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La papaya, volgarmente nota anche come pawpaw è uno dei frutti tropicali più conosciuti e diffusi al mondo. Il suo nome scientifico è Carica papaya, ed è una pianta della famiglia botanica delle Caricaceae.
La coltivazione della papaya è praticata, con più o meno intensità, in tutti e cinque i continenti.
Nel nostro paese la consideriamo appartenente alla categoria dei frutti esotici. Con questo termine intendiamo quegli alberi da frutto coltivati con successo nelle aree tropicali e sub-tropicali.
La coltivazione di questa pianta in Italia è possibile a causa dei cambiamenti climatici. Questa però può avvenire solo a determinate condizioni. Infatti, rispetto ad altri frutti tropicali come mango o avocado, l’arbusto è molto più sensibile al freddo.
In questo articolo vediamo quindi le caratteristiche botaniche della pianta e capiamo quali sono i limiti e le possibilità del coltivare papaya qui da noi.
Origine e diffusione della pianta di papaya
Le origini della papaya sono molto lontane da noi e in particolare risalgono a una regione corrispondente all’attuale Messico meridionale.
L’appellativo volgare di pawpaw è dovuto ai conquistatori spagnoli che per primi descrissero questo frutto.
La storia della diffusione mondiale inizia all’incirca nel 1500, quando gli spagnoli trasportarono i semi a Panama e nella Repubblica Dominicana.
Nel secolo successivo i marinai spagnoli e portoghesi diffusero semi e coltivazione nelle Filippine, in Malesia e in India.
Successivamente, la coltivazione della papaya iniziò a diffondersi nelle aree tropicali, fino ad arrivare nel 1800 alle Hawaii. In Florida, arrivò agli inizi del ‘900.
Oggi la papaya è coltivata in tutte le regioni tropicali e sub-tropicali del pianeta. In Europa le maggiori coltivazioni si hanno in Spagna, nelle Isole Canarie. In Italia viene coltivata in serra quasi esclusivamente in Sicilia.
Le caratteristiche dell’albero di papaya
La papaya è una pianta con portamento arboreo, dalla crescita molto rapida, ma poco longeva.
- La vita di una papaya non supera i 20/25 anni.
- La pianta ha un apparato radicale molto superficiale, caratteristica che condiziona le eventuali lavorazioni del terreno.
- Si erge come un piccolo alberello, con un unico tronco, ramificato solo all’apice.
- Nelle giuste condizioni di coltivazione può arrivare a 10 m di altezza.
- Foglie, fiori e frutti crescono solo all’apice della pianta.
Il fusto
Il fusto dell’albero di papaya ha la sezione cilindrica. La consistenza è poco lignificata, anzi risulta più che altro spugnosa e fibrosa.
Ha inoltre l’interno cavo, colore grigio-marrone, e un diametro dai 10 ai 30 cm, solcato da evidenti cicatrici causate dalle foglie e dai fiori che periodicamente si rinnovano e cadono.
Le foglie
Le foglie della pianta di papaya sono alterne sul fusto e dotate di lunghi piccioli che possono arrivare ad 1m di lunghezza.
Sono molto larghe, arrivano anche a 75 cm di diametro negli esemplari adulti e vigorosi.
Hanno la superficie liscia e la tipica forma palmare.
Ogni foglia è suddivisa in lobi, da 7 a 11 a seconda della varietà. Hanno la base larga e la punta acuminata e sono tutte segnate da evidenti venature. La colorazione è verde intenso nella pagina superiore, tendente al giallo in quella inferiore.
Come identificare il sesso della papaya

Fiore femminile
La papaya è una specie poligama, ciò vuol dire che produce esclusivamente o fiori maschili, o femminili o ermafroditi.
Le piante di papaya con fiori maschili producono solo il polline, ma non i frutti.
Quelle con fiori femminili sono quelle produttive, ma hanno bisogno dell’impollinazione del fiore maschile (o ermafrodita).
Gli alberi con fiori ermafroditi hanno fiori sia con la parte maschile, che con quella femminile. Sono quindi in grado di autoimpollinarsi e produrre autonomamente frutti.
Per chi vuole iniziare una coltivazione di papaya è importante capire la differenza tra i diversi tipi di fiore. Per una corretta impollinazione, infatti, è necessaria la presenza di una pianta maschio ogni 7/8 femmine.
L’impollinazione è anemofila, ossia operata dal vento.
I fiori hanno i petali di colore bianco e la corolla gialla. A seconda del sesso hanno un diverso aspetto:
- Maschili: si trovano raggruppati, sorretti da un peduncolo che li fa sporgere dal tronco della pianta. Da chiusi hanno l’aspetto di un piccolo grappolo d’uva.
- Femminili: sono singoli e li troviamo attaccati al fusto.
- Ermafroditi: sono un insieme dei due tipi.
Nelle zone tropicali d’origine la pianta fiorisce e fruttifica tutto l’anno, in maniera continua. Alle nostre latitudini, invece, dove si sta testando la coltivazione della papaya i fiori spuntano a fine primavera/inizio estate e i frutti sono pronti, in modo scalare, in piena estate.
Il frutto della papaya
La fruttificazione della papaya avviene nelle piante femminili ed ermafrodite. Il frutto si trova all’apice vegetativo, di solito pendente sul tronco e sotto le foglie.
Quelli più in basso rispetto all’apice della pianta maturano prima.
I frutti della papaya sono di forma e dimensioni differenti a seconda della varietà. Quelli che troviamo di solito nei supermercati hanno forma ovale-allungata, con buccia verde, tendente al giallo-arancio a piena maturazione.
Al suo interno il frutto ha la polpa arancione, molto simile a quella di alcune varietà di melone.
Il sapore è dolce e gradevole, a patto che si consumino frutti pienamente maturi.
Se la papaya non è ben matura il sapore è allappante.
La polpa del frutto protegge centinaia di semi di colore nero e forma tondeggiante.
Caratteristica dei semi di papaya è il loro altissimo grado di germinabilità, per questo la pianta si riproduce con facilità da seme.
La coltivazione della papaya
Giacché la pianta odia il freddo, la coltivazione della papaya in Italia è praticabile solo in aree calde. Parliamo quindi delle zone meridionali e in coltura protetta, ovvero in serra riscaldata.
Si può tentare di coltivare l’albero in vaso all’aperto, ma già con i primi freddi autunnali deve essere trasferito in una serra, per essere protetto da temperature inferiori ai 10 °C.
Questo è un limite evidente per la diffusione di questa cultivar in Italia.
Le serre riscaldate sono onerose nei costi di gestione degli impianti, per cui vengono usate per le colture molto redditizie. La papaya, benché sia tra i frutti più consumati al mondo, in Italia è relegata ad un mercato di nicchia.
Se però andiamo oltre queste considerazione, osserviamo che nei paesi d’origine è facile da coltivare e può dare grandi soddisfazioni.
Come e quando seminare la papaya
Per iniziare una coltivazione di pianta di papaya basta mettere a dimora il seme nel periodo giusto. In Italia ve bene il mese di aprile, quando le temperature sono stabili.
Il seme raccolto dal frutto va lavato e tenuto a mollo per una notte in acqua. Si mette a dimora a 2-3 cm di profondità e nel giro di 10-15 giorni fa spuntare i germogli.
Da qui in poi la pianta ha una crescita velocissima. In pochi mesi supera i 50 cm di altezza, sviluppa grandi foglie e un tronco robusto.
Vista la differenziazione sessuale della pianta conviene mettere a dimora più plantule e poi osservare il sesso dai fiori.
Le piante maschio in eccesso si possono eliminare, evitando così di sprecare spazio.
Un esemplare maschile è sufficiente a garantire l’impollinazione di 8/10 femmine.
Si consiglia di partire da piccoli vasi, del diametro di 20 cm. Il travaso, in piena terra (nella serra) o in un vaso più grande, si opera dopo circa due mesi. Questo tempo serve a far sì che prima venga definito il sesso della pianta.
In generale, nella coltivazione in vaso della papaya, i contenitori devono essere più larghi che profondi.
Qual è la giusta esposizione della pianta
L’esposizione migliore per ottenere un’abbondante fioritura e un’ottima fruttificazione è il pieno sole. La papaya, infatti, cerca la luce e soffre le posizioni ombreggiate, che ne causano il veloce deperimento.
La pianta, inoltre, va protetta da un’eccessiva ventilazione. Questo avviene in modo naturale in coltura protetta. In vaso, invece, si deve stare più attenti, e bisogna spostare la pianta in caso di forti venti.
Qual è il giusto terreno
Il terreno deve essere ben lavorato, di tipo sciolto, con un pH neutro e ricco di sostanza organica.
È quindi necessaria una concimazione di fondo, da farsi con humus di lombrico o compost domestico. In questo modo garantiremo alle nostre piante di papaya sufficiente nutrimento nella fase vegetativa iniziale.
Il suolo non deve dare assolutamente luogo a ristagno idrico, pena l’insorgere di marciumi radicali.
Per una coltivazione in vaso, consigliamo l’acquisto di un terriccio di buona qualità.
Sul fondo del vaso conviene sistemare della perlite, così da favorire il drenaggio dell’acqua in eccesso.
Come e quando irrigare la pianta di papaya
La pianta di papaya soffre la siccità. È quindi necessaria un’irrigazione costante nel tempo, specie nei periodi più caldi.
In coltura protetta non ci sono le precipitazioni naturali, dunque è ovvio che un impianto idrico diventi fondamentale. Per fortuna le serre hanno le dovute predisposizioni per sistemi d’irrigazione automatica, per cui sono più facili da gestire.
Le piante in vaso di solito sono innaffiate a mano, quindi, nel caso della papaya, bisogna controllare manualmente l’umidità del terriccio. Questa operazione va fatta giornalmente, perché, in generale, le piante in vaso richiedono più acqua di quelle in piena terra.
Come curare una pianta di papaya
La papaya è un arbusto abbastanza delicato. Per mantenere il terriccio più umido si può praticare la pacciamatura naturale, tecnica molto usata nelle coltivazioni intensive tropicali.
La pacciamatura naturale tiene altresì le piante pulite dalle erbacce. In alternativa, per risolvere questo secondo problema bisogna praticare periodiche sarchiature.
Altra cura fondamentale alle nostra latitudini è la protezione dal freddo.
In serra riscaldata questa avviene coi termostati, che avviano il riscaldamento quando la temperatura va sotto al livello prefissato.
La pianta di papaya non ha bisogno di interventi di potatura. Perde da sola le foglie più vecchie, quando queste hanno svolto il loro compito.
Parassiti e malattie non si segnalano nel nostro paese, questo è dovuto al fatto che è una coltura scarsamente diffusa.
Coltivare la papaya come pianta annuale
Per superare i problemi dovuti al freddo, un’idea potrebbe essere quella di coltivare la papaya come pianta annuale. Alcune varietà “nane” infatti, fruttificano dopo meno di un anno dalla semina. Per questo si può tentare di seminare le pianta in autunno, crescerle protette in inverno (magari anche in casa) e metterle a dimora all’aperto in primavera. In modo a settembre fruttificheranno.
Non è semplice, ma si può tentare se siete appassionati di questo frutto esotico.
5 commenti
esiste una varietà di papaia ermafrodità ? se si come si chiama ? Per coltivare la papaia in vaso e farla fruttare, come vuole grande il vaso ? Sto partendo da una papaia da seme, comprata al super mercato. Grazie per la gentile risposta
Vi sbagliate. La papaia fruttificante si trova a piena terra in varie zone della calabria senza protezione estate o inverno
Ci sono delle aziende che la producono? Potremmo avere delle indicazioni più precise sui luoghi di coltivazione in modo da poter verificare?
Le informazioni sono state esaustive . Ccomplimenti
Il maschio della papaia si distingue anche dallo stelo della foglia