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L’albero di pistacchio cresce in maniera molto rustica e ci regala frutti conosciuti e apprezzati sin dall’antichità.
La pianta del pistacchio è originaria del Medio Oriente, e la sua coltivazione si è diffusa nel bacino del Mediterraneo tra i Greci e i Romani.
Oggi in Italia si producono i migliori pistacchi del mondo, ovvero i famosi pistacchi verdi di Bronte. Ed è proprio la Sicilia la regione in cui è più diffusa la coltivazione di questo frutto, che però si trova anche in altre regione meridionali e del centro.
Come detto, il pistacchio è molto rustico, ha però bisogno dei giusti accorgimenti colturali per essere coltivato con successo.
Conosciamo quindi le sue caratteristiche e le tecniche di coltivazione biologica.
L’identificazione dell’albero di pistacchio
Il pistacchio (Pistacia Vera) è un albero della famiglia botanica delle Anacardiaceae.
Nel nostro Paese, oltre alla specie coltivata Piastacia Vera, sono presenti allo stato spontaneo altre due specie. Si tratta del Pistacia theribinthus, che viene adoperato come portainnesto, e del Pistacia lentiscus, pianta più conosciuta come lentisco.
Il pistacchio è una pianta dioica, ossia alcuni esemplari portano solo i fiori maschili, altri solo quelli femminili. Questa caratteristica va tenuta in attenta considerazione al momento dell’impianto e possiamo riscontrarla anche in cultivar come kiwi e canapa.
L’albero di pistacchio è molto longevo, può vivere infatti oltre 300 anni. E’ molto vigoroso, in media è alto 4-5 m, ma può raggiungere e superare anche gli 8. Una differenza tra esemplari femminili e maschili, è che i primi hanno più vigore, con branche più aperte e pendule.
La corteccia è grigio chiara negli alberi giovani, ma tende a diventare grigio scura con il passare del tempo. Il legno invece, è giallo da giovane, rosso-brunastro quando è vecchio. La sua consistenza è dura e nodosa, ideale per realizzare pregiati lavori di artigianato.
Le foglie
L’albero di pistacchio è caducifoglia, ossia perde le foglie durante l’inverno e il riposo vegetativo. Sono composte da 3-5 foglioline, di un bel colore verde lucido, con forma ovale e apice arrotondato. Sono ricoperte di una leggera peluria quando compaiono in primavera, per poi divenire glabre.
Fiori, fioritura e frutti

Frutti del pistacchio
Come detto, il pistacchio è una specie dioica, ossia le piante maschili non fruttificano, ma il loro polline serve a fecondare i fiori delle piante femminili per farle arrivare alla produzione.
I fiori del pistacchio non hanno petali e si trovano raggruppati in infiorescenze ascellari a forma di pannocchia.
I fiori maschili sono dotati di brattee e grosse antere, i femminili sono molto simili a un frutto molto piccolo.
Nell’albero di pistacchio la produzione dei fiori, precede l’emissione delle foglie. Avviene in maniera scalare a partire dal mese di aprile. Le gemme a fiore sono portate sulle ramificazioni di due anni.
Caratteristica distintiva della fioritura del pistacchio è sviluppano prima i fiori maschili e, dopo qualche giorno, quelli femminili. Per questo il fiore maschile produce polline vitale solo per 2-3 giorni, mentre quello femminile è ricettivo per 4-5 giorni.
L’impollinazione è anemofila, cioè dovuta all’azione del vento.
I frutti si trovano riuniti in grappolo sulla pianta e sono piccole drupe di forma ovale e allungata. Queste sono formate da un mallo esterno di consistenza sottile e colore verde-rossastro. Il mallo ricopre il guscio, un endocarpo liscio e lignificato, all’interno del quale si trova il seme, ossia il pistacchio.
Il seme, che è la parte commestibile, è composto da due valve, dal tipico colore verde, avvolte da una sottile pellicola colorata rosso violaceo o nero verdastro.
Varietà, impianto e messa a dimora del pistacchio
Nel nostro Paese la varietà coltivata più diffusa è la Bianca, detta anche Napoletana o Nostrale. Questa si caratterizza per il colore verde brillante del seme, cosa molto apprezzata a livello commerciale.
Altre varietà diffuse a livello locale sono: la Cappuccia, la Cerasola, l’Insolia, la Silvana, la Femminella.
Tra le varietà straniere segnaliamo la Kern e la Red Aleppo.
Per quanto riguarda la varietà maschile, da usare come impollinatore, quella più diffusa si chiama M10.
Il portainnesto più usato invece è il Pistacia theribinthus. Questo, se non è usato come portainnesto per le varietà femminili, può svolgere la funzione di impollinatore.
Per avviare una buona produzione nel frutteto familiare, un solo esemplare maschile è sufficiente per impollinare 8-10 piante femminili. E’ molto importante prevedere la presenza dell’esemplare maschile, altrimenti si avranno solo piante a valore ornamentale e improduttive.
Altro consiglio, è di mettere a dimora piante già innestate di almeno 1-2 anni di età. Questo poiché l’innesto effettuato sul posto ha un attecchimento difficoltoso e si rischia di doverlo ripetere più volte.
La distanza d’impianto è di 5×5, ossia 5 metri tra le piante e tra le file.
Il periodo migliore per mettere a dimora un giovane albero di pistacchio è tra la seconda metà di febbraio e la fine di marzo.
La coltivazione dell’albero di pistacchio
Esigenze climatiche
Il pistacchio viene coltivato soprattutto nelle regioni meridionali. Questo non tanto per la resistenza al freddo invernale (la pianta a riposo resiste bene anche ai -20 °C), quanto per il pericolo dei ritorni di freddo.
Essendo i fiori delicati e la fioritura precoce, un ritorno di freddo in aprile può compromettere facilmente la produzione dell’anno.
Dunque, se si decide di coltivare il pistacchio nelle regioni centro-settentrionali, bisognerà scegliere areali molto soleggiati e riparati. Inoltre bisogna provvedere alla protezione delle piante dal gelo improvviso.
Terreno
L’albero di pistacchio è rustico e si adatta bene a tutti i tipi di terreni agricoli, anche quelli poveri e calcarei. Tuttavia, se si ha la fortuna di avere un terreno profondo, ricco di sostanza organica, la pianta ne trae beneficio. I risultati saranno uno sviluppo poderoso, lussureggiante e un incremento della produttività.
Irrigazione
Discorso simile può essere fatto per l’irrigazione. L’albero di pistacchio cresce e vegeta bene anche in terreni siccitosi, in condizioni di scarsità idrica. Ma se si la possibilità d’irrigare, specie nei momenti critici, la produzione ne trae beneficio. Possiamo parlare d’irrigazione di soccorso, più che di un sistema d’irrigazione continuo.
Concimazione
Per quanto riguarda la concimazione, molto importante è quella che si effettua all’impianto. Si usa letame maturo, secondo le modalità classica della messa a dimora di nuovi alberi da frutto.
Per gli anni successivi è sufficiente una concimazione più leggera, usando compost domestico o humus di lombrico (che potete acquistare qui).
Potatura dell’albero di pistacchio
L’albero di pistacchio viene allevato usando la forma a vaso libero, con un impalcatura a un m di altezza. Questa impostazione consente di svolgere in maniera efficiente tutte le principali operazioni colturali. L’impalcatura a un m si ottiene cimando l’apice della pianta al momento della messa a dimora. In questo modo si stimola l’emissione delle branche principali. Nella stagione successiva, periodo di fine inverno, si esegue il taglio dei rametti laterali, favorendo così lo sviluppo di 3-4 gemme nella parte alta del fusto, ottenendo così l’impalcatura. Questo per quanto riguarda la potatura di formazione.
La potatura di produzione invece, deve tener conto del fatto che l’albero di pistacchio produce sui rami di 2 anni. Alla fine dell’inverno quindi, basta un leggero diradamento della chioma, eliminando rami secchie e deperiti. In questo modo si favorisce l’arieggiamento e una buona illuminazione della vegetazione.
Nelle operazioni di potatura si tenga anche conto del fenomeno dell’alternanza produttiva a cui è soggetta questa cultivar. Negli anni di scarica si può intervenire con maggiore decisione, limitando invece gli interventi nelle annate buone.
Difesa biologica antiparassitaria
Per fortuna il pistacchio è una pianta molto rustica e non soffre di particolari attacchi di parassiti o altre avversità. L’uso di macerati naturali, quali equiseto, ortica e aglio, previene con facilità l’insorgenza di ogni problema.
Raccolta dei pistacchi
L’albero di pistacchio entra in produzione piuttosto tardi, in genere dal 5°-7° anno di età. Dal 10° anno entra nella produttività migliore che dura molto a lungo, 30-40 anni. La piena maturazione dei frutti avviene in maniera scalare a partire da agosto e fino a tutto settembre.
Una pianta produce in media 7-10 kg, con punte che però possono raggiungere i 30 kg.
Dopo la raccolta si provvede all’eliminazione del mallo, a cui segue un asciugatura dei frutti con il guscio al sole. Questa dura 3-4 giorni. Il pistacchio in guscio deve essere conservato in sacchi di iuta, in locali igienicamente adeguati, bui e asciutti. I pistacchi sgusciati invece, per essere conservati hanno bisogno di essere sottoposti a tostatura.
Il pistacchio trova largo impiego nella nostra tradizione culinaria, specie in pasticceria, per la produzione di creme, torte e gelati.
Una gamma assortita di pistacchi bio potete trovarla qui.
22 commenti
Buongiorno,quindi volendo acquistare questo albero,per raccoglierne i frutti,è indispensabile prendere il maschio e la femmina?
Sì, servono entrambi.
Sono rimasto molto soddisfatto dalla lettura di questo articolo, la botanica per noi di Milano é sempre una sfida e forse conoscere queste piante x alcuni può sembrare banale ma a me fa volare…!!!
Savino
Grazie mille, Savino 🙂
Buongiirno,
ero molto entusiasta all’idea di piantare un albero di pistacchio, ma ahimè il fatto che siano necessari maschio e femmina (cosa che ammetto non sapevo) complica le cose, perché ho spazio solo per una pianta.
Ritiene sia possibile piantarli ravvicinati (maschio e femmina), in modo che crescano quasi “intrecciati” l’un l’altro, per ottenere l’ingombro di una sola pianta?
(Tenga conto che la produzione per noi non è necessario sia molto abbondante, dovendo soddisfare solo l’esigenza familiare).
Grazie infinite.
Francecsa
Un minimo di distanza tra le piante è d’obbligo, anche perché è molto longevo e con il tempo diventa grande, ti sconsigliamo di piantarne due nello spazio di uno.
Buongiorno,
innanzitutto complimenti per la vostra scheda sul Pistacchio, veramente utile ed esaustiva!!!
Mi resta però una domanda: avendo purtroppo poco spazio, ritiene sia possibile piantare maschio e femmina molto ravvicinati, in modo che crescano quasi intrecciati e occupino lo spazio di una sola pianta?
Grazie mille
Scusi ho scritto due volte, mi sembrava che il primo commento non fosse andato a buon fine…
Grazie mille per la risposta, cercherò allora di trovare una soluzione…
Un’ultima cosa, che ho dimenticato di chiedere prima, sulla velocità di crescita.
Partendo da una pianta di due anni circa, quanto tempo si impiegherà per ottenere un albero di dimensioni tali da avere uno spazio ombreggiato delle dimensioni, ad esempio, di un paio di sedie a sdraio?
Grazie ancora
Francesca
Buonsera. Articolo molto interessante.
Vorrei piantare pistacchio in 2 ettari di terra in zona Agrigento a circa 500 mt a livello del mare. Che tipo di varietà mi consiglia sia come maschio che come femmina?
Inoltre, utilizzando il sesto 5×5 le piante maschio posso piantarle in qualsiasi posto lungo le fila o c’è un modello d’impianto sprcifico che riesce a dare migliore produzione di frutti?
Grazie anticipatamente
Ogni caso è a sé, questo tipo di consulenza richiede molto studio. Eventualmente puoi contattarci in privato all’email che trovi alla voce contatti, così da ottenere un preventivo.
buon giorno premetto che non me ne intendo è obbligatorio maschio e femmina non bastano gli insetti
Sono circa 10 anni che ho messo a dimora 3 alberi di pistacchio: 2 femmine e 1 maschio. In primavera fioriscono, producono molti grappoli di frutti che non arrivano a maturazione, cioè i frutti rimangono minuscoli, fine estate dal rosso diventano neri e poi cadono. Sicuramente c’è qualcosa che non va’. Dimenticavo il terreno si trova in Sardegna in pianura.
si è seccato la pianta maschile, dal selvatico sono cresciuti vari arbusti selvatici voglio provare a innestare maschi e femmine lasciando anche uno selvatico, cortesemente mi potete dire come e quando innestare e se bisogna quardare il periodo lunare migliore. Grazie
L’ innesto del pistacchio andrebbe fatto, tra marzo e aprile, in alternativa tra agosto e settembre.
Il tipo di innesto più utilizzato è quello a gemma.
Questo tipo di innesto si fa a inizio primavera ed è detto a gemma vegetante; oppure a fine estate, e viene chiamato a gemma dormiente.
Di norma si pratica l’innesto a gemma su giovani portainnesti di 1 o 2 anni di età e con un diametro al colletto superiore ai 6mm e inferiore ai 15mm.
In alternativa si può praticare innesto a corona per dimensioni maggiori, ma solo a inizio primavera.
Io abito a Verona in Veneto è possibile come luogo x piantare delle piante grazie della risposta .
Il pistacchio lo si coltiva soprattutto al Sud perché soffre molto i ritorni di freddo, che possono compromettere la fioritura precoce. Se vuoi coltivarlo nella tua zona, devi scegliere luoghi molto soleggiati e riparati e proteggere le piante dalle gelate.
Grazie molto esauriente
Prego 🙂
Ottimo articolo
E’ la prima volta che guardo questo sito, è devo dire la verità che ho trovato delle cose interessanti.
Complimenti vivissimi!!
Grazie e benvenuto. 🙂