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Il Sorbus aucuparia è un albero appartenente alla famiglia della Rosaceae. È noto anche come sorbo rosso o sorbo selvatico ed è stretto parente del sorbo domestico (Sorbus domestica), albero da frutto classico e coltivato.
Il nome volgare sorbo degli uccellatori è dovuto all’antico uso che si faceva di questo albero nelle campagne. Gli uccelli, infatti, vanno letteralmente pazzi per i suoi frutti, tanto da essere attirati in stormi. I cacciatori di uccelli vivi, appunto gli uccellatori, utilizzavano quindi l’albero come esca per la cattura dei volatili usando le reti.
I frutti di questo albero sono commestibili e ricchi di proprietà benefiche, ma hanno anche alcune proprietà tossiche, per cui vanno utilizzati con tutti gli accorgimenti del caso. In quest’articolo scopriamo le caratteristiche botaniche del sorbo degli uccellatori, le tecniche di coltivazione in giardino e, soprattutto, il modo corretto di usare i frutti.
Descrizione del sorbo degli uccellatori
Il Sorbus aucuparia è un albero di dimensioni contenute, mediamente alto 10-15 m, ma che può arrivare fino a 20 m in terreni fertili. Non è molto longevo, vive sugli 80-100 anni. Si caratterizza per avere un tronco sottile, al massimo 50 cm di diametro, dritto e densamente ramificato nella parte alta. Può crescere anche in forma arbustiva, con più tronchi. La chioma ha portamento ovale negli alberi giovani, tondeggiante negli esemplari più anziani. I rami sono orizzontali, con portamento più o meno ascendente. I rametti più giovani sono ricoperti di sottile peluria. La corteccia è grigiastra, con superficie liscia e con lenticelle lineari. Le gemme sono piuttosto grandi, di forma ovoidale-conica, tomentose, ma non vischiose come quelle del sorbo domestico. Le radici sono formate da un fittone centrale profondo e robusto, con numerose radici laterali secondarie che ancorano l’albero al terreno.
Foglie
Le foglie del sorbo degli uccellatori sono disposte in maniera alterna sui rami, dotate di un picciolo molto corto e imparipennate, cioè formate da 7 a 13 piccole foglioline. Queste sono oblunghe, spesso arrotondate alla base dove sono asimmetriche, con apice acuto. Il margine è intero nella zona della base, dentellato nel resto della foglia. La pagina superiore è verde scura e glabra, mentre quella inferiore è più chiara e solo raramente appena pelosa nella nervatura mediana, che vira al rosso in autunno. Il Sorbus aucuparia è una specie decidua, che perde le foglie in tardo autunno.
Fiori
I fiori del sorbo degli uccellatori sono molto numerosi (fino a 100 in un’unica infiorescenza) e si trovano riuniti in corimbi terminali ai rami. L’infiorescenza è appena pelosa o quasi glabra, il calice ha 5 sepali triangolari pubescenti, che dopo la fioritura si incurvano verso l’interno. La corolla è composta da 5 petali bianchi ovali o rotondi.
I fiori hanno un odore molto forte, simile a quello del castagno. La fioritura avviene da maggio a luglio, a seconda della fascia altitudinale e dell’andamento climatico stagionale.
La fioritura viene bottinata per il polline e il nettare sia dalle api (anche se in apicoltura è difficile la produzione di miele monoflorale) che dagli altri insetti impollinatori.
Frutti
Il frutto del sorbo degli uccellatori è formato da alcuni acheni contenuti in un falso frutto carnoso, originato dal ricettacolo che si accresce durante la maturazione.
Il falso frutto è un pomo di forma globosa di colore rosso scarlatto, raccolto in grossi grappoli, densi di frutti e pesanti. Ha un sapore tipicamente acidulo.
Tossicità dei semi
Gli acheni del sorbo degli uccellatori, ovvero i semi, sono tossici per l’uomo, in quanto contengono amigdalina, un derivato cianidrico. Per questo motivo, tutti gli usi del sorbo degli uccellatori che a breve vedremo non devono prevedere la presenza di semi. Ovviamente, la tossicità è ininfluente per i volatili, i quali contribuiscono alla diffusione dell’albero grazie alla digestione dei semi.
Come coltivare il sorbo degli uccellatori
Il sorbo degli uccellatori è un albero facilmente adattabile. In natura cresce spontaneo in esemplari isolati, occupando zone rocciose, terreni in forte pendenza, i margini dei boschi e le radure di macchie di latifoglie e conifere. Non teme il gelo e cresce bene tra i 400 e i 2400 mslm. Si tratta di una specie moderatamente eliofila, e può quindi essere coltivata anche in mezz’ombra. Attecchisce bene su diversi tipi di terreno, anche se quelli preferiti sono di medio impasto, umidi e con una buona dotazione di sostanza organica.
Coltivazione a fini ornamentali
La coltivazione del sorbo degli uccellatori in giardino è consigliata soprattutto a fini ornamentali o per creare ecosistemi capaci di incentivare la presenza di insetti utili e volatili. Per avviare la coltura si può partire dal seme, ma la germinazione e la crescita iniziale sono molto lente. Molto più semplice è acquistare in vivaio piante di qualche anno di età. Il difficile è però trovare vivai che ne abbiano disponibilità, essendo un frutto selvatico e marginale.
Altra soluzione è la talea semilegnosa prelevata e messa a dimora a fine estate.
Il periodo migliore per piantarlo in piena terra è l’autunno. Nella buca d’impianto bisogna aggiungere letame maturo o qualche altro concime organico. L’irrigazione serve solo durante il primo anno dopo la messa a dimora. L’albero è molto resistente alla potatura di fine inverno, necessaria per mantenere la chioma ordinata e sufficientemente illuminata.
Raccolta dei frutti e pulizia dai semi
I frutti del sorbo degli uccellatori vanno raccolti quando giungono al massimo della maturazione. Questa avviene in tardo autunno, quando i piccoli pomi iniziano ad appassire, meglio dopo le prime gelate. Sono molto persistenti sulla pianta e li possiamo trovare anche per tutto l’inverno. Come detto, però, i semi contenuti all’interno sono tossici, vanno perciò eliminati dal resto della polpa, sgranando a mano il frutto. È questo il motivo che la diffusione moderna del sorbo rosso è oggi piuttosto limitata.
Conservazione e uso in cucina
I frutti del sorbo degli uccellatori sono gradevolmente aciduli. Una volta puliti dai semi, si possono utilizzare freschi per la preparazione di confetture, gelatine o liquori. Si possono anche essiccare e conservare in recipienti di vetro per altri usi.
Proprietà e uso dei frutti secchi
I frutti del sorbo selvatico contengono sostanze pectiche e tanniche, acidi organici (soprattutto acido sorbico) e sorbitolo (o sorbite). Il sorbitolo è un polialcole, ottimo sostitutivo dello zucchero per i soggetti diabetici e per questo a lungo tempo impiegato nella preparazione di sciroppi farmaceutici e prodotti dietetici.
I frutti secchi del Sorbus aucuparia hanno proprietà astringenti intestinali, utili in caso di enteriti e diarree. Hanno inoltre proprietà diuretiche e antiinfiammatorie emorroidali. Per uso esterno, si possono utilizzare in caso di irritazione della gola e delle tonsille. La preparazione domestica più semplice dei frutti secchi, privati dei semi, è il decotto, con il dosaggio di 3 g per 100 ml d’acqua.
Usi del legno del sorbo degli uccellatori
Anticamente, il legno del sorbo selvatico trovava diversi usi. Si tratta infatti di un legno pregiato, dalla consistenza dura, ma allo stesso tempo compatto ed elastico. L’uso più diffuso era nei lavori di ebanisteria e intaglio, per la costruzione di strumenti musicali come i flauti.
La simbologia del sorbo degli uccellatori
Il sorbo degli uccellatori rivestiva una forte carica simbolica per gli antichi popoli del Nord Europa. Per i Druidi era un albero magico, che veniva sacrificato con il fuoco per invocare gli spiriti. I Celti credevano che i frutti fossero nutrimento degli dei, per questo motivo l’albero era sacro. Inoltre, sempre per la stessa ragione, veniva piantato davanti alle case per tenere lontano gli spiriti cattivi e le disgrazie.