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Oggi parliamo della semina e della coltivazione dei ceci nell’orto domestico. I ceci, nome scientifico Cicer arietinum, sono per ordine d’importanza la terza leguminosa, dopo la soia e il fagiolo. Si tratta di un ortaggio che importiamo soprattutto da paesi come India e Pakistan, principali produttori mondiali. In Italia questa coltivazione non è mai stata molto diffusa per via delle basse rese, ma con l’affermarsi dell’agricoltura biologica è stata ampiamente rivalutata.
Coltivare ceci nell’orto domestico, infatti, è davvero alla portata di tutti. Anche perché questa cultivar ha poche esigenze in termini di terreno e necessita davvero di pochissime cure.
Vediamo quindi come procedere alla semina e alla coltivazione di questo legume utilizzando solo tecniche biologiche, in modo da avere a disposizione ceci sani e gustosi da utilizzare in tante ricette.
La coltivazione dei ceci
La coltivazione dei ceci, come dicevamo, non richiede grosse lavorazioni. Si tratta di un’erbacea annuale che appartiene alla famiglia delle Leguminosae. La sua origine è asiatica, in particolare dell’India, paese dal quale si diffuse sia in Africa che in Europa in tempi molto remoti.
Il cece ha una notevole rusticità. Il suo apparato radicale è molto sviluppato e può arrivare ad una profondità di 120 cm.
La pianta, di colore verde-grigiastro, presenta steli ramificati e ruvidi, alti dai 40 agli 80 cm. Le foglie, imparipennate, sono composte da 7 a 15 foglioline ovali e seghettate.
I fiori sono isolati ed ascellari, con una colorazione rosata o porporina.
I frutti sono dei baccelli corti e pelosi, che contengono ognuno 2-3 semi globosi di colore chiaro, bianco o giallognolo nelle varietà coltivate negli orti.
Varietà locali di ceci
Esistono alcune varietà locali di ceci molto pregiate che vale la pena di ricercare. Se si è fortunati è possibile trovarle nelle fiere di scambio di sementi contadine tradizionali. Tra le tante vi segnaliamo i cece di:
- Cicerale (Salerno);
- Merella (Alessandria);
- Il cece pizzuto (L’Aquila)
- Il nero della Murgia, varietà anticamente destinata ad uso zootecnico, ma oggi ricercatissima per la realizzazione di alcune ricette tipiche.
Clima ed esigenze di terreno
La coltivazione dei ceci riesce particolarmente bene se il clima è caldo, per questo motivo è molto più diffusa nel Sud Italia. La coltura deve essere posizionata in una zona dell’orto ben soleggiata. I ceci resistono in terreni poveri, aridi e siccitosi meglio di ogni altra leguminosa. L’importate è evitare i terreni argillosi che tendono a formare ristagni idrici, che la pianta soffre molto. La lavorazione del terreno deve essere accurata e profonda, per dar modo all’apparato radicale di scendere molto in basso.
Periodo di semina
La semina dei ceci si effettua in autunno, come per le fave, ma solo nelle regioni con clima molto mite nei mesi invernali. Altrove, conviene seminarli nel periodo compreso tra febbraio e aprile, essendo una cultivar poco resistente al gelo. La germinazione della pianta avviene correttamente con temperature intorno ai 10 gradi.
Tecniche di semina dei ceci
La semina dei ceci si effettua direttamente a dimora in file regolari distanti 50 cm e disponendo il seme in modo uniforme lungo le file. Può però avvenire anche a postarelle, interrando in ogni buca 3-4 semi ad una distanza di 20-30 cm.
Irrigazione
Viste le loro caratteristiche i ceci non hanno bisogno di sostegno idrico, anzi possono soffrire l’eccessiva umidità.
Cure colturali
La coltivazione dei ceci non necessita di particolari cure, basta effettuare due o tre volte una sarchiatura per eliminare le erbe infestanti. Altra cura necessaria è la rincalzatura, da effettuare orientativamente nel mese di maggio. Questo tipo di operazione consiste nell’accumulare intorno alla pianta un po’ di terra, in modo da favorire un abbondante sviluppo dell’apparato radicale.
Difesa biologica antiparassitaria
Uno degli insetti più problematici per la coltivazione dei ceci è la larva di Liriomyza cicerina, insetto minatrice delle foglie, che può essere contrastato con l’utilizzo del bacillus thuringiensis.
Altro insetto problematico può essere il tonchio del cece, Callosobruchus ornatus, che attacca prevalentemente le grosse derrate conservate in magazzino.
A livello di malattie fungine vi possono essere dei rischi. Questi sono connessi soprattutto alla presenza di ristagni idrici o a condizioni meteorologiche particolarmente avverse. Per evitare questo tipo di problematica dobbiamo cercare di evitare ristagni, favorendo lo scolo delle acque con opportune lavorazioni del terreno.
Raccolta
La raccolta dei ceci si effettua solitamente nel mese di luglio, allorché le foglie sono in parte ingiallite. Si estirpano le piante intere e si lasciano essiccare per qualche giorno al sole, in modo che il seme possa completare la maturazione. I semi si ricavano battendo le piante sull’aia o in un grosso cesto, dove potranno essere agevolmente raccolti.
Utilizzazione
Diversamente da altri legumi, come ad esempio i piselli, i ceci vengono consumati esclusivamente secchi. Possiedono un alto valore energetico con un buon contenuto proteico e pochi grassi.
Per la loro particolare struttura, cuocere i ceci secchi ha bisogno di un lungo ammollo e un prolungato periodo di cottura. Sono molte le ricette che si possono realizzare con questo legume, la più semplice è la classica zuppa di ceci.
Sul mercato vengono commercializzati sotto differenti forme: secchi da cuocere, decorticati, lessati e conservati in barattoli o vasetti di vetro insieme alla loro acqua di cottura. A volte vengono tostati e salati, oppure venduti sotto forma di farina, con la quale si preparano focacce e farinate. Molto famosa e gustosa è la farinata di ceci ligure.
2 commenti
Istruzioni interessanti ed asaustive. Grazie
Sito interessante