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Il trapianto dei pomodori è un’operazione semplice, dopo la quale, però, è importante prestare le giuste cure alla pianta. Le piantine giovani sono infatti molto delicate, ed è dunque fondamentale intervenire per assicurarsi che crescano nel modo giusto. Ci sono quindi delle operazioni colturali da compiere già nelle prime settimane di vita delle piante. Queste, se fatte bene, faciliteranno tutto il lavoro successivo, sia del contadino che della pianta stessa. Curare un campo di pomodori, infatti, è semplice solo intervenendo nei momenti giusti, senza aspettare che il tempo passi inesorabile.
Vediamo in questo articolo le prime cure da dedicare dopo il trapianto alle piantine di pomodoro, così da renderle forti, sane e produttive.
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Il trapianto dei pomodori e l’irrigazione
Dopo il trapianto dei pomodori nell’orto le piantine hanno bisogno di essere irrigate con regolarità. L’apparato radicale deve iniziare a formarsi e una buona umidità del terreno è quindi necessaria. Tuttavia, non bisogna esagerare allagando il suolo, si farebbe un errore gravissimo. Le radici, infatti, devono essere stimolate ad espandersi per cercare l’acqua. Esagerando con l’irrigazione in un certo senso si dà loro la comodità di non doversi “muovere” creando problemi in futuro. Quindi, meglio dare poca acqua e di frequente, che fare irrigazioni esagerate, che rischiano oltretutto di provocare marciumi.
Le prime irrigazioni, inoltre, vi daranno modo di conoscere il vostro terreno, per capire se assorbe l’acqua o se, viceversa, ristagna.
L’osservazione diretta, e quindi l’esperienza, sono la migliore scuola per imparare a coltivare un orto.
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Posizionare i sostegni dopo il trapianto dei pomodori
Non tutte le varietà di pomodori sono uguali. Ci sono quelle a crescita determinata (in genere i pomodori da sugo), che danno vita a piante di dimensioni medio piccole, che non necessitano di sostegni. E ci sono poi le varietà con sviluppo indeterminato (pomodori da insalata e pomodorini), con piante di grandi dimensioni, bisognose di sostegni.
Quindi, tra le cure dopo il trapianto, per varietà del secondo caso, c’è senz’altro la predisposizione dei sostegni.
È un’operazione da fare alla svelta, senza aspettare che le piante diventino troppo grandi. Il sostegno deve infatti accompagnare la crescita delle piante, non contenerla.
Ci sono diverse tecniche per sostenere i pomodori: c’è chi usa le canne di bambù (come queste), chi il sistema di legatura con fili verticali, altri ancora la palizzatura accompagnata da legature. L’importante è agire subito, se si legano piante già cresciute, infatti, nella movimentazione si rischia di romperle.
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Il trapianto dei pomodori e il controllo delle erbacce
Subito dopo il trapianto dei pomodori è il momento giusto per sistemare la pacciamatura naturale per il controllo delle erbe infestanti. Questa è una tecnica che ci consente di limitare la crescite delle erbacce in modo del tutto naturale. Lo strato di pacciame può essere fatto di paglia, lana di pecora, fogliame, ecc. C’è chi sceglie di usare dei teli di juta o di plastica, in tal caso la pacciamatura viene fatta prima del trapianto.
Sarchiatura e rincalzatura
Per limitare la presenza di erbe infestanti non tutti scelgono la pacciamatura. C’è chi preferisce fare la sarchiatura, con la classica zappa o con il moderno frangizolle-sarchiatore. Per evitare che l’operazione di sarchiatura diventi un incubo, bisogna però agire subito, alla comparsa delle prime erbacce. In questo modo sarà più semplice rimuoverle.
Alla sarchiatura si può accompagnare una leggera rincalzatura del terreno alla base del colletto delle piante. Il pomodoro ha la capacità di emettere nuove radici avventizie sul fusto, dunque questa operazione risulta molto proficua per rinforzare le giovani piantine.
La sfemminellatura
Tra le prime cure da fare dopo il trapianto dei pomodori vi è la sfemminellatura (o scacchiatura). Si tratta di un’operazione per rimuovere i germogli in eccesso, così da consentire uno sviluppo equilibrato e regolare della pianta. La sfemminellatura migliora la qualità dei pomodori, andando a privilegiare la fruttificazione della pianta, anziché la crescita vegetativa.
Nelle prime settimane di vita la scacchiatura è parecchio intensa, poiché la pianta tende all’inizio a emettere molti nuovi germogli. Con una buona scacchiatura iniziale si dà la forma alla pianta e se ne indirizza la crescita.
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Prevenire i parassiti sui pomodori trapiantanti
Anche i pomodori soffrono della presenza di parassiti. E ce ne sono alcuni specifici come la tuta absoluta del pomodoro. Si tratta di una piccola farfallina che depone le sue uova sulla vegetazione e le cui larve si nutrono dei frutti, scavando terribili gallerie.
Questa farfallina per fortuna è innocua per le piante nei primi stadi di vita. Purtroppo, però, provoca gravi danni sui frutti delle piante adulte. Se si vogliono evitare tali danni, bisogna agire con largo anticipo, quando le farfalline sono ancora all’inizio del ciclo. Nel caso della tuta absoluta, si interviene piazzando delle trappole ai feromoni (come queste), che attraggono gli esemplari maschili evitando la proliferazione. È importante piazzarle, poiché questa prevenzione può salvare con poco costo l’intero raccolto. E chi vuole davvero coltivare in biologico dovrebbe ragionare sempre nell’ottica della prevenzione e non della cura.
Prevenire le malattie fungine sui pomodori trapiantati
Anche le malattie fungine si prevengono entro poche settimane dal trapianto dei pomodori nell’orto. La più temibile malattia crittogamica del pomodoro è la famigerata peronospora. Di solito si fa prevenzione della peronospora usando i prodotti in commercio a base di rame, come questi (il più noto è il verderame). Ce ne sono diversi tipi, ma se avete tempo e voglia potete anche realizzarli in casa gratis e con poco sforzo. Qui trovate le istruzioni per fare la poltiglia bordolese.
Attenzione: nell’etichetta di questi prodotti è indicato che non si possono usare nel periodo della fioritura. Questo perché sono dannosi per gli insetti impollinatori come api e bombi. Tenete presente che nel pomodoro la fioritura è continua e inizia molto presto. Per cui, se si vuole prevenire la peronospora usando il rame, bisogna eseguire l’intervento nelle prime settimane di vita della pianta, quando ancora non sono sbocciati i primi fiori.
Conclusioni
Come abbiamo visto, sono molte le operazioni colturali da fare per la cura i pomodori dopo il trapianto. Partire con il piede giusto è la premessa migliore per avere un raccolto soddisfacente. Ad ogni modo, è importante anche seguire i giusti accorgimenti per coltivare i pomodori. Il consiglio è quindi di leggere il nostro articolo di approfondimento.
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1 commento
Tutto ok …io i sostegni li metto prima dei trapianti è mi trovo benissimo.
Grazie e saluti.