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La valeriana rossa è una pianta che di certo non passa inosservata. I suoi splendidi fiori lilla, infatti, colorano i paesaggi delle nostre campagne. Ma la peculiarità principale di questa pianta è che ama spuntare da luoghi impervi, come ad esempio gli antichi muri a secco.
Inoltre, non solo è bella esteticamente, ma anche ricca di proprietà benefiche.
Secondo alcuni studi infatti, la valeriana rossa ha gli stessi principi attivi della più nota valeriana officinalis.
Conosciamo allora meglio questa pianta, in modo da poterla riconoscere quando la incontriamo nelle passeggiate nei campi.
Identificazione della valeriana rossa
La valeriana rossa, nome scientifico Centranthus ruber, è una pianta della famiglia delle Valerianacee.
La sua denominazione deriva dalla composizione dei termini greci kéntron= sperone e
anthos= fiore, sicuramente in riferimento al suo aspetto. Infatti, quando scende giù dai muri dà proprio l’idea di un cespuglio formato da lunghi speroni fioriti.
Il nome della specie ruber, richiama invece il suo acceso colore.
Come accennato, la pianta ama crescere nei luoghi più impervi. La troviamo, ad esempio, in fessure dei muri a secco, dirupi, terreni rocciosi e calcarei, bordi di strade di campagna.
E’ una pianta originaria dell’Europa continentale, oramai naturalizzata nel nostro Paese. La troviamo in tutte le regioni, specie in quelle più calde del Centro-Sud.
Cresce fino a 1.300 m di altitudine, sempre in posizione soleggiata.
Caratteristiche botaniche
La valeriana rossa è una pianta cespugliosa perenne, che si genera da una radice rizomatosa.
Le radici della valeriana rossa sono molto resistenti ed espanse, e riescono ad ancorare la pianta in zone molto scoscese. Dall’apparato radicale dipartono numerosi fusti, che possono raggiungere una lunghezza variabile, anche fino a 2 m.
I fusti sono legnosi alla base, possono avere un portamento eretto o ascendente, a seconda della posizione in cui si trovano. Resistono tranquillamente al vento e alle intemperie, essendo molto elastici. L’insieme dei fusti forma il cespuglio, che può anche superare 1 mq di larghezza.
Lungo i fusti sono disposte le foglie, di un bel colore verde-azzurrino. Quelle inferiori, dotate di picciolo, sono di forma ovale-lanceolata. Le superiori, sessili, talvolta sono verticillate.
I fiori della valeriana rossa sono la parte più bella e appariscente della pianta. Di un bel colore lilla intenso, si trovano riuniti in corimbi nella parte terminale del fusto. Sono ermafroditi, pentameri, zigomorfi o sub-attinomorfi. Sono, inoltre, gamopetali, con un lungo tubo di 9-11 mm, sperone lineare di circa 5-7 mm. La corolla è a 3 stami, con ovario sincarpico infero a tre carpelli.
L’impollinazione avviene tramite le api, ma anche le farfalle e le falene non disdegnano far visita ai fiori.
La fioritura della valeriana rossa è molto prolungata, ha inizio nel mese di aprile e perdura fino a novembre. Quando i fiori seccano, rilasciano i semi, che, volendo, è possibile raccogliere per riprodurre la pianta.
Nei mesi invernali la valeriana rossa entra in stato di riposo vegetativo, per riprendere la sua attività ad inizio primavera.
In questa fase, si può procedere ad una pulizia dei vecchi fusti secchi, rimuovendoli o tagliandoli alla base.
Non teme il gelo e le basse temperatura, anche se, come detto, ama le esposizioni soleggiate.
Come coltivare la valeriana rossa
La pianta di valeriana rossa non viene coltivata in giardino molto spesso, poiché considerata troppo invasiva. A nostro avviso però, può essere un’ottima soluzione per ricoprire zone difficili, dove le altre piante hanno difficoltà ad attecchire, come scarpate, terreni sassosi e rocciosi, muri a secco.
La pianta ha un elevato pregio ornamentale e, inoltre, non richiede cure, in quanto rustica e resistente agli attacchi dei parassiti.
A voi la scelta, a noi piace e la consigliamo.
Per riprodurla si può procedere con la disseminazione, raccogliendo i semi a fine fioritura e mettendoli subito nel terreno. Un’altra tecnica di semina interessante è simile a quella che abbiamo visto per la pianta di capperi, cioè fare una pallottola di argilla e sabbia, riempirla di semi e posizionarla nelle fessure del muro.
Il seme ha un ottimo grado di germinabilità e si mette a dimora in autunno.
Se non riuscite a recuperarlo da piante spontanee, potete trovarlo qui.
Altra tecnica di riproduzione della valeriana rossa è la suddivisione dei cespi, che si può fare all’inizio della primavera. Oppure (sempre in primavera) si può tentare la talea semilegnosa, un po’ come abbiamo visto per il rosmarino.
Per l’attecchimento e la crescita, il terreno deve essere di natura calcarea, quindi meglio un terreno povero, che uno fertile.
La pianta non ha bisogno d’irrigazione.
Proprietà e usi della valeriana rossa
Non tutti sanno che la valeriana rossa è una pianta ricca di proprietà benefiche. I suoi costituenti e principi attivi sono:
- tannini;
- resine;
- oli essenziali;
- alcaloidi.
Le radici possiedono proprietà sedative, antispasmodiche e antinevralgiche. Nella medicina popolare venivano usate come quelle della valeriana officinalis.
Una curiosità riguardo ai semi di valeriana rossa: in antichità venivano usati per ricavare unguenti usati nell’imbalsamazione.
Le foglie sono commestibili e possono essere usate in insalate miste, insieme ad altre erbe spontanee commestibili, come: tarassaco, portulaca, borragine, cardo mariano. Il gusto è però un po’ amarognolo.