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Il cedro del Libano (Cedrus Libani) è un albero della famiglia delle Pinaceae, genere Cedrus. Il termine Cedrus deriva dal greco kédros, il quale identifica diverse piante dall’inteso profumo di resina. La parola Libani fa invece chiaro riferimento alla zona di origine, vale a dire la catena del monte Libano. Quest’albero è così tanto rappresentativo di questo popolo che la sua figura stilizzata è presente persino nella bandiera nazionale. Ha straordinarie bellezza e longevità, e il suo legno pregiato, in antichità, veniva usato in svariati modi. Proprio lo sfruttamento intensivo da parte dell’uomo ha, però, fatto sì che, oggi, in Libano sia presente solo in pochi esemplari millenari e che la conservazione della specie sia considerata al livello vulnerabile.
In Europa il cedro del Libano fu introdotto in tempi più recenti ed è tuttora coltivato in parchi e giardini come albero ornamentale.
In quest’articolo approfondiamo la storia di questo cedro, le sue caratteristiche botaniche e l’ambiente ideale per la coltivazione.
Origine geografica e diffusione odierna del Cedrus Libani
Il Cedrus Libani è originario dell’Asia Minore. Il suo areale storico comprende non solo il Libano, ma anche l’attuale Turchia, Cipro, Siria, Iraq, Iran. Le foreste libanesi erano quelle più intensamente popolate di questa monumentale specie arborea, ma, nel corso dei millenni, furono a poco a poco depauperate.
In Europa il cedro del Libano fu introdotto nel XVII secolo, precisamente nel 1642 in Inghilterra. In seguito arrivò in Francia nel 1733, mentre in Italia giunse nel 1787.
Oggi è la regione della catena montuosa del Tauro, in Turchia meridionale, la zona in cui l’albero è più diffuso, mentre la presenza in Libano è limitata a ciò che resta dell’antica Foresta dei cedri di Dio.
La Foresta dei cedri di Dio
In tempi antichi, tutta la superficie del monte Libano era coperta di cedri, tanto da formare foreste che si perdevano a vista d’occhio. Nel tempo, questa immensa foresta di cedri monumentali fu utilizzata dalle antiche civiltà come riserva di legno per usi umani. Assiri, babilonesi, persiani, fenici, egiziani, romani, israeliti e turchi utilizzarono il pregiato legno dei cedri per costruire le flotte navali, le infrastrutture stradali, le abitazioni, i templi religiosi. Tra il 967 e il 960 a.C. il re Salomone usò il legno dei cedri del Libano per la costruzione del Tempio di Gerusalemme, da allora divennero Cedri del Signore.
Essendo il Paese facilmente raggiungibile via mare, questo sfruttamento millenario ha ridotto la Foresta dei cedri di Dio (in arabo Horsh Arz el-Rab) a poche centinaia di esemplari, tutelata come riserva naturale e patrimonio mondiale dell’Unesco. Tuttora sono considerati i cedri più belli e spettacolari al mondo.
Caratteristiche botaniche del cedro del Libano
Il cedro del Libano ha un portamento che lo rende inconfondibile. Sviluppa un tronco dritto e robusto, che può superare i 3 m di diametro e i 40 di altezza. La corteccia inizialmente è liscia e grigia, a maturità si spacca in senso longitudinale e assume una colorazione bruno-nerastra. Sin dalla parte bassa del tronco partono grosse e lunghe branche, con l’intersezione dei rami ascendente alla base e orizzontale nel distendersi della ramificazione. Ciò conferisce all’albero il tipico portamento a candelabro, con questi lunghi e larghi palchi di rami secondari a formare un letto di aghi.
Negli esemplari più giovani, la chioma tende a ridursi a cono nella parte finale. In quelli ultracentenari, invece, tende ad appiattirsi, altro tratto caratteristico della pianta.
Aghi
Il Cedrus Libani è un albero sempreverde, le sue foglie in realtà sono aghi, che persistono sulla pianta dai 3 ai 6 anni. Sono lunghi fino a 3 cm e sono portati singolarmente sui rami, o a ciuffi su corti rametti laterali. Il colore è verde scuro, molto intenso.
Fiori
Il cedro del Libano è una pianta monoica diclina, con fiori maschili riuniti in coni eretti, lunghi fino a 5 cm. Dapprima questi sono di colore grigio-verdastro, a maturità diventano giallastri. Questi fiori sono portati sui rametti laterali più vecchi. Quelli femminili sono riuniti in coni più grandi, sono di colore verdastro, e poi diventano rossastri. La fioritura avviene all’inizio dell’autunno.
Frutti e semi
Il frutto del cedro del Libano è una pigna molto resinosa, lunga da 7 a 11 cm e larga da 4 a 6. Ha una gradevole forma di botte con apice arrotondato. Impiega fino a 3 anni per maturare, momento in cui assume una colorazione brunastra e si apre per disperdere i semi.
La coltivazione del cedro del Libano
In Europa la coltivazione del cedro del Libano può avere solo scopi ornamentali, anche se tuttora il legno è molto ricercato per la fabbricazione di strumenti musicali, vista a sua particolare anatomia.
Si tratta di alberi perfetti per giardini pubblici e privati, orti botanici, riserve naturali. In Italia ce ne sono moltissimi in questi contesti.
Come detto, sono molto longevi (superano i 1000 anni d’età) e possono svilupparsi in modo importante. Hanno quindi bisogno di spazi adeguati e non devono subire troppi interventi di potatura. A nostro avviso, un singolo albero di cedro del Libano dovrebbe avere a disposizione almeno 20 mq di spazio libero intorno a sé.
Come tutte le altre specie di conifere, anche i Cedrus Libani soffrono l’inquinamento ambientale, in quanto non ricambiano ogni anno il loro fogliame. La coltivazione è quindi sconsigliata nei pressi di centri urbani o industriali.
Esigenze pedoclimatiche
Nelle zone d’origine il cedro del Libano cresce in modo ideale nella fascia compresa tra i 1000 e i 2000 m di altitudine. Tuttavia, riesce ad adattarsi bene sia più in pianura che in alta montagna. Resiste al caldo e al freddo e ha bisogno di un’esposizione soleggiata. Gradisce i terreni non troppo ricchi di sostanza organica, ma che siano abbastanza sciolti da favorire l’espansione dell’apparato radicale. Il pH ideale va dal subacido al neutro. Rifugge i terreni argillosi e quelli che danno luogo a ristagno idrico, il quale potrebbe causare marciumi radicali.
Come seminare il cedro del Libano
Il modo più semplice per iniziare a coltivare il cedro del Libano è dai semi, che troviamo facilmente nei negozi specializzati. La facilità di reperirli è dovuta non tanto alla coltivazione in giardino, quanto ai bonsai.
Ad ogni modo, per coltivarlo conviene fare la semina a inizio primavera, usando piccoli vasetti e un buon terriccio universale misto a un 10% di sabbia. Fino al germogliamento, il terriccio deve essere mantenuto umido, poi si potrà dare acqua saltuariamente.
La giovane pianta di cedro del Libano ha una crescita molto lenta, per cui sicuramente il primo anno sarà coltivata in vaso. Si dovrà inoltre applicare una protezione con teli in tessuto non tessuto, così da difenderla nei periodi di forte gelo, e una rete ombreggiante, per tutelarla dalla calura estiva.
Nella primavera del secondo anno la si potrà mettere a dimora in giardino o in un vaso più grande.
Potatura
A meno che non stiate facendo bonsai, il cedro del Libano non si pota. La pianta deve avere la possibilità di crescere libera. Gli unici interventi andranno fatti in caso di rami spezzati, magari a causa delle intemperie. Gestendo la pianta con numerosi interventi di potatura, la esponiamo al rischio di malattie del legno come i cancri rameali, dunque è meglio evitare.
Il cedro del Libano bonsai
Il cedro del Libano è una specie molto plastica, che si presta alla delicata arte del bonsai, dando vita a degli esemplari unici e di grande effetto. Naturalmente, il bonsai viene mantenuto in piccoli vasi ed è sottoposto a delicati interventi di potatura dell’apparato radicale, mirati a contenerne la crescita.
Parassiti del cedro del Libano
Il parassita specifico del cedro del Libano è l’afide (Cenara laportei), il quale colonizza la corteccia dei rami, provocando la caduta degli aghi. Come danno secondario, produce abbondante melata e, dunque, fumaggine, sostanze, entrambe, che deturpano le piante e il loro valore estetico. Se l’attacco è su alberi giovani e non s’interviene, si assiste a un progressivo deperimento e alla morte del cedro nel giro di alcuni anni. Per fortuna questo afide è contenuto in modo naturale dalle coccinelle, che ne divorano intere colonie.
In assenza di coccinelle a difendere i cedri del Libano possiamo intervenire con bagnature della vegetazione con sapone molle potassico o con un bioinsetticida a base di piretro naturale.
Altro parassita che minaccia il cedro del Libano è la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa), di cui vi abbiamo già parlato e che, purtroppo, è molto presente alle nostre latitudini.