenzione agronomica.
Se ad esempio abbiamo coltivato patate e queste sono state attaccate dai ferretti, non bisogna mai ripetere la coltivazione delle patate nella stessa parcella di terreno. Ciò vuol dire che si deve fare la rotazione delle colture.
Quello stesso campo di patate dovrà poi essere lavorato in profondità nei mesi invernali. In questo caso, un’aratura profonda del suolo è da consigliare, in quanto porta le forme svernanti in superficie, esponendole al gelo invernale che le elimina.
In primavera, invece, ricoprire l’orto con la pacciamatura naturale, può dissuadere i ferretti dal deporre le uova.
Lotta biologica contro i ferretti
La difesa biologica dai ferretti è molto complessa, giacché questi coleotteri sono molto tenaci e, agendo sottoterra, difficili da individuare.
In agricoltura convenzionale, nelle gravi infestazioni si è soliti intervenire con pesanti irrorazioni di prodotti chimici nel terreno. A nostro avviso questa è una prassi da evitare, in quanto per risolvere un problema, ne stiamo creando altri. L’utilizzo di questi prodotti, infatti, è causa dell’avvelenamento del suolo e della scomparsa dei microrganismi utili presenti nel terreno.
Nella coltivazione biologica buoni risultati si sono ottenuti con la pratica della bio-fumigazione, ovvero il sovescio di brassicaceae. Con questa tecnica si pratica una coltura da sovescio, che nel momento in cui viene interrata ha azione bio-fumigante. In questo modo si ripulisce il terreno dai parassiti dannosi e allo stesso tempo si integra sostanza organica. Questa tecnica è stata messa a punto contro i nematodi, ma è efficace anche contro i ferretti.
Sempre contro gli elateridi, ottimi risultati sono stati raggiunti anche con l’uso della Beauveria Bassiana, un fungo entomopatogeno con cui si pratica la lotta micro-biologica.
Questo fungo non è dannoso per l’ambiente e l’uomo, è molto selettivo e non altera gli equilibri del suolo.
Un ottimo prodotto a base di Beauveria bassiana, lo potete trovare qui.