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Il semenzaio riscaldato è una soluzione semplice ed economica per chi vuole produrre da sé le piantine per l’orto, anticipando allo stesso tempo i periodi di semina e i successivi trapianti. Grazie a questo tipo di semenzaio caldo, avremo a disposizione un ambiente protetto in cui i semi trovano le condizioni ideali per il germogliamento e la crescita iniziale. La temperatura, infatti, è un fattore critico fondamentale, se vogliamo indurre la nascita di un seme. Ecco perché, il semenzaio deve essere riscaldato artificialmente quando ancora le temperature esterne sono troppo basse.
In quest’articolo vediamo come fare da sé un semenzaio riscaldato con poche e semplici attrezzature e come sono strutturati quelli più professionali.
Perché usare il semenzaio riscaldato?
Quando acquistiamo delle piantine in vivaio non siamo abituati a chiederci come sono state cresciute. Facciamo un semplice esempio con le piantine di bietola che compriamo nel mese di febbraio per la messa a dimora nell’orto. Queste piante impiegano circa un mese dal momento della semina alla formazione di una piantina di pochi cm, con un apparato radicale sufficientemente forte per il trapianto in piena terra. Dunque quei semi sono germogliati e cresciuti nel mese di gennaio, uno dei più freddi dell’anno. In vivaio, per rendere possibile la crescita, c’è un apposito sistema di riscaldamento professionale che mantiene le temperature stabili: alte di giorno, e senza mai farle scendere sotto una soglia critica (solitamente intorno ai 15 °C) di notte.
Con il semenzaio riscaldato, realizzato in ambiente domestico o comunque hobbistico, cerchiamo di riprodurre quelle condizioni ottimali per la semina e la crescita delle giovani piantine.
I periodi migliori per fare il semenzaio riscaldato
Il semenzaio riscaldato si usa soprattutto in inverno, periodo in cui in un ambiente non protetto sarebbe difficile far germogliare i semi. Tuttavia, lo si può usare anche in altre stagioni, ad esempio in autunno o in primavera, specie nelle ore notturne, quando le temperature scendono sensibilmente.
Nella crescita di una piantina anche la temperatura notturna è importante. Come vedremo fra poco, i semenzai sono riscaldati con sistemi elettrici, che si possono facilmente avviare a tempo e magari solo nelle ore notturne.
Per quali colture è adatto il semenzaio riscaldato
Per capire se vale la pena realizzare un semenzaio riscaldato, dobbiamo pensare anche alle coltivazioni che vogliamo piantare. Ci sono alcune colture per le quali l’uso di questo tipo di semenzaio porta grandi vantaggi. Un esempio classico è quello della semina dei peperoncini, di cui è facile conservare i semi dalla precedente coltivazione. Questi hanno bisogno di temperature elevate e costanti per germogliare e crescere, nonché di tempi piuttosto lunghi (45-60 giorni). Con il semenzaio riscaldato possiamo seminarli in febbraio-marzo e averli pronti per il trapianto nell’orto in aprile-maggio.
Altre colture che si avvantaggiano del semenzaio riscaldato, dando la possibilità di anticipare i tempi di coltivazione sono: pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, cetrioli.
Il semenzaio riscaldato fai da te
Vi abbiamo già parlato in passato della realizzazione di un normale semenzaio, magari utilizzando i vecchi contenitori in polistirolo avanzati dalle precedenti coltivazioni. In questa sede vogliamo mostrarvi come riscaldare nel modo migliore quel semenzaio, con l’obiettivo di creare un letto caldo per la crescita dei semi.
La tecnica del letame maturo
Alcuni contadini fanno il semenzaio riscaldato utilizzando il letame in maturazione, sfruttando il calore generato dalla fermentazione stessa. Questo tipo di semenzaio solitamente si fa in un cassone di legno, dotato di una copertura in plexiglass trasparente. Nel livello più basso del cassone si pone dell’argilla espansa o dei ciottoli per il drenaggio dell’acqua. Nel livello intermedio si sparge del letame fresco, creando un cumulo di circa 15-20 cm. Più in alto si stende il terriccio del semenzaio, formando così il letto caldo. Questa tecnica, ovviamente, soffre il limite di dover avere della materia organica a disposizione. Inoltre, occorre una struttura adeguata, con una copertura che protegga dalle precipitazioni ma, allo stesso tempo, capace di incamerare il calore solare. Ha però il grande vantaggio di poter essere fatta all’esterno anche nei mesi invernali, poiché il calore sprigionato dal letame è davvero tanto.
Il cavo riscaldante
Un attrezzo molto semplice per riscaldare il semenzaio è il cavo riscaldante, ossia un cavo elettrico che, attaccato alla corrente, genera calore lungo il suo percorso (cavi del genere li trovate qui e vengono usati anche per riscaldare terrari o acquari). In pratica, si posiziona a serpentina il cavo riscaldante al di sotto del contenitore scelto come semenzaio. La serpentina serve per far sì che tutta la superficie venga raggiunta dal calore. Dunque, non riscaldiamo l’aria, ma la parte inferiore del contenitore, e quindi il terreno, sfruttando il fatto che il calore tende ad andare sempre verso l’alto.
Consigli
Com’è ovvio, questa tecnica richiede che il semenzaio da riscaldare sia in prossimità di una presa elettrica. Inoltre, ha bisogno, se possibile, di un termostato (come questi) per la regolazione della temperatura, qualora il cavo non ne sia già provvisto.
Altro consiglio tecnico è che il cavo riscaldante deve essere posto al di sotto di una vaschetta, dentro la quale potremo mettere direttamente il terriccio per il germogliamento oppure adageremo i nostri contenitori forati (polistirolo, vasetti in plastica, bicchierini di carta, ecc) che eliminano l’acqua in eccesso. È ovvio che la vaschetta non dovrà essere forata, per non lasciar cadere l’acqua.
Tappetino riscaldante
Ancora più semplice è l’utilizzo di appositi tappetini riscaldanti, da mettere al di sotto del semenzaio. Ce ne sono diversi tipi in commercio, che differiscono per dimensioni e potenza, dunque adattabili a ogni esigenza.
Rispetto alle alternative viste, il tappetino riscaldante ha una distribuzione del calore più uniforme e sicura ed è quasi sempre dotato di un termostato.
I semenzai riscaldati già pronti
Nei negozi, i semenzai riscaldati si trovano già pronti all’uso. Addirittura, esistono delle vere e proprie mini serre professionali con il riscaldamento incorporato, dove è possibile crescere molte piante in ambiente protetto e per lungo tempo. Si tratta, in pratica, di mini vivai (che trovate qui). Molto più semplici sono le classiche vaschette, cosiddette growbox (o propagatori di semi) come questa.
Prima di scegliere la soluzione più adatta alle vostre esigenze, ovvero autocostruire il semenzaio riscaldato, cercate di capire bene il numero di semi e, quindi, le piantine che volete mettere in coltura. Uno spazio adeguato è fondamentale per la riuscita del semenzaio.
Consigli per la gestione del semenzaio riscaldato
Ora che abbiamo realizzato o acquistato un semenzaio riscaldato, dobbiamo pensare alla sua corretta gestione. Vediamo quindi alcuni consigli fondamentali per poter essere sicuri di ottenere piantine sane da trapiantare. Avere piantine forti da mettere nel terreno, infatti, è il primo, importante, passaggio per ottenere un orto rigoglioso e produttivo.
L’esposizione
Per prima cosa, bisogna tener conto dell’esposizione. Non basta il calore per far crescere delle piantine sane, ci vuole la giusta luce. Mettendo il semenzaio riscaldato in un luogo buio, avremo come risultato piantine filate, con un fusto esile e uno squilibrio vegetativo. Il semenzaio, riscaldato o no, deve quindi necessariamente stare in posizione luminosa, ad esempio davanti a una finestra.
L’irrigazione
Il semenzaio riscaldato ha bisogno di maggiori cure in quanto ad irrigazione. Il calore generato da serpentine o tappetini asciuga prima il terreno, che avrà bisogno di essere mantenuto costantemente umido. D’altro canto, attenzione a non eccedere, per non inzuppare il suolo, causando marciumi. Toccate il terreno, quindi, e quando vi rendete conto che sta per seccare, date acqua con moderazione.
Coperture e ricircolo d’aria
I semenzai riscaldati professionali che si trovano in commercio sono tutti dotati di una sorta di copertura trasparente. Questo, al fine di evitare che il calore venga disperso troppo. Si tratta di una soluzione che si può adottare anche in un semenzaio riscaldato fai da te, andando a creare in pratica l’ambiente di una serra. Adottando questa soluzione, però, è fondamentale un certo ricambio d’aria. Una buona areazione irrobustisce le piantine ed evita il sopraggiungere di patogeni fungini molto dannosi. Dunque, se allestite una copertura, provvedete più volte al giorno a far ricambiare l’aria.
Approfondimenti
Building and Using Hotbeds and Cold Frames – University of Missouri
2 commenti
Molto dettagliato e comprensibilmente ben spiegato senza margini di errori per chi vorrà riprodurlo Complimenti
Mi interessa la coltivazione biologica