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La Beaucarnea recurvata è una pianta originaria del Messico e appartenente alla famiglia delle Asparagaceae, sottofamiglia Nolinoideae. Alle nostre latitudini, viene coltivata soprattutto in appartamento come ornamentale ed è conosciuta con svariati nomi volgari: nolina, per la sottofamiglia botanica; piede d’elefante, per la particolare conformazione del fusto; e soprattutto pianta mangiafumo, nome sul quale ci soffermeremo. Con le giuste cure colturali, questa pianta può regalare grandi soddisfazioni estetiche e durare a lungo nel tempo.
Scopriamo quindi le peculiari caratteristiche botaniche della Beaucarnea recurvata e tutto quello che c’è da sapere per coltivarla in casa o, nelle regioni più calde, in giardino.
Origine della pianta mangiafumo
L’etimologia del nome Beaucarnea recurvata è dovuta al botanico francese Charles Antoine Lemaire, famoso per i suoi studi sulle cactacee, il quale nel 1861 denominò la pianta in onore di Jean-Baptiste Beaucarne, un coltivatore di piante succulente belga che per primo studiò la beaucarnea. Il nome della specie, recurvata=piegato all’indietro, deriva dal latino e fa riferimento al portamento della pianta. L’aggettivo mangiafumo è invece legato alla sua origine centroamericana. È stato osservato che la pianta veniva usata nei riti delle popolazioni indigene, resistendo perfettamente al fumo, nonostante ne venisse completamente avvolta. Quest’utilizzo nei riti tribali ha fatto sì che la beaucarnea recurvata venisse pubblicizzata in occidente come pianta d’appartamento in grado di assorbire il fumo del tabacco e altre fonti inquinanti.
Caratteristiche botaniche della Beaucarnea recurvata
Per comprendere la forma della beaucarnea recurvata, occorre dire che si tratta di una pianta caudiciforme. In botanica con la parola caudice (caudex) si intende una particolare forma del fusto che risulta allargato a forma di damigiana alla base e che funge da organo di riserva della pianta. Nel caso della beaucarnea recurvata, il caudice ha la funzione di serbatoio di acqua e permette alla pianta di resistere in condizioni ambientali particolarmente difficili, come ad esempio un lungo periodo di siccità. La riserva idrica nel fusto consente alla pianta di svilupparsi con un apparato radicale poco esteso e superficiale. La pianta è abbastanza longeva, ma ha una crescita molto lenta.
Fusto
In natura la beaucarnea recurvata vegeta in un clima tropicale, dove praticamente il freddo invernale non esiste (prediligendo le foreste più aride e spinose). Si sviluppa in forma arborescente e raggiunge anche altezze importanti, sopra i 10 m (15 al massimo).
Il fusto sale verticalmente da una base ingrossata e globosa, larga sino ad oltre 3 m di diametro. La corteccia è grigio scuro, solcata da evidenti spaccature che formano placche poligonali. All’apice, il fusto si ramifica e termina con l’apparato fogliare.
Alla base del fusto la pianta è solita emettere dei piccoli germogli, in pratica dei polloni che, se lasciati sviluppare pian piano, moltiplicano i fusti stessi.
Ovviamente queste sono le dimensioni nell’habitat naturale, nella coltivazione in appartamento la pianta di solito non supera i 2 m di altezza.
Tanto più è larga la base del fusto, quindi meglio se unico, più elevato è il pregio ornamentale.
Foglie
Le foglie della beaucarnea recurvata sono di un bel colore verde brillante e si trovano raggruppate in folte rosette poste all’estremità dei rami. Hanno portamento ricadente, come una sorta di fontana verde. Il margine è finemente dentato o quasi intero e la lamina è molto stretta. La lunghezza delle foglie in natura può anche superare 1 m, mentre nella coltivazione in vaso va dai 30 ai 50 cm.
Fiori e semi
La beaucarnea recurvata è una specie dioica (come ad esempio il kiwi, il pistacchio e la canapa), vale a dire che porta i fiori femminili e maschili su individui separati. Ciò rende molto complessa l’impollinazione e la riproduzione naturale, tanto che in Messico la pianta è considerata specie protetta e a rischio estinzione, anche a causa dei continui prelievi di piante adulte e della eccessiva antropizzazione dell’habitat.
In natura, la pianta è impollinata da piccoli insetti e soprattutto dai pipistrelli.
Alle nostre latitudini è improbabile che fiorisca, anche perché vanno a fiore solo le piante anziane. I singoli fiorellini sono di piccole dimensioni, circa 1-3 mm, di colore bianco-crema ed inseriti in voluminose infiorescenze a pannocchia che si sviluppano sovrastando la chioma. I frutti sono delle capsule che al loro interno contengono da 1 a 3 piccoli semi sferici.
Come coltivare la beaucarnea recurvata
Come detto, la beaucarnea recurvata è una pianta di origine tropicale. Resiste a sporadici abbassamenti termici, ma durante l’inverno non dovrebbe vivere con temperature al di sotto dei 10 °C. Questo limite ci dà delle precise indicazioni colturali. A nostro avviso, in Italia è da considerare come pianta d’appartamento, dove può trovare condizioni ideali per sopravvivere anche nelle stagioni fredde. Tuttavia, nelle zone costiere delle nostre regioni meridionali, dove le temperature raramente scendono sotto quel limite, è possibile coltivarla anche in piena terra, ovvero in giardino.
Esposizione
La beaucarnea recurvata vuole esposizioni luminose all’interno delle case. Va bene anche il sole diretto, quindi vicino a una finestra, ma meglio se solo per qualche ora al giorno. Ad ogni modo, in estate bisognerebbe provvedere a delle schermature o a spostare la pianta, onde evitare bruciature e disseccamenti delle foglie. In inverno, è bene tenere la pianta lontana da fonti di calore dirette (termosifoni, caminetti, ecc.) e correnti d’aria fredda.
In giardino l’ideale è una zona riparata dai venti, ma ben illuminata. Si potrebbe quindi inserire la beaucarnea recurvata in un giardino misto, dove sono presenti altre specie arboree con chiome folte e sempreverdi (ad esempio agrumi e frutti esotici), che allo stesso tempo ombreggiano in estate e riparano dai venti durante tutto l’anno.
Terreno
In quanto alle esigenze di terreno, la beaucarnea recurvata predilige suoli tendenzialmente con pH acido e che assicurino un ottimo drenaggio. Per la coltivazione della pianta mangiafumo in vaso, il mix perfetto è quello di torba e perlite, che si trova facilmente in vendita nei negozi specializzati.
In giardino e prima del trapianto, il terreno si può ammendare con torba e sabbia.
Contenitori e rinvaso
Il piede di elefante non ha bisogno di molto spazio per far sviluppare le radici, anzi, preferisce crescere in contenitori piccoli, che mantengono l’apparato radicale raccolto. Altro fattore che sconsiglia continui rinvasi è la crescita molto lenta.
I vasi migliori da usare per la beaucarnea recurvata sono quelli classici in terracotta, per due motivi. In primo luogo si tratta di contenitori che traspirano, e di questo si avvantaggiano le radici. Secondariamente, sono vasi più pesanti e quindi stabili, che evitano rovinose cadute.
Il rinvaso si può effettuare ogni 3-4 anni.
Moltiplicazione
Il metodo più semplice per moltiplicare la beaucarnea recurvata è utilizzando i germogli basali che crescono intorno al fusto principale. In teoria, questi piccoli polloni si possono lasciare sviluppare, in modo da avere fusti multipli, ma per favorire l’ingrossamento del caudice è meglio toglierli.
Una volta staccato il piccolo germoglio dal terreno, lo si pone in un vasetto da 10-12 cm di diametro, riempito con torba e perlite. La nuova piantina dovrebbe essere mantenuta a una temperatura costante di 20-22 °C, in una zona ombreggiata e con il terriccio abbastanza umido. Una volta attecchita, valgono le tecniche colturali di una pianta adulta. Il periodo migliore per effettuare questa operazione è l’inizio della primavera.
Semina
La beaucarnea recurvata si può anche seminare, giacché i semi si trovano facilmente in vendita in molti negozi. Il periodo migliore per effettuare la semina è tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, usando possibilmente un semenzaio riscaldato e mantenendo il solito substrato ben umido.
Irrigazione
L’irrigazione è una nota dolente nella coltivazione della beaucarnea recurvata, in quanto gli eccessi d’acqua sono la causa della morte delle piante coltivate in appartamento.
La pianta infatti, va innaffiata saltuariamente, in pratica quasi mai. Questo perché, come abbiamo detto, è una pianta caudiciforme che ha nel fusto rigonfiato alla base la sua riserva d’acqua. Un’irrigazione eccessiva crea scompensi e marciumi. L’acqua va data solo quando il terriccio è completamente secco. Bisogna inoltre evitare di lasciare acqua nel sottovaso, che, dopo aver innaffiato, va svuotato immediatamente.
Concimazione
La fertilizzazione della pianta non è necessaria.
Pulizia delle foglie
Non utilizzate prodotti lucidanti per le foglie, per pulirle dalla polvere basta utilizzare un panno umido di cotone. In estate la pianta beneficia di periodiche vaporizzazioni d’acqua sulla chioma.
La potatura della beaucarnea recurvata
Più che di potatura, per la beaucarnea recurvata bisogna parlare di topping. Così come abbiamo visto con la dracena marginata, anche questa pianta viene sottoposta a cimatura apicale per far nascere e sviluppare numerosi germogli in cima al fusto. Questa operazione, di solito, viene effettuata in vivaio. Se sulla vostra pianta la cimatura non è stata ancora fatta, potete anche decidere di non farla.
Difesa biologica dai parassiti
Per quanto riguarda i parassiti, le foglie della beaucarnea recurvata sono spesso attaccate dalla cocciniglia. Ai primi segni del parassita, conviene effettuare immediatamente una pulizia manuale delle foglie e un lavaggio con sapone molle potassico. Se si lascia che l’infestazione di cocciniglia diventi importante ed estesa a tutta la chioma, la pianta potrebbe venirne compromessa irrimediabilmente.
Tossicità
A differenza di altre famose piante d’appartamento, come la monstera, l’anthurium e il pothos, le quali risultano tossiche se ingerite accidentalmente dagli animali domestici, la beaucarnea recurvata non ha profili di tossicità (raramente sono state registrate lievi tossicità nei conigli). Un problema di “convivenza” con i nostri amici a 4 zampe, può essere dovuto alla tendenza dei gatti di graffiarne il fusto, provocando evidenti danni.
Meglio quindi predisporre delle barriere che rendano la pianta mangiafumo inaccessibile.