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La verticillosi, detta anche tracheoverticillosi, è una malattia fungina che colpisce colture orticole, arboree da frutto e ornamentali. È causata da un fungo denominato Verticillium, ascomiceta della famiglia Plectosphaerellaceae. Se non adeguatamente controllata, questa patologia causa gravi danni alle piante, che vanno dal disseccamento parziale fino alla morte. Per fortuna, però, la problematica può essere prevenuta con adeguate tecniche agronomiche e con l’uso di prodotti biologici.
Vediamo quindi quali sono le colture interessate dalla verticillosi, i sintomi per riconoscere la malattia sulle piante e le strategie di difesa biologica.
Quali piante colpisce la verticillosi
I funghi responsabili della verticillosi sono principalmente due: Verticillium dahliae e Verticillium albo-atrum. Si tratta di funghi altamente polifagi, ovvero in grado di attaccare numerose coltivazioni. Quelle di maggiore interesse agricolo sono: le solanacee (melanzana, pomodoro, patata e peperone); le cucurbitacee (zucchina, zucca e cetriolo); la fragola; le drupacee (pesco, susino, ciliegio, albicocco, mandorlo); l’olivo e la vite.
Sintomi e danni del verticillium agli ortaggi
La verticillosi sulle piante ortive si manifesta inizialmente con un aspetto sofferente della parte aerea. L’appassimento è a zone e inizia con le foglie basali più vecchie. Molto evidente è la verticillosi sulla melanzana, con aree delle foglia che appaiono decolorate e afflosciate. Di norma, è facile che la malattia evolva in fretta e che vada ad estendersi al resto della vegetazione, con conseguente avvizzimento e disseccamento. Se l’attacco è precoce, cioè poco dopo il trapianto, la parte colpita fa difficoltà a svilupparsi.
Per essere certi di trovarci di fronte a verticillosi occorre sezionare il fusto della pianta colpita e notare se vi è un forte imbrunimento dei tessuti interni, il quale è dovuto all’occlusione dei vasi linfatici. In rari casi, le piante non soccombono del tutto alla verticillosi, ma in ogni caso restano nane e porteranno a maturazione pochi frutti e di bassa qualità.
Verticillosi dell’olivo
Tra le colture arboree, quella maggiormente suscettibile alla verticillosi è l’olivo. Il Verticillium colpisce dapprima l’apparato radicale, poi risale lungo i vasi dello xilema e si dirige verso le ramificazioni, ostruendo i canali linfatici.
La conseguenza è il disseccamento di rami o addirittura di intere branche.
Nell’olivo, il decorso della malattia può essere molto lento, i primi danni gravi si notano dopo molti anni dalla comparsa del fungo. Anche in questo caso è opportuno sezionare i rami colpiti e vedere se vi è l’imbrunimento dei tessuti interni.
Su piante d’ulivo giovani (5-15 anni di vita) questo fungo è in grado di causare il totale avvizzimento della vegetazione, dunque la morte della pianta, entro 1-3 anni dalla comparsa dei primi sintomi gravi.
Ciclo biologico dei Verticillium
I Verticillium sono patogeni fungini molto temuti in agricoltura, in quanto in grado di conservarsi nell’ambiente per molto tempo. La conservazione avviene sui residui della vegetazione infetta o in forma attiva su piante erbacee spontanee. La diffusione può avvenire anche usando materiale vivaistico infetto o tramite il semplice contatto tra parti di piante ammalate e piante sane.
La penetrazione avviene passivamente, soprattutto in corrispondenza di ferite o sugli organi a contatto con il terreno, dove le condizioni di patogenicità del fungo si mantengono ottime per lunghi periodi. Nel terreno, inoltre, i patogeni responsabili della verticillosi si conservano anche sotto forma di microsclerozi.
Come prevenire la verticillosi
La prevenzione agronomica della verticillosi consiste in pratiche colturali finalizzate a ridurre la diffusione della malattia. In primis, bisogna effettuare adeguate rotazioni colturali, evitando di mettere a dimora colture della stessa famiglia botanica sempre nella medesima parcella di terreno. In caso di attacco, molto importante è la distruzione dei residui vegetali infetti, ove possibile con il fuoco (legge 3 maggio 2019, n. 37 articolo 20).
Infine, bisogna prestare attenzione alle piantine scelte in vivaio, giacché, in caso di cattiva gestione vivaistica, le possibilità d’infezione sono molto elevate.
Prodotti biologici contro la verticillosi
Gli attacchi di verticillosi possono essere prevenuti, con una buona efficacia, tramite l’inoculo nel terreno delle micorrize. Queste altro non sono che funghi già presenti in natura, in grado di instaurare un rapporto simbiotico con le radici delle piante e, quindi, proteggerle da funghi dannosi, come per l’appunto i Verticillium.
Trichoderma
Tra le diverse specie di micorrize, le più efficaci nel controllo della verticillosi sono quelle del genere Trichoderma. Queste sono impiegate da molti anni in agricoltura biologica per il controllo delle malattie crittogamiche (peronospora, fusarium spp, sclerotinia spp), quindi è relativamente semplice reperirle nei negozi specializzati.
Il trichoderma rinvigorisce l’apparato radicale delle colture, crea competizione con i patogeni dannosi, stimola e migliora le difese naturali delle piante e migliora la rizosfera, incrementando la presenza di microrganismi utili.
Si può inoltre usare sia su colture annuali che perenni (uliveto, frutteto), anche se è su quest’ultime che svolge al massimo la sua azione protettiva nei confronti della verticillosi.
1 commento
Salve. Ho letto il vostro articolo e l ho trovato utile. Ho un problema sui miei piante di pomodoro ed è sono molto preoccupata. Dovrei fare un intervento, ma sto pensando quale è meglio. Posso mandarvi le foto della malattia per sentire la vostra parere?