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La mosca del ciliegio è un parassita molto comune che mette a rischio la raccolta di uno dei più coltivati alberi da frutto italiani.
Il suo nome comune di solito identifica la specie Rhagoletis cerasi, di cui si conoscono bene il comportamento, i danni e le tecniche di difesa biologica.
Negli ultimi anni però, nelle coltivazioni di ciliegio si è palesato un nuovo e pericoloso parassita, assimilabile anch’esso a una specie di mosca: il Drosophila suzukii.
In quest’articolo, dunque, parleremo di entrambe le specie di mosca del ciliegio, capendo quali sono i loro differenti cicli di vita e le strategie di difesa biologica.
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Mosca del ciliegio Rhagoletis cerasi

Rhagoletis Cerasi
La mosca delle ciliegie, specie Rhagoletis cerasi, è un insetto appartenente all’ordine dei Ditteri tefritidi. Si tratta di un parassita che vive quasi esclusivamente a carico dei frutti dell’albero di ciliegie, diffuso in tutta Europa e presenta le seguenti caratteristiche:
- capo grosso, giallo davanti e scuro dietro, con triangolo ocellare bruno
- torace nero, con una fine linea laterale di colore giallo
- addome nero
- zampe con femori neri, tibie e tarsi gialli
- ali di colore blu-nerastro con un disegno caratteristico
- lunghezza 3,5 – 4 mm
- uova fusiformi, lunghe 2 mm
- larva di forma conica, microcefala, apoda e bianca, lunga 5 mm
- pupario di forma ovale, con evidenti linee trasversali di segmentazione, colore giallo-brunastro, lungo fino a 5 mm.
Ciclo biologico
La mosca del ciliegio è solita svernare allo stadio di pupa nel terreno. In primavera avviene lo sfarfallamento, tra la fine di aprile e gli inizi di maggio. I voli sono scalari e possono prolungarsi per circa un mese. La mosca adulta si alimenta di acqua, di sostanze zuccherine e degli essudati delle foglie e dei germogli.
Nelle prime 30 ore dopo lo sfarfallamento avviene l’accoppiamento.
Dopo circa 15 giorni le femmine depongono le loro uova direttamente nelle ciliegie in maturazione. Le temperature devono essere superiori ai 18 °C.
Ogni femmina può deporre fino ad 80 uova, lasciandone solo una per singola drupa. La larva nasce nelle ciliegie in un tempo variabile dai 6 ai 12 giorni. Inoltre completa il suo sviluppo in circa 10-30 giorni. Quindi fuoriesce dal frutto e si lascia cadere a terra per impuparsi e superare l’inverno.
La Rhagoletis cerasi compie dunque un’unica generazione all’anno.
Danni alle ciliegie
Il danno alle ciliegie è causato dalle larve, che scavano delle gallerie intorno al nocciolo. I frutti sono soggetti a rammollimenti e a rapida marcescenza. Non sono quindi più commestibili.
Molto soggette agli attacchi della mosca sono le varietà di ciliegio con maturazione medio-tardiva. Un inverno troppo mite favorisce la presenza del parassita, in quanto le pupe nascoste nel terreno non vengono devitalizzate dal freddo.
Prevenzione
Nel caso di un’annata dove ci siano ciliegie attaccate dalla mosca è importante procedere alla raccolta di tutti i frutti sull’albero e alla loro distruzione, anche qualora dovessero essere tutti danneggiati. Le ciliegie lasciate sull’albero, prima o poi cadranno a terra, consentendo all’insetto di trascorrere l’inverno in tranquillità.
Nuovo impianto
Qualora decidessimo di mettere a dimora nuovi alberi di ciliegie nel nostro frutteto, ci conviene scegliere varietà a maturazione precoce. A differenza delle varietà medio-tardive, le precoci sono quasi del tutto immuni dagli attacchi della mosca.
Tra le varietà classiche di ciliegie precoci ricordiamo Bigarreau burlat e Giorgia.
Difesa biologica dal Rhagoletis cerasi
La difesa biologica dalla mosca del ciliegio Rhagoletis cerasi inizia dal monitoraggio del volo degli adulti. Questo avviene installando le trappole cromotropiche gialle verso la metà del mese di aprile. Le trappole, una per albero, vanno posizionate nella parte alta della chioma con esposizione a sud-est. Con la trappola riusciamo ad accorgerci tempestivamente della presenza dell’insetto e possiamo così agire per limitarne la popolazione.
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Cattura massale con trappole ai feromoni
Per la cattura massale della mosca del ciliegio specie Rhagoletis cerasi è stato messo a punto il feromone di aggregazione sessuale, da utilizzare nelle apposite trappole.
Queste trappole ai feromoni si trovano nei migliori negozi specializzati. La loro distribuzione ottimale è di 25 trappole per ettaro.
Trappole Tap-trap
Altro metodo di cattura massale adottato per la mosca del ciliegio è quello che prevede l’utilizzo di bottiglie in plastica alle quali viene avvitata la trappole brevettata del tappo giallo Trip-trap. Queste vengono innescate usando delle esche alimentari proteiche (ad esempio scarti di pesce). Si trovano facilmente presso i negozi specializzati online.
Anche in questo caso, per avere una certa efficacia, bisogna sistemarne 25 per ettaro.
Reti anti-insetto
Se nel nostro frutteto abbiamo alberi di ciliegio a sviluppo contenuto, possiamo impiegare anche le reti anti-insetto a maglia fine (1,6 x 1,6 mm). Queste reti evitano l’attività di ovideposizione degli adulti, inoltre proteggono i frutti maturi dagli uccelli.
Beauveria bassiana
Altro metodo di difesa efficace contro la mosca del ciliegio è l’insetticida microbiologico a base del fungo antagonista Beauveria bassiana. Si tratta di un prodotto consentito in agricoltura biologica che agisce per contatto sull’insetto. Per la sua efficacia è quindi fondamentale una bagnatura uniforme della vegetazione, da effettuare sempre alle prime luci dell’alba o, meglio ancora, al tramonto.
Questo prodotto lo trovare qui.
Mosca del ciliegio Drosophila suzukii

Drosophila suzukii
Dal 2009 è presente sul nostro territorio un’altra mosca del ciliegio, ossia la specie di origine asiatica Drosophila suzukii. Questa fu segnalata inizialmente in Trentino e oggi è diffusa su tutto il territorio nazionale.
Volgarmente è chiamata anche Drosofila dalle ali macchiate.
La mosca adulta di questa specie è di colore giallo rossastro, con le ali del maschio fornite di una macchia scura posizionata nella parte alta e sub-distale. La femmina è sprovvista di questa macchia e presenta invece un robusto ovopositore denticolato.
Le dimensioni in età adulta sono di 2-3 mm di lunghezza.
La larva è di colore bianco, apoda, lunga fino a 4 mm.
Ciclo biologico
La Drosophila suzukii è una specie polifaga. Oltre che sul ciliegio, infatti, questo piccolo moscerino produce danni su: mirtillo, lampone, susino e pesco.
Compie un numero variabile di generazioni l’anno, a seconda dell’andamento climatico stagionale.
Nei primi anni della sua presenza gli adulti comparivano tardi, verso la fine di giugno. Nelle ultime stagioni si è assistito a un progressivo anticipo, con i primi voli degli adulti osservabili verso fine aprile. Temiamo che i cambiamenti climatici in atto anticiperanno ancora di più questo periodo.
Mediamente una generazione dura 1-2 settimane.
Dopo l’accoppiamento, le femmine depongono 2-3 uova per frutto, fino a 300 in totale.
L’impupamento si ha sia all’interno, che all’esterno dei frutti colpiti.
Gli adulti sono molto mobili e attivi con temperature sopra i 10 °C.
Lo svernamento avviene allo stadio di adulto.
Danni
Il moscerino attacca i frutti maturi e su quelli colpiti provoca delle aree leggermente depresse a consistenza “molle” dove è possibile osservare il foro di ovideposizione.
Aprendo le ciliegie in corrispondenza delle aree incavate, troviamo una o più larve. A differenza della specie Rhagoletis cerasi, infatti, la Drosophila suzukii può rilasciare più uova.
Le larve neonate si alimentano della polpa delle ciliegie.
Anche in questo caso le varietà di ciliegio più colpite sono quelle a maturazione medio-tardiva.
Difesa biologica
Difendere le nostre piante di ciliegio dalla Drosophila suzukii è più complesso rispetto a quanto visto per la Rhagoletis cerasi. Tra i rimedi citati in precedenza si possono usare le reti anti-insetto.
Da escludere, invece, poiché inefficaci:
- trappole cromotropiche
- trappole ai feromoni, in quanto ancora in fase di sperimentazione
- lotta microbiologica con beauveria bassiana.
- trappole con tappo brevettato giallo
Trappole con tappo rosso
La piccola mosca, in compenso, è però attratta dal colore rosso, quindi si possono usare le trappole con tappo rosso. Purtroppo, però, queste sono più difficili da reperire.
Alternative
In alternativa si possono usare delle semplici bottiglie di plastica forate, senza particolari tappi, contenenti aceto di mele come attrattivo.
Altro buon attrattivo è il vino rosso mescolato allo zucchero di canna.
Limiti della difesa massale
Purtroppo la cattura massale non ha dato risultati pienamente soddisfacenti.
Per limitare i danni nelle stagioni successive a un primo attacco di Drosophila suzukii è di fondamentale importanza, quindi, rimuovere dal campo i frutti colpiti. Sia quelli a terra, che quelli rimasti ancora sulle piante.
Per quanto riguarda la battaglia con gli insetti antagonisti, invece, questa è ancora oggetto di studio.
3 commenti
bene
R******o prosegue nei vari test effettuati nel 2019 con un prodotto studiato appositamente per la drosophila. Con i primi test effettuati in campo,abbiamo notato che nei campi di ciliegio trattati dell’insetto nemmeno l’ombra, mentre nei campi confinanti la sua presenza era molto invasiva. Quest’anno faremo ulteriori test dopo di che informeremo i lettori del risultato.
Nel frattempo abbiamo campi aperti un po’ ovunque per test sul cancro al castagno con ottimi risultati, sulla moria del pero, del kiwi, xylella, mal dell’inchiostro e mal dell’esca. Su ogni malattia e’ stato fatto un prodotto apposito. Fin’ora i risultati ci danno ragione e al momento opportuno li metteremo in commercio.
Ricordiamo che la Nostra azienda usa solo prodotti naturali.