L’orniello (Fraxinus ornus) è un albero appartenente alla famiglia delle Oleaceae, ed è noto a tutti come albero della manna. È soprattutto da questa specie di frassino, infatti, che si estrae la linfa conosciuta come manna, ossia una preziosa sostanza zuccherina, ricca di proprietà benefiche. Potenzialmente questa può essere estratta anche da altri “frassini”, in particolare dal frassino maggiore (F. excelsior) e dall’ossifillo (F. oxycarpa), ma è l’orniello, storicamente, la specie più adatta e quella dalla quale si ricava la qualità più pregiata. Proprio questa è la ragione per cui l’orniello si coltiva ancora oggi, anche se si tratta di coltivazioni sempre più rare e marginali, limitate ad alcune aree della Sicilia, in particolare nei territori dei comuni di Castelbuono e Pollina, alle pendici della dorsale montuosa delle Madonie.
In quest’articolo conosciamo le caratteristiche botaniche dell’orniello, le pratiche colturali, le tecniche d’estrazione della manna e le sue proprietà.
Descrizione dell’orniello
Il Fraxinus ornus è un albero deciduo che può raggiungere un’altezza di 20-25 m, ma che di solito si attesta sugli 8-10. Può essere allevato su un tronco unico, ma in natura ha portamento arbustivo-cespuglioso, vista la grande attitudine ad emettere polloni. È poco longevo, non supera gli 80-100 anni di vita. Ha inoltre un apparato radicale robusto e profondo, con un fittone centrale e numerose radici secondarie laterali.
La chioma ha forma tondeggiante, con il tronco principale che può essere dritto o tortuoso. I rami principali sono generalmente eretti, con i rametti secondati patenti. La manna si può estrarre sia dal tronco che dai rami, ma la prima è più pregiata. La corteccia è di colore grigio-cenere, con alcune zone più chiare, mentre la superficie è liscia. Le gemme, molto grosse, sono opposte sui rami, di color grigio-cenere e protette da robuste squame sub-rotonde di colore nero.
Foglie
Le foglie dell’orniello sono opposte, imparipennate, cioè composte da 5-7-9 foglioline. Il picciolo è solcato nella superficie superiore ed è coperto da una pubescenza rossastra. Le singole foglioline sono di forma ovale-allungata, hanno la base ristretta in un corto picciolo e l’apice acuto, e il margine è seghettato. La pagina inferiore ha le nervature sporgenti e coperte da una pubescenza fulva. La pagina superiore è più scura e glabra.
Fiori
I fiori dell’albero della manna sono riuniti in racemi di cui uno è terminale al rametto e gli altri sono inseriti all’ascella delle foglie superiori. Questi racemi o pannocchie sono densamente piene di fiorellini molto profumati. Il fiorellino è bianco, con il calice diviso in 4 sepali irregolari, mentre la corolla è formata da 4 petali lineari con apice ottuso. La fioritura avviene nei mesi di aprile e maggio, contemporaneamente o poco dopo l’emissione delle foglie. L’orniello è una pianta mellifera, molto gradita alle api e agli altri insetti impollinatori, per via dell’ottima presenza di polline e nettare.
Frutti
Il frutto del Fraxinus ornus è una samara, cioè un achenio provvisto di un’ala membranacea lunga due volte l’achenio. All’interno della samara è contenuto un unico seme di forma tondeggiante.
La coltivazione dell’orniello
Come accennato, l’orniello viene coltivato per l’estrazione della manna in Sicilia, ai piedi delle Madonie, tra i 100 e 700 m di quota. In queste zone, la coltivazione è consociata soprattutto con l’ulivo, il mandorlo e il fico d’india.
Il clima particolarmente mite dell’area, con elevate temperature estive e scarse escursioni termiche, favorisce l’emissione e l’indurimento della manna stessa, nel momento dell’estrazione. Il Fraxinus ornus è una specie xerofila, cioè particolarmente resistente all’aridità, e termofila, ossia predilige temperature elevate.
Ama i terreni calcarei, superficiali, sabbiosi, sassosi o rocciosi, particolarmente asciutti. Nelle altre regioni del Centro-Sud, e allo stato naturale, l’orniello si spinge fino a quote di 1400-1500 m e lo troviamo spesso in abbinamento con il carpino nero nei cosiddetti ornio-ostrieti. A volte convive con querce, aceri e castagni, e in generale con le specie della macchia mediterranea alta.
Propagazione
Il frassino da manna viene riprodotto da seme e per innesto. Le tecniche di innesto utilizzate sono: scudetto, spacco e corona. Dalla piantumazione alle prime raccolte della manna trascorrono dai 3 ai 6 anni, a seconda che si parta da zero, con piante nate da seme o con piante adulte già innestate. Per questo, nella realizzazione di nuovi frassineti, in Sicilia si preferisce usare piante già innestate, in modo da ridurre il tempo della fase improduttiva.
Varietà degli alberi della manna
Grazie alla selezione e alla tecnica dell’innesto, sono state selezionate nel tempo diverse cultivar. La più diffusa in assoluto è il Verdello. Altra degna di nota per la specie Fraxinus ornus sono: Carabillò, Cicero e Minà, tutte ovviamente siciliane.
Sesti di impianto
Gran parte dei frassineti da manna ancora presenti in Sicilia, a causa dell’acclività dei suoli su cui insistono, hanno sesti irregolari, con piante sparse.
Un nuovo impianto, di tipo razionale, dovrebbe essere costruito con distanze di 5×5, in modo da lasciare lo spazio per un adeguato sviluppo della pianta e di tutte le lavorazioni necessarie.
Note di selvicoltura e potatura
Le incisioni che si praticano sull’albero per l’estrazione della manna causano un certo deperimento. Per rinnovare l’albero, quindi, va praticata a intervalli di 12-25 anni la ceduazione.
In pratica, gli ornielli vengono tagliati a raso e i nuovi polloni di ceppaia allevati direttamente o tramite ulteriore innesto. Così facendo, si mantengono i frassineti da manna giovani, produttivi e vitali.
La potatura è di allevamento nella selezione iniziale dei migliori polloni e punta ad ottenere una pianta monocaule, con tronco privo di ramificazioni per circa 2 m in altezza.
Sulle piante di orniello adulte, circa ogni 2 anni si esegue, in autunno, una potatura di “rimonda” (rimunna in siciliano), finalizzata ad eliminare branche secche o danneggiate, o accorciare piante troppo alte. Ogni anno, tra fine di giugno e inizio luglio, viene effettuata la spollonatura, eliminando i nuovi getti dell’anno.
Gestione del suolo
La gestione del suolo solitamente prevede due lavorazioni, ovvero un’erpicatura invernale e una fresatura tra maggio e giugno. Non si preferisce l’inerbimento per via della scarsità delle risorse idriche e per l’elevato rischio di incendi. Nelle gestioni più razionali, si pratica anche il sovescio di leguminose nella stagione autunno-invernale.
Altra operazione caratteristica nei frassineti da manna è la scalzatura, ovvero la rimozione della terra intorno alla ceppaia per circa 50-80 cm di diametro, operazione, questa, che prepara l’orniello alla raccolta della manna. In questo modo, si mettono infatti gli alberi in condizioni di forte stress, il che favorisce l’emissione di manna dalla corteccia.
L’estrazione della manna
La manna viene estratta dall’orniello a partire dalla seconda metà di luglio e fino al mese di settembre, se le condizioni climatiche lo consentono. Per far fuoriuscire questa preziosa linfa dagli alberi, vengono praticate delle incisioni sulla corteccia, partendo da 5-10 cm dalla base del fusto. Ogni giorno, di mattina, si pratica una nuova incisione, detta n’tacca, a circa 3-5 dalla precedente.
Queste incisioni hanno inclinazione trasversale e si praticano sullo stesso lato dell’albero.
L’attrezzo che si usa è un particolare coltello, detto mannaruolo. Dalle incisioni inizia lentamente a sgorgare la linfa dell’albero, per l’appunto la manna. Inizialmente ha colore creolo e sapore molto amaro. Man mano che sgorga, inizia a rapprendersi, schiarirsi e addolcirsi. Poi, più o meno una volta a settimana, inizia la raccolta vera e propria della manna.
La raccolta della manna
La qualità della manna è correlata alla tecnica di raccolta. La manna più pregiata è quella a cannolo, di aspetto simile a una stalattite, si raccoglie con uno strumento detto archetto. Per agevolare la formazione dei cannoli di manna, si canalizza l’uscita della linfa lungo un filo di nylon. Il filo è fissato superiormente a uno scivolo di metallo, posto al di sotto dell’incisione, e ancorato nell’estremità inferiore al suolo. La manna, solidificandosi intorno al filo, forma cannoli lunghi e regolari. Il cannolo è anche detto manna cancellata, è molto puro e di elevato valore.
La manna che invece si rapprende sul tronco è chiamata manna in rottame e si raccoglie raschiando il tronco con una rasula.
Infine, abbiamo la manna in sorte, ossia quella che si accumula sulle pale di fico d’india appositamente posizionate alla base del tronco, per evitare sprechi.
Essiccazione
Subito dopo la raccolta, la manna va sistemata in appositi contenitori in legno, ossia le scatole, sistemate sugli stinnituri, appositi stenditoi per la pulizia e l’essiccazione.
La prima fase è quella di asciugatura e pulizia delle impurità, e la si fa all’ombra per circa 2 giorni. La seconda fase invece dura circa una settimana e si fa in pieno sole. Ad essiccazione ultimata, la manna del Fraxinus ornus si riunisce a seconda della qualità, e va conservata in contenitori di legno, riposti in locali ben asciutti, già pronta per la commercializzazione.
Proprietà e usi della manna di orniello
La manna di orniello è famosa per essere un ottimo lassativo naturale. I suoi principi attivi sono: zuccheri (mannitolo, stachioso), derivati cumarinici (fraxoide). Non avendo controindicazioni come lassativo leggero, è molto indicata nei bambini piccoli, nelle persone molto anziane e nei soggetti debilitati o convalescenti che non possono assumere farmaci. Il sapore zuccherino, la rende inoltre un ottimo dolcificante, adatto per le persone diabetiche. La manna, inoltre, regola e rinfresca l’intestino, apportando notevoli benefici alla salute.
Altre proprietà sono quelle emolliente e fluidificante per l’apparato respiratorio, è poi indicata come ottimo sedativo della tosse e, in generale, delle affezioni delle vie aeree.
Solitamente, la si scioglie nel latte per una più semplice assunzione, ma si può anche utilizzare l’acqua o può essere assunta pura, in piccoli pezzettini. Il dosaggio varia dai 5 ai 60 g al giorno, a seconda delle condizioni del soggetto.
Dove si trova la manna
La manna e i suoi derivati si trovano in vendita nelle migliori farmacie ed erboristerie, ma anche nei negozi online (la trovate qui). Sono proposti sia i cannoli puri, che la polvere o gli altri sottoprodotti. Quello che ci sentiamo caldamente di consigliare, però, è di acquistarla direttamente dai piccoli contadini siciliani, se è possibile, i quali, con grande fatica, mantengono ancora viva quest’antica tradizione. Se vi capita di viaggiare tra i piccoli borghi delle Madonie, non perdete dunque l’occasione di provare la manna e di sostenere la fragile economia locale.