La cinciallegra (Parus major) è un uccello dell’ordine Passeriformes, famiglia Paridae. Conosciuta anche come cince, è un volatile abbastanza diffuso sul nostro territorio, facile da riconoscere per lo splendido piumaggio, ma anche per la confidenza che ha con l’uomo.
Le cinciallegre, e altre specie simili come la cinciarella (Cyanistes caeruleus), sono eccellenti insettivori e dunque uccelli molto utili nell’orto, giacché regalano una difesa in più dai parassiti. In ambito forestale, è stato osservato come questo uccello sia uno dei pochi predatori della temuta e dannosa processionaria del pino.
Vediamo quindi come riconoscerla e capiamone il comportamento e l’importanza ambientale.
Descrizione della cinciallegra
La cinciallegra è un uccello di piccole dimensioni, alto dai 13 ai 15 cm e di peso compreso tra i 15 e i 20 g. Il piumaggio principale, sul dorso e sul petto, è di colore verdastro. Sul petto è presente un evidente linea longitudinale nero-bluastra, che va dalla gola all’addome ed è detta cravattino. Le ali e la coda sono striate di grigio, azzurro e bianco. La parte superiore del capo e la nuca sono bluastre, mentre il contorno degli occhi, il becco e il collo sono neri. Le guance sono completamente bianche, il che fa apparire nel suo insieme la testa della cinciallegra come una splendida maschera.
Gli individui adulti hanno colori più brillanti rispetto ai giovani, che hanno le piume più opache. L’uccello ha un canto melodioso che emana con cinguettii a 2-3 sillabe ripetute. Capita che imiti il canto di altri uccelli.
Differenza tra maschi e femmine
La specie Parus major si contraddistingue per un certo dimorfismo sessuale. Le cinciallegre maschio sono più grandi delle femmine, hanno la striscia nera sul petto più larga e lunga, la colorazione del capo più intensa e lucente.
Habitat delle cinciallegre
Nel nostro Paese la cinciallegra si comporta come specie svernante e nidificante, abbastanza stanziale, anche se alcune popolazioni possono compiere piccole migrazioni.
È presente anche nelle isole maggiori e minori. Come habitat naturale ama i boschi, preferendo quelli di caducifoglie, ma si trova anche sulle conifere. È molto diffusa nelle campagne, specie presso i frutteti e le alberature. Frequenta parchi e giardini urbani, in generale zone con siti adatti alla nidificazione. Pur essendo una specie tipica di basse altitudini, riesce inoltre ad adattarsi e a riprodursi anche a quote medio-alte, tra i 1.500 e i 1.800 m.
Il nido della cinciallegra
La cinciallegra è in grado di nidificare in più siti, come ad esempio le cavità degli alberi, dei muri, le fessure delle rocce, i cespugli degli arbusti, i nidi abbandonati da altri uccelli e quelli artificiali.
Se nel nostro orto e giardino abbiamo predisposto dei nidi per accogliere gli uccelli selvatici è molto probabile che vi si insedierà proprio la cinciallegra. Le femmine provvedono a rendere adatto il sito per la deposizione delle uova, portando all’interno del muschio, fili d’erba, rametti, lana e peli di animali.
Riproduzione
La cinciallegra si riproduce una o due volte all’anno, a seconda dell’areale geografico e dell’andamento climatico. Gli accoppiamenti iniziano alla fine di marzo, quando il maschio, con un’intesa attività canora, delimita il territorio e attrae la femmina svolazzando e offrendo cibo.
Nel nido la femmina depone da 5 a 10 uova, a volte 15, che cova per 14-16 giorni, nel mentre il maschio si preoccupa di nutrirla.
Le uova di cinciallegra sono lisce, bianche e con macchiette bruno-rossastro.
Alla nascita i pulcini pesano meno di 1,5 g, sono privi di piume e non riescono a riscaldarsi autonomamente. A tutto ciò pensa la femmina, con il maschio che procura il cibo per la prole. I pulcini sono quindi nidicoli e spiccano il volo tra la seconda e la terza settimana di vita, con piena indipendenza dopo circa un mese.
Comportamento
La cinciallegra è un uccello dal temperamento vivace, abbastanza territoriale e aggressiva nei confronti di consimili e altri piccoli uccelli, specie quando si avvicinano al nido o al cibo. In generale, conduce una vita solitaria o di coppia. Nei confronti dell’uomo invece è notoriamente confidente, tanto che si avvicina spesso alle abitazioni e addirittura prende il cibo direttamente dalle mani.
Il volo è sfarfallato, con potenti e rapidi battiti d’ali, cadenzato da ondulazioni su lunghi tratti. La ricerca del cibo avviene sia a terra, dove saltella, che direttamente sui rami e i tronchi degli alberi.
Cosa mangia la cinciallegra
La cinciallegra è prevalentemente un uccello insettivoro e questo la rende una presenza utile nell’orto. Si nutre voracemente di larve e crisalidi di lepidotteri, ragni, lumache e altri piccoli insetti. La sua presenza consente di mantenere naturalmente sotto controllo i parassiti delle coltivazioni. In inverno, se c’è carenza di cibo, può anche nutrirsi di bacche, frutti maturi e grossi semi come le ghiande. Essendo una specie opportunista, capita che attacchi i nidi di altri uccelli, predando pulcini e uova.
L’uomo può intervenire positivamente nell’alimentazione della cince, soprattutto in inverno. I semi proteici (ad esempio i quelli di canapa o di girasole), mescolati con il grasso e appesi con un filo o una retina vicino al nido, sono infatti bocconi irresistibili. Per darle da mangiare, si possono usare anche le classiche mangiatoie (come queste).
Cinciallegra contro la processionaria del pino
Molto interessante è anche il ruolo di predatore che la cinciallegra ha nei confronti della processionaria del pino. Sono pochi gli uccelli che predano questo dannoso lepidottero (un altro è ad esempio l’upupa). È infatti stato osservato come la cince raggiunga il nido sericeo della processionaria e vi pratichi dei fori dai quali tenacemente estrae le larve dell’insetto per mangiarle. In aree molto colpite dal pericoloso parassita, come ad esempio l’altipiano della Sila, in Calabria, dove i boschi di pino sono devastati dal fitofago, sarebbe utile mettere a punto una strategia di lotta biologica avvalendosi di questo prezioso volatile.
Conservazione e protezione della cinciallegra
Fortunatamente la cinciallegra nel nostro continente è considerata in uno stato di conservazione favorevole, anche perché è una specie rigorosamente protetta dalla Convenzione di Berna, allegato II e altresì protetta dalla Legge nazionale 11 febbraio1992, n. 157.