Indice dei contenuti
La Pachira aquatica è una pianta appartenente alla famiglia delle Malvaceae, la più famosa e coltivata del genere Pachira, che si compone di circa 50 specie. È di origine esotica, essendo nativa dell’America centrale e meridionale, dal sud del Messico alla Bolivia e al Brasile settentrionale. Fu descritta per la prima volta da Aublet nel 1775, nella Guyana francese, da cui prende il nome pachira, parola tipica del luogo. Il termine aquatica fa invece riferimento all’habitat naturale di crescita della pianta. In natura è un grande albero che produce molti frutti. In Occidente si è diffusa come pianta ornamentale da interno, coltivata per la bellezza del fogliame e l’eleganza del portamento. È molto amata nella particolare versione con i fusti intrecciati, che leggenda vuole accolgano la fortuna, portando quindi ingenti ricchezze al suo proprietario. I suoi nomi comuni: castagno della Guyana, castagno del Malabar e pianta dei soldi.
In quest’articolo descriviamo le caratteristiche botaniche della pianta nel suo habitat naturale e vediamo come possiamo curare al meglio la nostra pachira in ambiente domestico.
Descrizione botanica
La Pachira aquatica è un albero sempreverde alto 25 m e oltre, con portamento diverso a seconda di come viene curata. Allo stato selvatico produce numerosi fusti, dando vita a formazioni con ramificazioni espanse che a volte finiscono addirittura nell’acqua. Coltivata ad albero, con un tronco unico, s’ingrossa progressivamente espandendo i rami, ma in maniera armoniosa e compatta. Dove il clima lo consente è coltivata nei parchi come albero ornamentale.
Il tronco, che può arrivare al diametro di quasi un metro, ha la corteccia liscia, con colore che cambia da verdastro da giovane, a grigio-bruno.
Ovviamente, nella coltivazione in vaso la Pachira aquatica non raggiunge queste dimensioni, ma rimane più compatta, con i rami che formano un bel cespuglio di foglie.
Foglie
Le foglie della Pachira aquatica sono di tipo palmato, di grandi dimensioni e portate da un lungo picciolo. Sono formate da 5-9 foglioline di forma ellittica, lunghe dai 2 ai 15 cm. I margini sono interi o leggermente ricurvi, la consistenza è coriacea nelle foglie adulte, il colore verde lucido sopra, opaco sotto.
Si formano da ramificazioni più esili all’apice dei fusti principali, sono numerose e ricadenti, amano e cercano la luce.
Fiori
I fiori della Pachira aquatica sono veramente unici, tra i più grandi in natura, sono infatti lunghi dai 17 ai 35 cm. Nascono solitari o in gruppi di 2-3 all’estremità dei ramoscelli e sono di tipo ermafrodito.
Appaiono come dei ciuffi di filamenti giallo-rossastri, inseriti in un lungo tubo terminante con dei petali gialli incurvati.
Purtroppo coltivando la pachira alle nostre latitudini, difficilmente potremmo ammirare la sua splendida fioritura.
Frutti
Il frutto della pachira è una grossa capsula legnosa, molto simile al seme del cacao, di forma subglobosa, composta da 5 valve. All’interno, avvolti da un veltro protettivo, ci sono dai 18 ai 27 semi, di circa 2-3 cm di diametro e forma angolare.
Le castagne del Malabar sono commestibili, di solito destinate al bestiame, ma anche usate tradizionalmente nella medicina popolare, come rimedio naturale per l’influenza.
Habitat naturale della Pachira aquatica
Nel suo areale nativo, la Pachira aquatica cresce nelle zone umide d’acqua dolce e nelle foreste allagate stagionalmente, lungo le sponde dei fiumi, le rive dei laghi e ai margini di mangrovie e boschi, sempre su terreno umido. Tuttavia questo non vuol dire che nella coltivazione domestica, alle nostre latitudini, possiamo trattare la pachira come una vera e propria pianta acquatica. Dovremo avere maggiore riguardo nei suoi confronti, con poche e semplice cure, vediamole.
Come coltivare la pachira aquatica
Come pianta ornamentale, di solito, la Pachira aquatica si trova in vendita con i fusti intrecciati. Ovviamente la pianta non nasce così, ma si crea in vivaio piantando più fusti in un unico vaso, forzando poi l’intreccio iniziale. I fusti sopportano molto bene questo tipo di torsione e si accrescono progressivamente, ma andranno accompagnate e guidate con una legatura terminale durante la sua coltivazione.
Clima ideale per la coltivazione
La temperatura è il più grosso limite alla coltivazione in giardino della Pachira aquatica. Riesce a tollerare temperature intorno ai 10-12 °C, ma non meno, quindi in inverno deve essere riparata all’interno, a meno che non viviate in una zona molto mite al livello del mare.
Per questo solitamente si coltiva in vaso e in casa, dove trova un microclima ottimale per una buona crescita vegetativa. Se avete un giardino in primavera-estate può stare tranquillamente all’esterno, purché si eviti il sole diretto nelle ore più calde della giornata, sarà quindi necessaria un’ombreggiatura.
Esposizione della pianta
In appartamento la Pachira aquatica richiede stanze molto luminose. In estate bisogna avere cura ad evitare i raggi diretti del sole, ma in inverno la luce potrà essere tranquillamente diretta e quindi la pianta spostata davanti ad una finestra.
Ci accorgiamo di un’esposizione solare eccessiva se notiamo la comparsa di macchie circolari secche sulle foglie. In questo caso conviene immediatamente spostare la pianta.
Terriccio e rinvaso
Per la pachira in vaso un buon mix di terriccio è composto da torba bionda di sfagno, con un 20% di materiale inerte tipo perlite, per garantire un buon drenaggio dell’acqua.
Sul fondo del vaso è consigliato usare dell’argilla espansa.
Attenzione al contenitore, la pianta non ha bisogno di molto spazio per stare bene. I rinvasi si effettuano ogni 1-2 anni, con contenitori più grandi di 1/3. Se però non volete che la pianta cresca troppo, rinviate più in là il momento del rinvaso.
Come irrigare la Pachira aquatica
Come detto, in natura la Pachira aquatica cresce in zone molte umide e in terreni bagnati, ciò non vuol dire però che in casa dovremo abbondare troppo con l’acqua. In primavera-estate regolate le bagnature osservando il terreno, questo deve essere sempre ben umido, anche nello strato superficiale, ma non zuppo. Evitate quindi ristagni nel sottovaso. Mediamente si potrà innaffiare una volta ogni due giorni, in quantità moderata. In autunno-inverno diminuite le bagnature, toccate i primi 2-3 cm del terreno e irrigate solo quando ben asciutto.
Nelle stagioni calde sono gradite le vaporizzazioni d’acqua, mentre la pulizia delle foglie si può fare con un panno di cotone umido.
Come concimare la Pachira aquatica
Durante la stagione vegetativa è consigliato concimare una volta al mese con del fertilizzante liquido bio per piante verdi. Sospendete la concimazione in inverno.
Come riprodurre la Pachira aquatica
Nella coltivazione domestica la Pachira aquatica si può riprodurre con la tecnica della talea, prelevando porzioni di ramificazioni terminali provviste di nodi. Per stimolare la radicazione si possono usare gli ormoni radicanti bio sullo stelo della talea. Come terriccio va bene il mix di torba e perlite.
Ci vorranno molte settimane per l’attecchimento della talea, mantenete il terriccio sempre umido, l’ambiente mite ed effettuate frequenti nebulizzazioni d’acqua nella parte aerea.
Altre tecnica di moltiplicazione agamica che si può fare con la pachira è la margotta.
Come potare la Pachira aquatica
Con la Pachira aquatica la potatura è limitata al taglio di qualche ramo o foglia secca, in modo da mantenere le pianta pulita e compatta nella chioma.
Alcuni intervengono con tagli di sfoltimento o per dare conformazioni particolari, ma la forma naturale di rami e foglie consente di intervenire al minimo indispensabile.
Quali parassiti attaccano la Pachira aquatica
Per quanto riguarda i parassiti la Pachira aquatica è suscettibile degli attacchi di afidi, cocciniglia e ragnetto rosso.
Le infestazioni di afidi sono più probabili in primavera e vanno eliminate ai primi segni utilizzando del pratico sapone molle di potassio.
Con la cocciniglia si può usare l’olio bianco minerale, oppure l’olio essenziale di arancio dolce.
Contro il ragnetto rosso, che di solito attacca in estate provocando una decolorazione e seccatura delle foglie, bisogna aumentare la frequenza delle nebulizzazioni. L’umidità ambientale infatti impedisce la proliferazione dell’acaro.
Questa pianta è Pet friendly?
La Pachira aquatica è una pianta amica degli animali, infatti non è tossica in nessuna delle sue parti. un pensiero in meno per i nostri amici a 4 zampe.
Proprietà e benefici
Secondo alcuni studi, l’olio estratto dai semi della Pachira aquatica non ha effetti collaterali o tossicità neanche con l’assunzione ripetuta. Per questo, è oggi oggetto di studi per valutarne il potenziale delle proprietà farmacologiche.