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Gli Anthurium sono piante che appartengono alla grande famiglia delle Araceae. Si tratta di un genere poco rappresentato nella nostra flora spontanea, ma è invece assai ricco specie in America Latina, ove l’habitat è tropicale o subtropicale. Alle nostre latitudini, sono piante da appartamento, dove, con le giuste tecniche di coltivazione, riescono ad adattarsi bene.
Le specie di anthurium coltivate dagli appassionati e dai floricoltori sono numerose e ancora più abbondanti sono le cultivar e gli ibridi derivati, con spate e foglie di diverso colore.
In quest’articolo conosciamo le caratteristiche botaniche di questa pianta, le specie più diffuse in commercio e le cure da dedicare loro per garantire una crescita rigogliosa e sana.
Origine del nome Anthurium
Il termine anthurium fu coniato da Scott, insigne botanico austriaco, attingendo dai vocaboli greci anthos=fiore e ouré=coda, come chiara allusione alla caratteristica forma dello spadice, avente per l’appunto andamento coda o a cornetto.
Ma vediamo botanicamente cosa significano questi termini, spata e spadice, ovvero gli elementi che compongono i fiori di anthurium.
Anthurium andreanum
L’anthurium andreanum è la specie tipo del genere, la più coltivata in floricoltura per la produzione di fiori recisi. La pianta ha un aspetto cespuglioso, con numerosi steli che nascono direttamente dal colletto. I fusti sono caulescenti, segnati in modo caratteristico dai piccioli delle foglie cadute.
Le foglie sono a forma di cuore e, nel caso dell’anthurium andreanum, hanno una piacevole tonalità verde brillante. Raggiungono circa 30 cm di lunghezza e 20 di larghezza.
Fiore
Al momento della fioritura, gli anthurium producono, da un lungo peduncolo tra le foglie, un’infiorescenza formata da una spata e da uno spadice.
La spata è una brattea, di forma ovato-arrotondata, la quale presenta una superficie marcatamente bollosa.
Lo spadice, il vero fiore, nasce invece al centro della spata, ha forma ricurva ed è lungo in maniera variabile.
Con questi due elementi, il fiore d’anthurium appare come un elegante portacandela.
Il colore della spata è generalmente rosso, mentre lo spadice è giallastro.
Ma è qui che i floricoltori si sono sbizzarriti nel tempo, creando varietà di anthurium andreanum con diverse combinazioni di colori, dal bianco, al rosa, al rosso scarlatto, al violetto.
Anthurium scherzerianum
Questa specie di anthurium è la più diffusa nella coltivazione in appartamento, in quanto riesce a crescere bene anche in un ambiente poco umido (condizione più delicata, invece, per l’anthurium andreanum), malgrado, botanicamente, le due specie si somiglino parecchio.
L’Anthurium scherzerianum ha le foglie più scure, si caratterizza per le lunghe e grandi spate, con colorazioni che vanno dal classico rosso scarlatto, fino al giallo o all’arancione, a seconda delle varietà.
Anthurium crystallinum
L’anthurium crystallinum ha invece un aspetto unico nel genere, si caratterizza per le foglie di grandi dimensioni, vellutate e con evidenti striature bianche. Anche l’infiorescenza si discosta dalla specie tipo, in quanto le spate sono verdine, lunghe e strette, mentre lo spadice, di colore violaceo, è molto allungato e forma una sorta di lunga S affusolata.
Come coltivare l’anthurium
Veniamo ora alle tecniche di coltivazione biologica per curare al meglio una pianta di anthurium in appartamento.
Diamo per definita questa condizione colturale, in quanto gli anthurium sono piante tropicali, che crescono in maniera ottimale tra i 20 e i 25 °C, con un alto tasso di umidità.
Non sopportano le temperature al di sotto dei 15 °C, specie se protratte nel tempo. In estate soffrono con temperature oltre i 30 °C. Gli eccessivi sbalzi termici sono poco graditi.
Per queste ragioni termiche l’ambiente ideale per la coltivazione sana e rigogliosa è quello domestico.
Esposizione
La giusta esposizione è probabilmente la nota più dolente, parlando della cura dell’anthurium. L’ideale è un’esposizione luminosa, ma evitando i raggi diretti del sole.
In caso di un’eccessiva quantità di luce, il colore delle foglie e delle infiorescenze sbiadisce e possono manifestarsi delle bruciature. Viceversa, la mancanza di luce provoca l’allungamento degli steli, crescita stentata e minore emissione di infiorescenze.
Dunque l’ideale in casa è tenere l’anthurium lontano dalle finestre, ma in stanze abbastanza luminose. Da evitare sono pure le correnti d’aria e la vicinanza ai termosifoni in inverno.
Terreno
L’anthurium cresce bene in un substrato grossolano e con pH subacido. Non ama molto il terriccio universale, per cui la soluzione migliore è usare un substrato fatto da torba e perlite. Esistono in vendita substrati già mixati, a cui poi si può aggiungere un 10% di corteccia (che trovate qui).
Per esigenze colturali simili, si può anche usare il terriccio specifico pensato per la coltivazione delle orchidee, il quale ben si adatta anche all’anthurium.
Dimensione del contenitore e rinvaso
L’anthurium non ha bisogno di molto spazio per le radici. Le piante di solito vengono vendute in contenitori molto piccoli e quindi, se ci troviamo a inizio primavera, si può effettuare subito un rinvaso. Per farlo, si può usare un vaso di poco più grande e con il mix di terriccio appena descritto.
I successivi rinvasi andranno fatti quando ci si accorge che le radici hanno riempito tutto lo spazio a disposizione nel vaso, generalmente ogni 2 o 3 anni.
Supporto
In natura gli anthurium sono piante epifite, ovvero sfruttano come supporto la vegetazione di piante più grandi. Per sostenerle nella crescita, quindi, bisogna dar modo alle foglie di aggrapparsi o essere legate. Il consiglio è di usare nel contenitore i classici bastoni in fibra di cocco.
Irrigazione
Nella coltivazione in casa dell’anthurium bisogna prestare molta attenzione alle innaffiature. Innanzitutto, non si può usare l’acqua del rubinetto, troppo ricca in calcare.
Si consiglia, quindi, di impiegare acqua piovana o acqua distillata che si usa per le piante carnivore come la dionea.
La pianta gradisce un substrato sempre abbastanza umido, e la presenza di perlite nel mix ci consente di irrigare frequentemente senza troppi problemi. In estate si può innaffiare 3 o 4 volte a settimana, in inverno basta anche invece anche una volta sola.
Per dare l’acqua non aspettate che il terriccio sia del tutto secco, come si fa ad esempio per la monstera, l’anthurium non ama essere sottoposto a stress idrici.
Infine, assicuratevi che nel sottovaso non rimanga acqua in eccesso; per cui svuotatelo pochi minuti dopo l’irrigazione, o sistematevi sul fondo del materiale assorbente (sabbia, perlite, argilla espansa, ciottoli, ecc).
Pulizia delle foglie e umidità
L’anthurium ama le periodiche vaporizzazioni d’acqua, momento in cui si può approfittare per pulire le foglie con un panno di cotone. Evitate di usare prodotti lucidanti.
Sui fiori le bagnature andranno limitate, così come bisognerà evitarle del tutto nei periodi più freddi dell’inverno.
Nei mesi invernali poi, ovviamente, le piante usufruiscono del riscaldamento delle abitazioni, cosa che comporta aria più secca. Vicino alle piante d’appartamento conviene avere quindi degli umidificatori.
L’anthurium non si pota, ma quando ci sono foglie secche, queste vanno tagliate alla base del fusto e rimosse.
Concimazione
Dalla primavera all’autunno la pianta di anthurium è in pieno rigoglio vegetativo e ha quindi bisogno di supporto in termini di concimazione.
La cosa migliore è concimare ogni 15-20 giorni, usando un concime liquido bio per piante verdi.
Dal tardo autunno e fino alla fine dell’inverno le concimazioni si sospendono.
Riproduzione
Per moltiplicare le piante di anthurium, la tecnica più semplice è quella della suddivisione dei cespi a inizio primavera. Questa operazione può coincidere con il momento del rinvaso.
In pratica, si toglie la pianta dal contenitore e si divide il cespo districando le radici. Con i nuovi “pezzi” ricavati avrete nuove piante.
Malattie e parassiti a cui è soggetta la pianta
I problemi che si riscontrano più comunemente sull’anthurium sono dovuti a patogeni fungini. Questi sopraggiungo in caso di irrigazioni eccessive e ristagni d’acqua. Possono comparire delle macchie scure sulle foglie e un appassimento, entrambi i casi sono segni evidenti della malattia. Le foglie colpite andranno immediatamente eliminate e andrà ristabilita la corretta umidità del substrato.
Fate dunque attenzione ai segnali che la pianta vi manda.
A livello di parassiti, possiamo avere attacchi di afidi in primavera, i quali andranno eliminati usando il sapone potassico molle.
In estate, il problema più comune è invece il ragnetto rosso, che provoca gravi decolorazioni delle foglie. Vaporizzazioni costanti sulle foglie creano condizioni di umidità ed evitano al temuto parassita di attaccare la pianta.
Tossicità dell’anthurium
L’anthurium risulta essere una pianta tossica in tutte le sue parti, per via delle grandi quantità di ossalati di calcio in essa contenuti. Dal taglio dei fusti fuoriesce un lattice che può risultare irritante, usate quindi i guanti protettivi quando li maneggiate.
Se in casa avete degli amici a 4 zampe con il vizio di mangiare foglie o pezzi di pianta, evitate di coltivare la pianta o predisponete adeguate barriere di accesso.