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La semina e la coltivazione delle lenticchie è un’antica pratica agricola. Questa pianta è una classica leguminosa da granella impiegata da sempre nell’alimentazione umana. Addirittura alcuni studi e reperti fossili inducono a pensare che sia il legume più antico mai coltivato dall’uomo. Ricche di eccezionali qualità nutrizionali, le lenticchie venivano consumate soprattutto dalle classi più povere, in quanto molto facili da reperire e poco costose.
Negli ultimi anni si sta riscoprendo il grande valore di questa pianta, che può essere coltivata in modo agevole anche in ambito domestico.
Questa leguminosa si adatta bene anche ai terreni più poveri, li arricchisce, e inoltre ha bisogno di pochissime cure.
Scopriamo allora, con questo articolo come coltivare le lenticchie nell’orto domestico. Ma prima di tutto, conosciamo un po’ meglio questo piccolo legume.
La lenticchia. Classificazione botanica e origine della pianta
La lenticchia, nome scientifico Lens culinaris, è una pianta erbacea con ciclo annuale della famiglia delle Leguminosae (o Fabaceae). Altre piante leguminose di cui vi abbiamo già parlato sono: le fave, i piselli, i ceci. Anche queste sono abbastanza facili da piantare nell’orto domestico.
L’origine della pianta di lenticchie è tutta mediorientale, nasce infatti in una regione compresa tra gli attuali stati della Siria e dell’Iraq. Da qui, si è poi diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, rientrando, ad esempio, nella dieta dei Greci e dei Romani.
Caratteristiche della pianta di lenticchie
La pianta della lenticchia non raggiunge grandi altezze. In genere è piuttosto bassa e non supera i 30-40 cm. Ha un portamento semi-prostrato ed è inoltre molto ramificata e gracile.
La radice è di tipo fittonante ma non raggiunge grandi profondità. Inoltre, sviluppa numerosi tubercoli radicali, piccoli e allungati.
Le foglie sono verde chiaro, alterne sui fusti, imparipennate. In genere sono composte da 10-14 paia di foglioline che terminano con un cirro semplice o bifido.
I fiori sono piccoli e, di solito, bianchi o, al più, con venature rosate o celesti. Sono portati all’ascella delle foglie e fioriscono in primavera-estate, da maggio a luglio.
La pianta di lenticchie ha uno sviluppo indeterminato. E’ quindi possibile che nello stesso momento vi siano sulla pianta sia fiori (in alto) che frutti maturi (in basso).
Il frutto è il legume. Questo è contenuto in un piccolo baccello di forma appiattita e piuttosto corta. In ogni baccello si trovano solo due lenticchie. Queste hanno forma rotonda, un po’ bombata. A seconda della varietà hanno grandezza diversa, da 2 a 8 mm di diametro.
Miglioramento del terreno
Una delle caratteristiche delle leguminose è quella di migliorare il terreno. Le radici delle lenticchie, come detto, sviluppano dei tubercoli radicali. Ciò avviene come conseguenza del rapporto simbiotico con dei batteri del genere Rhizobium.
Questi fissano l’azoto atmosferico nel terreno, trasformandolo in forme (nitrico e ammoniacale) assimilabili con facilità dalle piante. In questo modo la coltura successiva troverà nel suolo un’ottima dotazione di azoto. Per questo motivo, nelle rotazioni colturali la coltivazione delle lenticchie è considerata migliorativa delle condizioni dei diversi tipi di terreno.
Se abbiamo una coltivazione di olivi, un frutteto, o una piccola vigna, ad esempio, seminare lenticchie in autunno è un ottimo sistema per fare una concimazione verde.
Varietà di lenticchie
In base alla dimensione e al peso dei semi le lenticchie si dividono in due gruppi:
- A seme piccolo, con lenticchie minori ai 6 mm di diametro e ai 40 mg di peso
- A seme grande, con lenticchie maggiori ai 6 mm di diametro e ai 40 mg di peso
Anche il colore è diverso a seconda della varietà. Si va dalle tonalità pallide (verde chiaro, biondo, rosa) alle più scure (verde scuro, bruno, violaceo).
Sul mercato mondiale le più diffuse sono le varietà a seme grosso, mentre nel nostro paese sono molto apprezzare quelle a seme molto piccolo.
Le varietà italiane più pregiate sono molte e corrispondono a degli ecotipi locali:
- Lenticchia di Castelluccio di Norcia
- Santo Stefano di Sessanio
- Ustica
- Onano
- Rascino
- Altamura
- Colfiorito
- Villalba
- Ventotene
- Mormanno
Come si vede le varietà tipiche sono localizzate nel soprattutto nel Centro-Sud Italia. E’ infatti in queste regioni che questa coltivazione è più diffusa.
La lenticchia ieri e oggi
In passato la lenticchia veniva considerata una specie povera. Questo era vero non solo per il suo basso valore commerciale, che nel consumo la relegava alle classi sociali meno abbienti, ma anche e soprattutto per le sue scarse esigenze colturali, in termini di terreno e clima. Questa cultivar, infatti, è ottima per le aree svantaggiate, ossia con un clima arido e un terreno difficile.
Al giorno d’oggi si è modificata la considerazione di questo legume. Viene di norma coltivata nelle zone dove nascono le varietà tipiche che abbiamo elencato, che sono in genere degli altopiani. In queste località la pianta di lenticchie riesce a regalare un prodotto tutt’altro che povero.
Le produzioni italiane sono apprezzate per la loro qualità in tutto il mondo, sono pregiate, buone e di facile cottura.
Curiosità
La tradizione moderna associa alle lenticchie la prosperità e il denaro, in quanto hanno una forma che ricorda le monete. Per questo motivo, durante il cenone di Capodanno vengono mangiate come augurio di prosperità per l’anno nuovo.
La coltivazione delle lenticchie
Il terreno
In fatto di terreno, l’ideale per la coltivazione delle lenticchie è quello a bassa fertilità, meglio se di tessitura sabbiosa. Ad ogni modo, vanno bene anche terreni argillosi o limo-sabbiosi, purché non vi siano ristagni idrici. L’eccessiva umidità, infatti, pregiudica la qualità del prodotto finale.
Anche troppa sostanza organica, dunque un terreno molto fertile, può creare problemi a questa coltivazione. La lenticchia, infatti, dà il meglio di sé in condizioni difficili per le altre colture. Proprio per questo motivo, inoltre, questa pianta non ha bisogno né di concimazione, né d’irrigazione.
Per avere un buon terreno, tutto ciò che occorre fare è una lavorazione abbastanza profonda. Questa si può ottenere, ad esempio, con una ripuntatura, seguita da un ottimo affinamento, necessario per una semina corretta.
La semina delle lenticchie
Il periodo
Il periodo migliore per la semina delle lenticchie è quello autunnale, nei mesi di ottobre e novembre. Questo è vero soprattutto al Centro-sud. Tuttavia, nelle zone più umide e fredde, si possono coltivare le lenticchie a partire da marzo-aprile. In questo caso andranno scelte però varietà con un ciclo più breve.
La tecnica di semina
Le lenticchie si seminano a file regolari, in piccole postarelle che ospiteranno 5-6 semi. Ogni postarella va distanziata di 15 cm lungo la fila.
Tra una fila e l’altra si consiglia di mantenere una distanza di 40-50 cm. Il seme va interrato a poca profondità, circa 1-2 cm.
Alcuni effettuano una semina a spaglio ricoprendo un’intera zona. Questa pratica può avere dei vantaggi in termini di resa assoluta, ma comporta degli svantaggi nelle cure colturali successive.
Cure colturali, la pulizia dalle infestanti
La coltivazione delle lenticchie ha bisogno di poche e semplici cure. La più importante è la pulizia dalle erbe infestanti che possono costituire un serio problema per questa leguminosa. Nella fase iniziale del ciclo, infatti, la pianta cresce in modo molto lento e ha scarso potere soffocante. La periodica pulizia a mano è il sistema di controllo più usato per questa cultivar.
Sconsigliamo nel periodo invernale di usare la pacciamatura, questo perché, come abbiamo visto, l’eccessiva umidità non fa bene alla pianta.
Per le coltivazioni primaverili, invece, si può ricorrere a uno strato di paglia leggero.
Se, però, togliere spesso le erbacce a mano non ci piace, potete usare un’altra tecnica, ossia la rincalzatura. Questa deve essere fatta zappettando in modo leggero il terreno tra le file, senza andare in profondità e riportando poi un po’ di terra alla base della pianta. La rincalzatura è consigliata all’inizio della primavera.
La raccolta delle lenticchie
La raccolta delle lenticchie avviene in primavera inoltrata, se si è seminato in autunno, e ad inizio estate se lo si è fatto in primavera.
Conviene estirpare la pianta per intero quando inizia a disseccare e i baccelli sono abbastanza duri e ingrossati.
Nelle campagne, un tempo, le piante venivano estirpate per essere poi lasciate sul terreno ad essiccare. Avvenuta l’essiccazione, venivano infine battute per ricavare il legume.
Oggi si preferisce far essiccare la pianta non sul terreno ma in luoghi protetti, questo per evitare attacchi di parassiti.
Avversità e parassiti
La lenticchia è una specie piuttosto rustica che non soffre molto le malattie crittogamiche e i parassiti.
Tra le avversità, attenzione alla presenza dei marciumi, che sono causati dalla presenza di ristagni idrici.
Tra i parassiti, invece, in primavera si potrebbero verificare attacchi di afidi, che su questa cultivar possiamo controllare in modo agevole usando i macerati naturali, quali ortica (che potete fare in casa o acquistare già pronto) e aglio.
Un altro insetto potenzialmente dannoso è la sitona del pisello (Sitona lineatus), un piccolo coleottero molto simile all’oziorrinco che si nutre delle radici e delle foglie della pianta.
Le lenticchie conservate in magazzino invece, possono essere attaccate dai tonchi, specie Bruchus ervi e Callosobruchus chinensis.
Per prevenire questo tipo di infestazioni occorre prestare grande attenzione alla pulizia dei luoghi dove conserviamo di norma gli alimenti.
2 commenti
Molto interessante, mi piace
Quest’anno seminerò circa 7 ettari di lenticchie, biologiche