Indice dei contenuti
Coltivare meloni è una pratica alla portata di tutti e bastano anche poche piante per avere grandi soddisfazioni. Questo frutto è conosciuto anche con varie denominazioni volgari, quali: popone, melone di pane, melone bianco, melone giallo, ecc. Questo perché esistono diverse varietà da coltivare, che si differenziano anche per il loro sapore.
Conosciamo dunque meglio questa pianta, quali sono le tipologie migliori da coltivare, quali gli accorgimenti colturali necessari per crescere piante sane e rigogliose, e, infine, scopriamo insieme quali sono le strategie di difesa biologica contro i possibili parassiti e le malattie crittogamiche.
Il melone, classificazione e origine
Il melone, nome scientifico Cucumis melo, è una pianta appartenente alla famiglia botanica delle Cucurbitaceae. A questa stessa famiglia, come abbiamo avuto modo di vedere in precedenza, appartengono anche altre importanti cultivar come zucchine, cetrioli, zucca, angurie ecc.
La pianta è di origine nordafricana, però è attualmente diffusa in tutto il mondo. I suoi frutti, che tutti conosciamo, sono in genere dolci e molto aromatici, dall’inconfondibile odore. In line di massima vengono consumati dall’estate fino all’autunno, anche se, come vedremo a breve, esistono varietà che si possono conservare per diverso tempo e che è dunque possibile consumare anche nei periodi invernali.
La pianta di melone
La coltivazione del melone è a ciclo annuale. La pianta è un’erbacea che sviluppa lunghi steli ramificati forniti di viticci, molto simili a quelli del cetrioli. Normalmente i suoi lunghi tralci si lasciano strisciare sul terreno, ma grazie ai viticci e alla predisposizione di adeguati sostegni di coltivazione, si può conferire alla pianta un portamento rampicante.
L’apparato radicale è molto sviluppato, sia negli strati superficiali del terreno, che più in profondità. Le foglie sono di forma rotondeggiante, molto ruvide al tatto e di colore verde chiaro.
La pianta è solitamente di tipo monoica, ossia, si sviluppano dapprima i fiori maschili, successivamente quelli femminili. C’è da dire, però, che sono frequenti i tipi andromonoici dotati di fiori maschili e fiori ermafroditi.
Il frutto
Se decidiamo di coltivare meloni, il frutto che raccoglieremo sarà un tipico peponide di medie dimensioni, con un peso che, a seconda delle varietà, oscilla tra 1 e 4 Kg. E’ costituito da un epicarpo, ossia la buccia, saldato a un mesocarpo carnoso che costituisce la parte edule.
All’interno del frutto è presente una cavità, formata da un massa di consistenza flaccida e spugnosa, all’interno della quale sono si trovano i semi.
I semi di melone sono numerosissimi, bianchi, di forma allungata, appuntiti a una delle due estremità.
Varietà di melone
Coltivare meloni permette un ampio ventagli di scelta delle varietà. Le diverse tipologie si distinguono per le caratteristiche del frutto e possono essere raggruppate nel modo seguente:
- Meloni reticolati, con frutti a forma tondeggiante o appena oblunga. La buccia è sottile e segnata da un fitto reticolo suberoso. La polpa può essere di colore verde-giallo o arancione, molto dolce e profumata. Tra le varietà più interessanti di questo gruppo, ricordiamo il melone degli ortolani, la delizia d’oro, lo zuccherino e l’arancino.
- Meloni cantalupi o zatte, i cui frutti si distinguono per la forma tondeggiante o leggermente depressa. La buccia è profondamente solcata in senso longitudinale e ha una consistenza rugosa. La polpa è di colore aranciato o salmone, molto profumata. In questo gruppo spiccano le varietà: charantais, di Parigi, di Caravaggio e dei Carmelitani.
- Meloni lisci o invernali, con la caratteristica forma ovale, la buccia liscia e spessa, e il colore giallo o verde. In queste varietà la polpa può essere bianca, verde chiaro o gialla, ed è molto dolce, ma poco profumata. A questo gruppo appartengono le varietà: giallo brindisino, verde di Napoli, giallo di Napoli. Questi meloni vengono chiamati invernali per la possibilità di essere conservati a lungo, fino all’inverno. Vengono coltivati soprattutto nelle regioni meridionali del nostro Paese, dove il clima caldo e secco favorisce la dolcezza dei frutti.
- Melone reticolato
- Melone cantalupi
- Melone invernale
Come coltivare meloni
Clima e periodo
Coltivare meloni richiede un clima molto caldo e secco. La pianta, infatti, predilige una posizione in pieno sole, con un basso livello di umidità. Per questo motivo la semina avviene in tarda primavera, da maggio a giugno, quando ormai le temperature sono stabilmente sopra i 15 °C anche di notte.
Terreno e concimazione
Coltivare meloni necessita di un terreno ben lavorato, profondo e sciolto, con una buona concimazione di fondo. Dovrà, inoltre, avere un ottimo drenaggio, poiché la pianta soffre i ristagni idrici e quindi le malattie crittogamiche.
Per concimare, l’ideale sarebbe l’utilizzo di letame maturo al punto giusto, da spargere sul terreno prima della lavorazione finale. Se però avete difficoltà a procurarvelo, potete utilizzare il letame pellettato, un prodotto facilmente reperibile in commercio. Se preferite questa soluzione, un prodotto valido potete trovarlo qui.
Semina e distanze
Per coltivare meloni si può usare la tecnica della semina diretta a postarelle. Solitamente, in piccole buche distanti fra loro 80/100 cm, si mettono a dimora 3-4 semi. Questi vanno ricoperti da 2 cm di terra, che in questa fase deve essere ben umida, per favorire il germogliamento. Dopo circa 10 giorni i semi inizieranno a germogliare e andranno diradati, lasciandone uno per postarella.
La distanza da mantenere tra le file è, invece, di almeno 2 metri.
Irrigazione
Per coltivare meloni non sono necessari grossi interventi d’irrigazione, la pianta teme di più l’umidità eccessiva, che la siccità. Tuttavia, in lunghi periodi secchi può essere necessario irrigare, per non compromettere lo sviluppo vegetativo.
Pacciamatura
Per limitare ulteriormente l’irrigazione, e altresì per evitare la presenza delle erbe infestanti, fondamentale è la pacciamatura. Noi consigliamo quella con la paglia, ma ne esistono di diversi tipi, come ad esempio qualla con i teli di juta. Ad ogni modo, il materiale pacciamante sarà da sistemare intorno alle piante prima che queste si sviluppino troppo.
La cimatura
Per ottenere frutti regolari e ben ingrossati da una coltivazione di meloni, si è soliti ricorrere ad attente e sistematiche cimature dei germogli. La prima cimatura si effettua quando le giovani piantine hanno 4-5 foglie, staccando l’apice sopra la seconda foglia. Tale operazione si ripete sui tralci di primo e secondo ordine, che vanno cimati sopra la terza foglia. I frutti si formano in genere sui tralci di terzo ordine, che vanno a loro volta cimati due foglie sopra il frutto.
Difesa biologica antiparassitaria
Coltivare meloni richiede un’adeguata strategia di difesa biologica, da avversità e parassiti.
Tra i parassiti animali, quello più problematico è l’afide delle cucurbitacee, Aphis gossypii, di cui vi abbiamo parlato in un post specifico, al quale vi rimandiamo per gli interventi di difesa biologica da adottare.
Tra le malattie crittogamiche, invece, quelle più temibili per questa cultivar sono: l’oidio e la pseudoperonospora cubensis, malattia molto simile alla peronospora del pomodoro.
Oidio
Per quanto riguarda l’oidio, questo patogeno provoca sulle foglie macchie farinose pulverulenti, con successivo ingiallimento fogliare e necrosi. Per contrastarlo è necessario intervenire preventivamente con lo zolfo in polvere (che potete trovare a questo link), o con il bicarbonato di sodio, come vi abbiamo descritto già in passato.
Peronospora
Per quanto riguarda la peronospora, invece, questa si presenta sulle foglie con delle macchie inizialmente traslucide simili a macchie d’olio. Queste poi evolvono, diventando giallo-brunastre, con della muffa grigio-violacea che si forma nella pagina inferiore. La vegetazione attaccata dalla malattia si dissecca completamente in pochi giorni. Per evitare l’insorgere di questo problema si possono adottare soluzioni agronomiche, quali rotazioni adeguatamente lunghe, oppure evitare l’irrigazione a pioggia, in modo da non bagnare il fogliame. Dei trattamenti preventivi con lo zolfo in polvere, anche in questo caso, sono fortemente consigliati.
Raccolta e conservazione
I meloni arrivano a maturazione a partire dalla fine del mese di luglio e per tutto settembre. Ci sono delle varietà estive, come il reticolato e il cantalupi, che devono essere consumate subito. E ce ne sono altre cosiddetti invernali, che, anche se raccolte nello stesso periodo, possono essere conservate più a lungo, parliamo di un periodo anche di cinque mesi.
In genere, queste varietà vengono appese a testa in giù in un locale buio e asciutto, oppure sopra uno strato di paglia che permette al frutto di mantenersi fresco per molto tempo.
2 commenti
Buongiorno. Vorrei sapere come si fa a capire quando il melone è maturo. Grazie
Se ne hai coltivati tanti puoi aprirne uno e fare una prova. Dipende dall’epoca del trapianto, dalla varietà, dalla colorazione della buccia, dalle condizioni di coltivazione…