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Home » Patologie e cure » Parassiti » Eriofide del nocciolo

Eriofide del nocciolo (Phytocoptella avellanae). Danni e difesa biologica

Di Coltivazione Biologica 21 Gennaio 2021
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L’eriofide (Phytocoptella avellanae), noto anche come acaro delle gemme, è uno dei parassiti fitofagi più dannosi per il nocciolo. La sua presenza interessa le maggiori aree dedicate alla corilicoltura in Italia, come ad esempio le Langhe piemontesi. Se non controllato in modo adeguato, questo afide può compromettere seriamente il normale ciclo vegetativo degli alberi, causando gravi perdite di produzione. Vediamo quindi come riconoscere i danni dell’eriofide del nocciolo e come procedere alla difesa biologica delle piante infestate.

Come coltivare un albero di nocciole ►

Phytocoptella avellanae

Eriofide del nocciolo
L’eriofide del nocciolo è un minuscolo Artropode, appartenente alla classe degli Aracnidi, ordine degli Acari, famiglia degli Eriofidi. Viste le sue piccolissime dimensioni, è osservabile con precisione solo usando un microscopio elettronico (come questo). L’adulto misura circa 0,2 mm di lunghezza, ha il corpo vermiforme, con due sole paia di zampe poste all’estremità cefalica.

Danni dell’eriofide alle gemme del nocciolo

Danni-acaro-gemme-nocciolo
L’eriofide è chiamato acaro delle gemme in quanto infesta le gemme del nocciolo, sia da frutto che da legno. Le foglioline embrionali di queste gemme, in seguito alle punture dell’acaro s’ingrossano e si trasformano in galle, che sono delle strutture dalla consistenza carnosa. La sintomatologia è evidente già in inverno, in quanto le gemme attaccate hanno dimensioni maggiori rispetto a quelle sane. Alla ripresa vegetativa le gemme colpite dall’eriofide del nocciolo non germogliano, ma disseccano e cadono anticipatamente. Per questo motivo, la pianta di nocciolo vegeta e produce di meno. In caso di gravi infestazioni la perdita di produzione può arrivare anche al 70%. La varietà di nocciole più suscettibile a questo particolare acaro è la Tonda Gentile Trilobata, cultivar molto comune, specie in Piemonte.

Ciclo biologico dell’eriofide del nocciolo

L’eriofide del nocciolo sverna all’interno delle gemme e questo può avvenire sia allo stadio di uovo che nelle forme adulte. Il suo ciclo non s’interrompe mai, nemmeno in inverno, tanto che l’acaro nei mesi invernali incrementa il tasso di riproduzione. Nel mese di marzo nelle gemme viene raggiunto il picco degli individui presenti. Tra la fine di marzo e gli inizi di aprile, in base alle condizioni climatiche, gli acari adulti abbandonano la gemma in cui hanno svernato e migrano sulle nuove gemme. Il periodo di migrazione è molto lungo e può durare un mese e oltre. Nel periodo estivo, l’attività riproduttiva di Phytocoptella avellanae si riduce, per poi tornare a crescere all’inizio dei mesi invernali. Come detto, in inverno la gemma colpita s’ingrossa, per raggiungere la massima dimensione nella primavera successiva, quando poi si secca e cade.
In totale, l’eriofide del nocciolo compie 6 generazioni in un anno.

Il monitoraggio dell’acaro delle gemme del nocciolo

Acari gemme del nocciolo
Prima di vedere come eliminare l’eriofide del nocciolo, parliamo della fondamentale attività di monitoraggio che deve essere fatta nei mesi invernali, osservando l’anomalo ingrossamento delle gemme. La soglia d’intervento è stabilita nel 10-15% di gemme infestate tra quelle controllate su alberi a campione. Superata questa soglia bisogna intervenire.

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La difesa biologica

Tra i prodotti consentiti in agricoltura biologica, il più efficace nel controllo dell’eriofide del nocciolo è lo zolfo. Le formulazioni migliori sono quelle in polvere bagnabile o liquide. Lo zolfo si acquista nei negozi specializzati senza bisogno del patentino per l’uso dei fitofarmaci, previsto dalla legislazione italiana. Il momento migliore per intervenire è quando l’acaro migra dalle gemme infestate a quelle sane, ossia fine marzo. In questo momento le gemme infestate si aprono e lo zolfo può più facilmente colpire il parassita. Visto che il periodo di migrazione è prolungato, conviene ripetere l’intervento per almeno 3 volte a distanza di 15 giorni.
Effettuate la bagnatura con il prodotto a base di zolfo nelle ore serali.
Per migliorare la persistenza della soluzione a base di acqua e zolfo si può aggiungere del sapone molle potassico (che potete trovate qui), il quale avrà la funzione di adesivante.

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