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Potare il gelso è un’operazione fondamentale oltre che per mantenerne l’estetica anche per favorire la produttività costante degli alberi. Il gelso ha una crescita rapida e risponde in maniera energica ai tagli di potatura, bisogna potare regolarmente, ma in maniera leggera. Il gelso è diffuso nelle due specie principali, nero e bianco, e in numerose varietà con frutti particolari, tuttavia le operazioni di potatura sono similari. In generale, si consiglia di praticare la potatura durante il periodo di riposo vegetativo, rimuovendo i rami secchi e poi procedendo allo sfoltimento della chioma. Gli interventi di potatura verde sono poco necessari e mal tollerati dagli alberi.
Ora vediamo nello specifico i diversi aspetti della potatura del gelso da mora nel frutteto biologico familiare.
Quando si pota il gelso?
I gelsi sono alberi caducifoglia con una ripresa vegetativa primaverile piuttosto anticipata. La fioritura, a seconda della zona e delle cultivar, che va dalla metà di marzo fino a maggio. Come anticipato, il gelso si pota durante riposo vegetativo, dunque il momento migliore, a nostro avviso, è sul finire dell’inverno, tra la fine di febbraio e primi di marzo. Nelle zone molto miti la potatura può anche essere anticipata ai mesi autunnali, tra novembre e dicembre, ma è meglio evitare che i tagli si trovino esposti al freddo e dunque al rischio dell’attacco di patogeni del legno.
Come potare il gelso?
Per potare un gelso nel modo giusto bisogna tener conto di alcune peculiarità della pianta. Di solito il gelso è allevato a forma libera, in quanto ha la tendenza naturale a sviluppare una chioma tondeggiante e un’altezza non indifferente. Il gelso poi produce le more sui rami dell’anno, dunque sulla vegetazione giovane, la cui crescita andrà stimolata con la potatura annuale. Fatte queste premesse vediamo i differenti tipi di potatura che si praticano sul gelso, ovvero di formazione, produzione ed, eventualmente, rinnovo.
La potatura di formazione
La potatura di formazione va fatta dopo la messa a dimora dell’albero cercando il più possibile di assecondare il portamento naturale della pianta. Di solito si scelgono 3 o 4 rami ben distanziati da far sviluppare, tagliando quelli in soprannumero, in modo da impostare una forma a vaso aperto. In seguito s’interviene sulle branche in formazione tagliando qualche succhione che spinge la pianta troppo verso l’alto, lasciando sviluppare liberamente la chioma. La crescita del gelso è rapida, per cui nel giro di 3 o 4 anni si avrà un bell’albero formato.
La potatura di produzione
Quando l’albero è cresciuto si passa alla potatura di produzione, seguendo alcuni semplici passaggi. Come detto il gelso produce i frutti sui rami dell’anno, quindi, per prima cosa, è necessario tagliare i rami più vecchi che hanno già prodotto, in particolare quelli secchi o danneggiati. Inoltre, si possono tagliare i rami troppo vicini ad altri per evitare la formazione di intrecci. Dopo di che, si può procedere con lo sfoltimento di qualche ramo più giovane, lasciando almeno cinque centimetri di spazio tra un ramo e l’altro in modo da agevolare anche l’allargamento dell’albero.
Bisogna controllare la chioma del gelso per rimuovere eventuali parti sovrapposte all’interno, le quali difficilmente fruttificano e limitano la circolazione dell’aria e della luce all’interno della vegetazione. In pratica la pianta andrebbe svuotata nella parte interna. Infine è bene eliminare i rami o succhioni che, crescendo in verticale, fanno aumentare eccessivamente l’altezza della pianta, la quale dovrebbe mantenere una forma armoniosa ed equilibrata. Seguendo queste semplici regole, avrete un bellissimo gelso ben potato!
Quando capitozzare il gelso?
Il gelso è un albero estremamente rustico e adattabile, con una tradizione millenaria nella vita contadina. In campagna infatti, i gelsi si coltivavano per la produzione di cibo per gli animali (le foglie) e per la produzione di legna da ardere. Non dimentichiamoci poi della bachicoltura, con l’allevamento del baco da seta. Per questo tipo di usi il gelso subisce la capitozzatura ed è allevato a “testa di salice” o a “ceppaia”. Questo in quanto dal taglio di una grossa branca del gelso spunteranno in breve tempo numerosi rami avventizi, ovvero succhioni ricchi e densi di fogliame. In un frutteto familiare, dove si coltiva il gelso per le more e per l’estetica, la capitozzatura andrebbe evitata e utilizzata solo per interventi straordinari su alberi vecchi e malandati. In tal caso parliamo di potatura di rinnovo del gelso.
Attrezzi per la potatura dell’albero di gelso
A volte potare un gelso può essere difficoltoso per via dell’altezza, per cui bisogna usare gli attrezzi adeguati se non si vogliono fare tagli drastici tagliando le branche da sotto. Oltre ai normali seghetti a mano può essere necessario l’utilizzo di uno svettatoio (come questo), in modo da poter raggiungere i rami più alti e complicati. Lo svettatoio ci consente di lavorare con i piedi a terra ed evitare pericolose salite su scale in precario equilibrio.
Quanti anni vive una pianta di gelso?
Una pianta di gelso può vivere fino a 300 anni. La potatura è importante per garantire che la pianta abbia una buona salute e sia resistente a malattie e parassiti. Potare il gelso ogni anno aiuta a eliminare i rami malati o secchi, promuove una crescita più vigorosa e può anche contribuire ad allungare la vita della pianta.