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Il viburno è una pianta tipica della nostra flora spontanea. Vanta una lunga tradizione, risalente all’epoca romana. Ne esistono diverse specie, alcune delle quali perdono le foglie durante l’inverno, mentre altre sono sempreverdi.
In quest’articolo concentreremo la nostra attenzione sul Viburnus tinus, noto anche come laurotino o lentaggine. Da questa specie selvatica sono state selezionate diverse varietà, ottime per essere coltivate in giardino a fini ornamentali, per la rusticità e la caratteristica fioritura.
Varietà di viburno
Il genere Viburnum raggruppa specie di piante facenti parte della famiglia botanica delle Caprifoliaceae o Adoxaceae.
Tra le specie di viburno che perdono le foglie durante l’inverno, le più importanti e diffuse allo stato spontaneo in Italia sono:
- Viburnum opulus, noto anche con i nomi volgari di palla di neve e pallone di maggio. Si tratta di un arbusto alto fino a 6 m, con un’abbondante fioritura primaverile a forma di palla. Produce piccole drupe commestibili, di color arancio-rossastro, usate per la preparazione di composte e liquori;
- V. lantana, pianta con portamento arbustivo alto fino a 5 m, con una vegetazione ricca. I fiorellini sono bianchi e profumati, portati da infiorescenza di forma sferica. I frutti sono rosso-nerastri, e maturano in agosto-settembre. È una specie molto presente nei nostri boschi, famosa per le proprietà medicinali del succo ricavato dai frutti.
Come viburno sempreverde la specie più nota è V. tinus, che descriviamo in maniera approfondita nei prossimi paragrafi.
Varietà da coltivazione
Per la coltivazione del viburno in giardino sono state selezionate alcune varietà, che spiccano per la bella e abbondante fioritura.
Tra le diverse segnaliamo:
- Macrophylla, pianta di grandi dimensioni, rami lunghi, portamento eretto, grosse infiorescenze terminali, adatte ad essere recise per formare composizioni floreali;
- Eve Price, con foglie più minute e fitte, di colore verde lucido. Varietà di viburno con un’abbondante fruttificazione su rami fini e articolati;
- Compactum, cultivar dallo sviluppo contenuto, con fioritura e fruttificazione abbondante, fogliame di color verde lucido;
- Variegatum, dalle foglie variegate color panna e di media dimensione;
- Lucidum, con foglie lucide di grandi dimensione. È utilizzata in giardino per la formazione di siepi;
- Gwellian, cultivar meno diffusa delle precedenti, ma caratterizzata da un’abbondante fioritura rosata.
Le caratteristiche del Viburnus tinus
- Ha portamento arbustivo-cespuglioso.
- Nelle condizioni ottimali arriva a un’altezza massima di circa 4 m ed è sempreverde.
- In natura si presenta con una forma tondeggiante e allungata, fortemente ramificata.
- La corteccia è marrone-rossastra nelle giovani ramificazioni, più scura e tendente al bruno nei rami vecchi.
- Le foglie sono disposte in maniera opposta sui rami. Hanno consistenza coriacea, sorrette da un lungo picciolo. La forma è ovale-allungata, con lunghezza fino a 10 cm e larghezza da 1,5 a 7 cm. Il colore è verde scuro nella pagina superiore, più chiaro in quella inferiore, che presenta anche una leggera peluria.
- L’attività vegetativa è massima da novembre a giugno, mentre con il caldo estivo la pianta si ferma.
Fioritura
Il viburno ha una caratteristica e splendida fioritura. Nelle zone con un clima mite, le infiorescenze si formano in estate (fiori immaturi) e perdurano sulla pianta in diversi stadi di sviluppo e per lunghi periodi nell’anno. La fioritura inizia a fine novembre/dicembre, ma continua fino a marzo, prolungandosi fino a maggio/giugno nelle zone più fredde. Essendo in grado di fornire nutrimento alle api in diversi periodi dell’anno, il viburno è dunque una pianta d’interesse apistico.
I fiori sono ermafroditi, raggruppati in infiorescenze a forma di ombrello sulla parte terminale dei rami.
L’infiorescenza può avere un diametro di 10 cm. Il colore è bianco-rosato, con calice formato da 5 sepali corti e appuntiti. La corolla gamopetala ha 5-9 mm di diametro, ed è formata da 5 petali e 5 stami inseriti sul tubo corollino. L’ovario è infero.
L’impollinazione è prevalentemente entomofila.
Frutti
I frutti del viburno sono delle piccole drupe di forma ovale, lunghe dai 5 agli 8 mm. Hanno poca polpa, per questo sono gradite soprattutto agli uccelli, che contribuiscono alla disseminazione.
Il colore iniziae è verde, poi rossastro, infine blu elettrico a maturità completa.
Iniziano a formarsi in primavera, mentre la maturazione è tardiva, da novembre a gennaio. Le drupe cadono naturalmente dai rami solo a marzo dell’anno successivo alla loro formazione.
Cenni storici
In epoca romana il laurotino era molto apprezzato e diffuso come pianta ornamentale.
La testimonianza della coltivazione del viburno si trova, ad esempio, nell’affresco della Casa del Bracciale d’Oro a Pompei, dove la specie si distingue facilmente.
Dove si trova il viburno
Il viburno spontaneo è presente su tutto il territorio italiano, soprattutto nell’Appennino centro-meridionale. Si trova a un’altitudine compresa fra il livello del mare e gli 800 m.
Come habitat d’elezione gradisce le macchie mediterranee, i boschi sempreverdi mesofili, le zone non troppo aride.
Come coltivare il viburno
Il clima mediterraneo è ideale per coltivare il viburno. Tuttavia è una pianta rustica, in grado di resistere anche al gelo, che però può danneggiare la fioritura.
Le condizioni ottimali per la fase vegetativa sono quelle con temperature intorno ai 20 °C.
Perfette sono le condizioni termiche che il viburno trova in ambienti collinari.
Esposizione
Il viburno è una specie moderatamente eliofila. Le piante coltivate in giardino crescono bene anche in pieno campo, ma bisogna assisterle con l’irrigazione e comunque hanno un fogliame più chiaro.
La posizione ideale è quella in mezz’ombra, in quanto un forte ombreggiamento può ostacolare la fioritura e portare la pianta ad allungarsi troppo.
Terreno e concimazione
Il viburno riesce ad adattarsi bene anche ai suoli poveri. Per la coltivazione, i tipi di terreni migliori sono quelli freschi e ricchi in humus, con un ottimo drenaggio.
Se acquistiamo una pianta di viburno in vaso, il consiglio è darle un apporto di concime organico al momento della messa a dimora. Si può utilizzare del letame molto maturo o del compost domestico.
Irrigazione
Il viburno ha una resistenza alla siccità nella media. Come detto, se coltivato in pieno sole, ha bisogno d’acqua nel periodo estivo, quando le temperature superano i 35 °C.
Bisogna irrigare la pianta sempre nelle ore fresche della giornata.
Attenzione a non esagerare, i ristagni idrici possono dar luogo a malattie crittogamiche.
Propagazione da seme
Il viburno si può riprodurre da seme. La semina si può fare in autunno, addirittura all’aperto, poiché i semi non hanno difficoltà a germogliare a basse temperature.
La semina primaverile per avere successo ha bisogno dell’utilizzo di semi vernalizzati, dunque attenzione al prodotto che acquistate.
Ci sono poi varietà di viburno che allorché seminate in autunno germineranno in primavera.
Riproduzione per talea
Altra tecnica di riproduzione del viburno è la talea, che su questa specie si può praticare in diversi periodi dell’anno. I migliori sono la tarda primavera e l’estate, quando la pianta non è in fioritura.
Dalla pianta madre si prelevano talee vegetative nella parte apicale, di consistenza semi-legnosa. La percentuale di radicazione del viburno per talea supera il 50% senza l’utilizzo di ormoni radicanti. Raggiunge invece il 70-80% con questi particolari trattamenti.
La radicazione della talea va fatta possibilmente in una zona ombreggiata nelle prime fasi, con protezione dal caldo. Successivamente, le piante vanno poste in una struttura protetta dai rigori invernali.
Va bene anche una serra fredda da balcone come queste.
La pianta poi si mette a dimora nella primavera successiva.
La riproduzione per talea vi dà la possibilità di “rubare” qualche particolare varietà di viburno da un vostro vicino.
L’alternativa è sempre quella di acquistare una pianta già formata in vaso da un vivaista di fiducia.
Potatura del viburno
Il viburno si pota a fine fioritura, recidendo le parti terminali che portavano i fiori. La pianta è in grado di ricacciare molto rapidamente dalle gemme situate subito sotto il taglio, sviluppando nuovi rami che, in estate, presenteranno l’infiorescenza terminale.
Potando in ritardo, cioè in estate o in autunno, la pianta ha un buon ricaccio di nuove ramificazione. Difficilmente però andrà a fiore, dunque attenzione.
Parassiti e malattie
Il viburno nelle giuste condizioni di coltivazione non soffre di particolari attacchi di parassiti e malattie. Ad ogni modo, è bene prestare attenzione a diverse specie di insetti di malattie.
Parassiti
- metcalfa pruinosa, che può dar luogo, in tarda estate, alla formazione di melata e fumaggine;
- tripidi, che possono danneggiare in primavera le foglie e i fiori;
- oziorrinco, in grado di provocare gravi erosioni fogliari;
- pyrrhalta viburni, parassita specifico noto anche come crisomelia dei viburni, con danni simili a quelli dell’oziorrinco;
- afidi, presenti soprattutto in primavera con danni a carico della vegetazione;
- cocciniglia;
- ragnetto rosso, che provoca danni alle foglie (argentatura) in piena estate.
Malattie
- funghi del colletto e delle radici provocati dal ristagno idrico (Verticillium dahliae, Cylindrocarpon sp. Phytophthora sp.);
- funghi che colpiscono la parte aerea, provocando disseccamento e caduta precoce delle foglie (Ascochyta tini, Cercospora tinea, Gloeosporium tini, Phyllosticta viburni, Septoria viburni);
- mal bianco del viburno (Microsphaera viburni);
- botrite (Botrytis cinerea), malattia fungina attiva su foglie e infiorescenze, che può colpire piante in condizioni e ambienti con umidità elevata.
Come usare il viburno
Ad oggi il maggior uso del viburno è quello ornamentale. Nelle sue diverse specie e varietà alimenta bene il mercato florovivaistico.
Usi in giardino
È una pianta che viene usata in giardino nei seguenti modi:
- crescita libera a formare dei bei cespugli;
- ad alberello con portamento arbustivo;
- per la realizzazione di siepi (formali e libere).
Altri usi
Il viburno può avere una certa importanza anche a livello forestale, avendo un ottimo valore paesaggistico. Potrebbe essere impiegata per recuperare terreni marginali in zone non troppo aride.
È importante per le api, è una specie mellifera abbondantemente bottinata da questi insetti, che vi trovano polline e nettare.
Anticamente il viburno era impiegato a scopi medicinali, essendo ricco di principi attivi con proprietà spasmolitiche e sedative.
Con un decotto di foglie e fiori di viburno si può dare sollievo all’asma e curare il catarro bronchiale.
I frutti sono poco utilizzati, in quanto fortemente purgativi.
In artigianato il legno della pianta adulta è impiegato per piccoli lavori di intarsio.