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L’Anthocoris nemoralis è un insetto appartenente all’ordine Rhynchota, famiglia Anthocoridae. Si tratta di un insetto utile nel frutteto e nell’orto, essendo un formidabile predatore di parassiti dannosi. È presente allo stato naturale in tutta Italia e vieni altresì allevato nelle biofabbriche per i programmi di lotta biologica. Vale la pena quindi conoscere le sue caratteristiche entomologiche, in modo da saperlo riconoscere e salvaguardare.
In questo articolo, dunque, ne vedremo l’aspetto, cercheremo di capire quali sono le sue “prede” preferite e capiremo come attuare un programma di lancio nei frutteti di grandi dimensioni.
Descrizione dell’Anthocoris nemoralis
L’Anthocoris nemoralis è un piccolo rincote antocoride che da adulto misura 3-4 mm di lunghezza. È generalmente di colore bruno scuro, con il capo e il torace neri. È dotato di emielitre interamente brillanti, con la membrana in cui si evidenziano tre tacche chiare disposte a triangolo.
Una specie molto simile è Anthocoris nemorum, praticamente identica come aspetto esteriore, ma meno comune nel nostro Paese.
Quali parassiti preda l’Anthocoris nemoralis
L’Anthocoris nemoralis è un insetto con un regime dietetico di tipo eterofago. In alcune fasi del suo ciclo di vita, si nutre di polline. Poi inizia a predare afidi, ragnetti rossi e soprattutto gli adulti di diverse specie di psilla. Viene, infatti, attratto dai cairomoni contenuti nella melata che le psille producono man mano che la loro popolazione cresce.
Per questi motivi Anthocoris nemoralis è il più efficace fattore di contenimento (naturale e artificiale) di molte psille che infestano giardini e frutteti, ad esempio:
- psilla del pero (Cacopsylla pyri);
- psilla dell’eucalipto (Glycaspis brimblecombei);
- psilla dell’albizia (Acizzia jamatonica);
- psilla dell’alloro (Lauritrioza alacris);
- psilla del bosso (Psylla buxi)
Ciclo di vita dell’Anthocoris nemoralis
L’Anthocoris nemoralis sverna allo stadio adulto, riparato nei frutteti o negli ambienti circostanti (siepi, vegetazione selvatica, residui colturali). Con i primi caldi primaverili ritorna attivo, nutrendosi inizialmente di polline, poi di parassiti, spostandosi nei frutteti. Qui inizia l’accoppiamento e l’ovideposizione, con la femmina che depone le uova nella pagina inferiore delle foglie o sul picciolo. Le neanidi appena nate iniziano immediatamente e voracemente a predare uova e neanidi di psille.
Nei nostri ambienti, l’Anthocoris nemoralis compie 2-3 generazioni all’anno, con popolazioni legate a quelle delle vittime e che raggiungono la massima densità da maggio a settembre.
In annate con ritorni di freddo primaverile o di forte piovosità, tra aprile e maggio le popolazioni di questo insetto possono avere una bassa densità.
Nei frutteti specializzati, quando si effettua la difesa biologica con Anthocoris nemoralis, per compensare le fluttuazioni della popolazione del predatore si ricorre ai lanci artificiali.
Impiego pratico
Come detto Anthocoris nemoralis è il più noto ed efficace fattore di contenimento della dannosa psilla del pero. Normalmente, il lancio di 1000-1500 adulti di predatore per ettaro di frutteto è sufficiente a garantire il controllo del parassita. In pereti in precedenza molto colpiti dalla psilla, e con popolazioni dell’antocoride più esigue, si effettua il lancio di 2000 individui adulti per ettaro.
Per una maggiore efficacia, consigliamo di effettuare il rilascio del predatore in 2-3 momenti diversi, cercando di evitare le settimane con eventuali gelate.
Altro consiglio è di distribuire il predatore in almeno 5 punti di lancio differenti, usando supporti e cartoncini (solitamente forniti dalla biofabbriche) per favorire la dispersione del predatore.
Il primo lancio si può effettuare precocemente, tra fine marzo e metà aprile. In questo modo diamo la possibilità al predatore di insediarsi e interagire con le popolazioni selvatiche. I lanci seguenti si effettuano entro maggio.
Accortezze
Ovviamente, per la validità e l’efficacia di questo tipo di lotta biologica non devono essere usati pesticidi chimici nel frutteto. Bisogna però evitare anche quei prodotti consentiti in regime di agricoltura biologica ma che hanno un forte potere abbattente, come il piretro e l’azadiractina.
Per acquistare gli Anthocoris nemoralis e utilizzarli in programmi di lotta biologica, bisogna rivolgersi alle biofabbriche.