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L’afide verde del pesco (Myzus persicae) è un insetto dell’ordine Rhyncota, famiglia Aphididae, sottofamiglia Macrosiphinae. È uno dei più temibili parassiti del pesco ed è presente ovunque in Italia e nel mondo. In inglese è chiamato green peach aphid. Oltre al pesco (ospite primario), l’afide verde attacca e danneggia numerose altre colture orticole (ospiti secondari).
Per evitare che l’insetto procuri perdite consistenti ai raccolti, occorre intervenire in modo tempestivo e con prodotti consentiti in agricoltura biologica.
In quest’articolo spieghiamo come agire nel modo giusto contro questo tipo di afide.
Descrizione dell’afide verde del pesco
Il Myzus persicae presenta diverse forme vitali, distinguibili tra loro per piccoli dettagli. Innanzitutto abbiamo la forma alata fondatrigenia, di colore verdastro, tranne il capo, il torace, le sclerotizzazioni dell’addome e i sifoni, che sono castani. Il capo è fornito di tubercolo frontale e di tubercoli antennali convergenti. Misura 3,5 mm di lunghezza, comprese le ali. Vi è poi la forma attera fondatrigenia, di colore verde, giallastro o rossastro, con tre linee dorsali più scure, antenne sprovviste di sensilli secondari. Misura 1,8-2 mm di lunghezza.
Abbiamo quindi la forma attera virginopara esule, sempre di colore verde, oppure giallo o rossastro. I tubercoli in numero più ridotto o assenti rispetto all’attera fondatrigenia, sifoni chiari, leggermente rigonfi nella parte distale. Quindi abbiamo il maschio alato, con antenne fornite di circa 30 sensilli secondari.
Infine la forma di femmina anfigonica attera, di colore verde, tranne la parte distale dei femori, delle tibie e dei tarsi, che è bruna. Sifoni leggermente rigonfi su un lato nella porzione distale. Misura 1,5 mm di lunghezza.
Uovo
Importante è anche riconoscere l’uovo durevole dell’afide del pesco, di colore verde non appena deposto, nero lucente in seguito. Le dimensioni sono di 0,6 x 0,3 mm.
Piante attaccate dall’afide verde
Come accennato, l’ospite primario di questa specie di afide è il pesco Prunus persica, da cui deriva il nome. Tuttavia si tratta di un afide altamente polifago, che ha come ospiti secondari oltre 400 specie erbacee, afferenti ad oltre 40 famiglie botaniche. Tra le specie orticole di maggiore interesse agrario abbiamo: solanacee (pomodoro, melanzana, peperone), chenopodiacee (bietola e spinacio), crucifere (ravanello e diverse specie di cavoli), composite (insalate, cicorie, scarola liscia e riccia, lattughe), cucurbitacee (zucchina, cetriolo, melone, anguria, zucca, luffa, kiwano) e, infine, leguminose (fagioli, fagiolini, piselli). In pratica, quando vedete un afide verde sulle coltivazioni, è molto probabile che sia Myzus persicae.
Danni diretti alle piante
Sugli alberi di pesco le colonie di afide verde invadono letteralmente le foglie, causandone dapprima l’accartocciamento, poi l’ingiallimento e infine la caduta. Ciò causa l’arresto nello sviluppo dei germogli e quindi dell’albero stesso.
Nelle varietà di pesche nettarine, il parassita attacca anche i piccoli frutticini, i quali crescono piccoli e deformi.
Sulle piante erbacee sopra elencate invade soprattutto la pagina inferiore delle foglie, ma spesso anche i fiori. Ad esempio, sul peperone, che è molto soggetto agli attacchi di afide verde, le infestioni fogliari provocano la deformazione del lembo e bloccano la crescita delle piante, soprattutto quelle giovani.
Danni indiretti
Oltre ai danni diretti, l’afide verde del pesco è molto temuto dagli agricoltori per i danni indiretti, in quanto potenziale vettore di oltre un centinaio di virus patogeni delle piante. Ad esempio, il virus dell’accartocciamento fogliare delle patata, la virosi del pomodoro o quella della bietola, del tabacco, del pisello, della bietola. Queste virosi di solito vengono trasmesse nella fase avanzata della stagione. Dopo la migrazione dell’afide verde alle altre piante erbacee non ci sono particolari rischi di trasmissione di virosi. Nelle seconde migrazioni, da pianta erbacee ad altre piante erbacee, il rischio è decisamente maggiore.
Ciclo vitale del Myzus persicae
L’afide verde sverna allo stato di uovo durevole sull’albero di pesco. Le uova vengono deposte per lo più sui rametti e all’ascella delle gemme. Le forme fondatrici alate nascono precocemente, già a partire dalla fine del mese di febbraio, alla ripresa vegetativa. La maturità è raggiunta durante la fioritura o alla caduta dei petali. Dopo 15-20 giorni vengono partorite (partogenesi) le prime fondatrigenie attere, le quali colonizzano la pagina inferiore delle foglie. Con l’avanzare della primavere, le colonie di afidi verdi si infittiscono e iniziano a evidenziarsi i danni sulla vegetazione infestata.
Sono 2-3 le generazioni di forme fondatrigenie che si susseguano in questa fase. Già dalla seconda generazione compaiono le forme alate migranti, che si trasferiscono sugli ospiti secondari, compiendo voli anche di svariati km sfruttando i moti ventosi.
Chiusura del ciclo
Sulle piante erbacee, fino all’autunno si svolgono diverse generazioni di forme attere e alate dell’afide verde. In pieno autunno invece, in seno alle colonie, si differenziano sessupare ginopare alate e andropare attere. Le prime raggiungono il pesco e si localizzano lungo la nervatura della pagina superiore, per poi partorire anfigoniche attere. Le andropare attere generano invece maschi che più tardi volano sui peschi per fecondare le anfigoniche. Ciascuna di queste, dai primi di ottobre fino alla fine di novembre e oltre, depone mediamente 6-8 uova durevoli concludendo così l’olociclo. Nelle zone con inverno mite o in coltura protetta, questo insetto può sopravvivere con virginopare sugli ospiti secondari, in particolare sulle brassicacee.
Antagonisti naturali dell’afide verde del pesco
In natura, per fortuna, esistono diversi antagonisti naturali dell’afide verde del pesco. Innanzitutto le coccinelle, in particolare la specie Adalia bipunctata. Poi ci sono altri predatori, ovvero: i coleotteri coccinellidi Oenopia conglobata e Scymnus subvillosus; i ditteri sirfidi Episyrphus balteatus e Syrphus ribesii; il neurottero crisopide Chrysoperla carnea; l’acaro trombidide Allothrombium fuliginosum. Infine l’imenottero calcidoideo Aphidius ervi il quale si comporta da parassitoide dell’afide.
L’importante ruolo di equilibrio svolto dagli insetti utili può funzionare solo in ambienti dov’è alta la biodiversità e non si fa uso di pesticidi chimici. Purtroppo, questa condizione nei pescheti tradizionali è difficile da riscontrare.
Come eliminare l’afide verde
Per eliminare l’afide verde del pesco è di fondamentale importanza agire con tempestività contro le prime fondatrici e le colonie iniziali. I risultati migliori si ottengono intervenendo in prefioritura o subito dopo la sfioritura. Gli interventi successivi su infestazione estese danno scarsi risultati e obbligano alla ripetizione del trattamento. Per questo, l’attività di monitoraggio è fondamentale, è bene quindi ispezionare con cura le piante e agire ai primi segni di infestazione.
Se si interviene per tempo, su popolazioni di afidi ancora poco sviluppate, si può usare il sapone molle potassico, che trovate nei negozi specializzati. Questo sapone naturale agisce per contatto, andando a soffocare la cuticola esterna dell’afide che è molle.
Se invece le colonie dell’afide verde sono già molto sviluppate, i prodotti migliori impiegabili in agricoltura biologica sono il piretro naturale (che trovate facilmente in commercio) o l’azadiractina (che trovate nei negozi specializzati).
Per massimizzare l’efficacia, i trattamenti vanno eseguiti nelle ore serali, bagnando in maniera accurata la vegetazione infestata.