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I capperi sono i frutti della pianta Capparis spinosa, una eccellenza tutta italiana che il mondo ci invidia. Famosi sono i capperi siciliani di Pantelleria e Salina, prodotti da piccole aziende a conduzione familiare, secondo una tradizione secolare.
Questa pianta è molto rustica e si adatta a crescere nelle zone più impervie, purché ampiamente soleggiate. La coltivazione dei capperi è quindi perfetta nelle regioni meridionali e laddove le altre colture riescono difficilmente ad adattarsi.
In quest’articolo conosciamo le caratteristiche botaniche della pianta di capperi e vediamo come coltivarla in maniera semplice.
La pianta di capperi, caratteristiche botaniche
La pianta di capperi appartiene alla famiglia botanica delle Capparidaceae. E’ originaria dei paesi del Nord-Africa come Tunisia, Marocco ed Egitto. Fu portata nel bacino del Mediterraneo dagli arabi e nel nostro Paese si è diffusa sopratutto in Sicilia.
Il cappero è una pianta suffrutice perenne, che sviluppa una lunga radice e un cespo legnoso. Le radici sono forti e vigorose, riescono ad insinuarsi anche tra le fenditure delle rocce. I fusti sono molto lunghi, delle vere e proprie ramificazioni fino a 80 cm, che lignificano con l’età. I rami della pianta di capperi si originano tutti dal colletto radicale. Sono flessuosi, con portamento prostrato, strisciante o ricadente, irti di spine negli esemplari più inselvatichiti.
Le foglie sono alterne, rotonde e carnose, di un bel verde intenso e lucente.
I fiori sono di color bianco rosato, caratteristici per i numerosi stami filiformi di colore violaceo. La fioritura dei capperi avviene tra maggio e settembre, sulle ramificazioni dell’anno.
I boccioli fiorali sono di forma tondeggiante e sorretti da lunghi peduncoli e altro non sono che i capperi. Ovviamente li andremo a raccogliere prima che portino a maturazione il frutto vero e proprio della pianta.
I frutti sono delle bacche di forma un po’ allungata, portate da peduncoli di 2–3 cm, fusiformi e carnose. La loro polpa è di colore rosaceo. Questa bacca contiene molti semi reniformi, neri o giallastri, molto piccoli. A piena maturità si apre con una fessura longitudinale.
La coltivazione dei capperi
Esigenze pedoclimatiche
I capperi crescono bene nel Sud Italia, poiché hanno bisogno di un clima caldo e soleggiato per lunghi periodi dell’anno.
Conviene scegliere zone marginali dell’orto o del giardino. Si tratta, infatti, di una pianta perenne, che può sopravvivere tranquillamente anche per 20 anni.
La pianta di capperi non ha grosse esigenze in termini di terreno. Anzi, alligna bene in quelli più poveri e rocciosi, purché di natura calcarea. Basti pensare, infatti, che cresce spontaneo nei muretti a secco e in alcune zone rurali rappresenta un patrimonio vegetativo importante. Si può coltivare anche in terreni più sciolti e fertili, l’importante è garantire un perfetto drenaggio dell’acqua.
Per migliorare le condizioni di partenza del terreno su cui coltivare capperi, si può usare un substrato specifico. Ad esempio possiamo mescolare del terriccio per agrumi con una buona quantità di sabbia e di lapillo.
In questo modo si ottiene un terriccio molto friabile ed incoerente.
La pianta, è bene ricordare, ha difficoltà ad adattarsi a condizioni ambientali diverse da quelle che trova in natura. Quindi, in zone fredde e umide anche in primavera ed estate, non bisogna aspettarsi grandi risultati.
Non ha bisogno di interventi irrigui, se non nel primo anno di crescita. Anche a livello di concimazione la pianta di capperi è poco esigente.
Propagazione dei capperi per talea
La propagazione della pianta di capperi può avvenire in due modi, per talea o da seme.
La tecnica della talea è quella più usata e con una buona percentuale di attecchimento. Il funzionamento è molto simile a quella che abbiamo visto per il rosmarino.
L’operazione di prelievo della talea va fatta sul finire dell’estate, prelevando un pezzo di ramo legnoso che abbia almeno 2-3 anni di età e circa 7–10 cm di lunghezza.
Per favorire l’emissione di radici, si pongono i rami in una cassetta riempita di torba e sabbia, da tenere umida.
Formatasi la radice, si può prelevare e invasare la singola pianta, usando un vaso di 10 cm di diametro. In primavera la si mette a dimora nella porzione di terreno prescelta e preparata in precedenza.
Visto che la pianta di capperi raggiunge grandi dimensioni, è bene posizionare le nuove piantine ad almeno 1 m di distanza l’una dall’altra.
Propagazione dei capperi per seme
La semina del cappero è piuttosto difficile, in quanto i semi soffrono di un tempo di emergenza molto lungo. Inoltre hanno una bassa percentuale di germinabilità.
Per migliorare questa percentuale, l’ideale è fare la semina subito dopo la maturazione completa dei frutti. Se il seme entra in dormienza, ossia si secca, solo il 5-10% dei semi germoglierà.
Se abbiamo a disposizione solo semi secchi, conviene tenerli per una notte in ammollo in acqua.
Il periodo migliore per la semina è dunque l’autunno, usando la tecnica classica del semenzaio.
Anche in questo caso si può usare una cassetta di torba e sabbia, tenuta al riparo durante l’inverno. A primavera si possono trapiantare le giovani piantine direttamente nel terreno o in vaso, per attendere un miglior radicamento e rimandare il trapianto all’autunno.
La semina diretta nel terreno è poco consigliata, mentre invece è molto interessante e caratteristica la semina direttamente nel muro.
In autunno, alla raccolta dei semi, si preparano delle palline di fango e semi. Queste vengono inserite a pressione direttamente nel muro. A primavera inoltrata c’è una buona possibilità che dalla fessura nasca una nuova pianta di capperi. Il muro, infatti, tiene il fango all’umidità ideale per conservare i semi, che germoglieranno in modo naturale (anche se con una bassa percentuale).
Cure colturali della pianta di capperi
La cura principale da riservare ad una coltivazione di capperi è quella della periodica potatura.
Sin dal primo anno di coltivazione, a fine autunno (novembre-dicembre) o a fine inverno (febbraio-marzo), i rami vanno raccorciati e il cespo alleggerito.
Con le operazioni di potatura del cappero si deve far attenzione a tagliare solo il legno secco e i succhioni, ossia i rami vigorosi che non producono fiori, ma sottraggono linfa alla pianta.
Fate attenzione, inoltre, a lasciare numerosi rametti, lunghi circa mezzo centimetro e provvisti di un germoglio. Il cappero fiorisce e produce sui rami dell’anno a partire dal secondo anno. Prima dei due anni di coltivazione la pianta non ha bisogno d’interventi di potatura.
Altra operazione colturale è la sarchiatura. E’ necessaria soprattutto nel primo anno di coltivazione, quando la pianta deve ancora attecchire e prendere il suo spazio.
Malattie
La pianta di capperi è molto rustica, difatti non soffre di particolari attacchi di parassiti né di malattie crittogamiche. L’unico rischio nella sua coltivazione è l’impianto in un tipo di terreno non adatto, con problemi di ristagno idrico. In questo caso la pianta può ingiallire a causa di marciumi che coinvolgono l’apparato radicale.
Raccolta
Della pianta di capperi, come detto, si utilizzano prevalentemente i boccioli fiorali, che si raccolgono durante l’estate. La raccolta avviene ogni due o tre giorni, allorché il bocciolo è della giusta grossezza. La tecnica più usata per raccogliere e conservarli al meglio, è quella di lasciarli appassire per un giorno all’aria aperta.
Da ogni cespo della pianta adulta si ricavano in media 500 g di capperi.
Conservazione e usi
Per la conservazione dei capperi sono in uso diverse tecniche. La più famosa è quella dei capperi sotto sale, con il dosaggio di 1 kg di capperi e un kg di sale grosso.
I capperi però, si possono anche conservare in barattoli con aceto bianco o semplicemente in salamoia. Appena raccolti non hanno alcun sapore particolare, ma con la conservazione assumono in breve tempo un gusto aspro e piccante, oltre al ben noto aroma gradevole e appetitoso.
Il loro sentore un po’ salino li rende perfetti come condimento per pietanze
come pizze, focacce, vitello tonnato. Possono essere usanti anche per accompagnare le carni bollite o il pesce.
In Sicilia sono famosi gli spaghetti con acciughe e mollica di pane.
Possono essere serviti con un formaggio pecorino e del miele, per impreziosire un aperitivo dal tono deciso.
Se non avete la possibilità di coltivare i capperi nel vostro orto domestico, quelli della pregiata varietà di Salina, conservati sotto sale, potete trovarli qui