La cocciniglia rossa (Aonidiella aurantii) è un insetto appartenente all’ordine Rhynchota, famiglia Diaspididae, subfamiglia Aspidiotinae. Insieme al cotonello (Planococcus citri) e alla cocciniglia cotonosa (Icerya purchasi), l’Aonidiella aurantii è la specie di cocciniglia più dannosa per gli agrumi, da qui il nome volgare di cocciniglia rossa forte degli agrumi (anche se sono molte le specie arboree, da frutto e ornamentali, che infesta).
Questa varietà di cocciniglia è originaria del Sud-Est asiatico, ma ad oggi è diffusa in tutte le aree agrumicole del pianeta, compresa l’Italia. Nel nostro paese è presente soprattutto nelle isole maggiori, ovvero Sicilia e Sardegna, e nelle regioni meridionali. Al nord può attaccare di tanto in tanto le piante di agrumi coltivate in vaso.
Il controllo di questo parassita è determinante per salvaguardare le produzioni agrumicole e anche la salute stessa delle piante.
Vediamo quindi come riconoscere la sua presenza, i danni che causa agli alberi e le strategie di difesa biologica.
Descrizione della cocciniglia rossa
La Aonidiella aurantii si presenta in diverse forme. La femmina matura è quella più visibile, grande circa 2 mm di diametro, di colore giallo, protetta da un follicolo circolare color nocciola con esuvie centrali rossastre e da un completo e robusto velo ventrale. Il cefalotorace è ben sviluppato e durante la riproduzione il corpo diviene reniforme.
Abbiamo poi il follicolo maschile, di forma ovale, dello stesso colore della femmina, ma più piccolo.
Infine il maschio alato, di colore giallastro e dimensioni che non superano un mm di lunghezza.
Piante attaccate
La cocciniglia rossa attacca per lo più gli agrumi, soprattutto la pianta di limone e, un po’ meno, l’arancio. Tuttavia è un parassita molto polifago, con biotipi che per la loro specificità vivono solo su determinate piante ospiti. Ciò rende complesso individuare l’esatta distribuzione territoriale di questa specie di cocciniglia.
Gli altri alberi da frutto infestati sono: kaki, carrubo, melo cotogno, pero, melo, susino, nespolo giapponese, fico, giuggiolo, noce e mandorlo.
Tra le colture d’interesse ornamentale e forestale invece abbiamo: acacia, alloro, bosso, camelia, cycas, edera, gelsomino, ligustro, pittosporo, rosa ecc.
Danni della cocciniglia rossa
La cocciniglia rossa forte degli agrumi è in grado d’infestare non i frutti e le parti vegetali degli alberi (foglie, corteccia dei rami e del tronco).
Sui frutti il danno è grave, in quanto l’intera buccia risulta punteggiata di parassiti rossi, in seguito abbiamo indurimento e avvizzimento del frutto stesso che in pratica non è più commestibile.
Sulla vegetazione la cocciniglia rossa provoca ingiallimenti, defogliazioni, fessurazioni della corteccia e, se l’infestazione è grave, la morte della pianta.
Ciclo biologico dell’Aonidiella aurantii
La Aonidiella aurantii sverna sulle piante ospiti con individui in diversi stadi evolutivi. Nelle condizioni ambientali più favorevoli, come quelle tipiche del sud e delle isole, riesce a concludere 4 generazioni all’anno, spesso sovrapposte tra loro.
La prima generazione si ha dall’inizio di maggio alla fine di luglio-primi di agosto, le altre si susseguono fino al mese di novembre, con l’ultima che si ha da novembre a maggio dell’anno successivo.
Le femmine depongono in media 60-150 uova, con la peculiarità di avere già ultimato lo sviluppo embrionale. Per questo le neanidi della cocciniglia rossa sgusciano subito.
Insetti antagonisti dell’Aonidiella aurantii
La difesa biologica nei confronti della cocciniglia rossa è tutt’altro che semplice, proprio per via di queste generazioni accavallate. Innanzitutto, è necessario il monitoraggio nel frutteto impiegando le trappole ai feromoni, le quali catturano i maschi e, di fatto, diminuiscono la popolazione totale del parassita. Accertata la presenza dell’insetto, ottimi risultati di contenimento si ottengono tramite il rilascio di insetti antagonisti utili, in particolare il parassitoide Aphytis melinus, il quale depone le sue uova all’interno della cocciniglia per poi nutrirsene nel momento della schiusa.
Questo insetto utile si trova in vendita nella biofabbriche e viene rilasciato nei frutteti ad inizio primavera per poi insediarsi in modo stabile.
Eliminare la cocciniglia rossa in modo biologico
Tra tutti i trattamenti consentiti in agricoltura biologica l’unico ammissibile nei confronti della cocciniglia rossa Aonidiella aurantii è l’olio bianco minerale, miscelato al piretro naturale. Il momento migliore per intervenire è in inverno, grosso modo nel mese di febbraio, quando si rischia poco di creare danni gli insetti antagonisti, i quali nella stagione invernale sono ben protetti nel corpo della cocciniglia stessa allo stadio di larva o di pupa. A nostro avviso però, se si è scelta la difesa biologica con il rilascio del parassitoide, è meglio non rischiare ed evitare del tutto il trattamento.