Indice dei contenuti
L’erba gatta (Nepeta cataria) è una pianta appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Questa sua appartenenza botanica ci suggerisce che si tratta, a ben vedere, di una pianta aromatica. Il termine cataria deriva dal greco katta=gatta, ma la pianta è anche conosciuta come gattaia o erba gattaria, in inglese catnip. La ragione di tutti questi riferimenti ai nostri amici a quattro zampe è molto semplice, i gatti infatti sono molto attratti da questa erba, in quanto contiene il terpenoide nepetalattone, il quale esercita una forte stimolazione nervosa sui felini. Ma quest’erba è altresì ricca di proprietà benefiche per l’uomo, che possono essere sfruttate nell’erboristeria domestica con facilità.
In quest’articolo, dunque, conosciamo meglio le caratteristiche botaniche della gattaria, le tecniche di coltivazione in giardino, e, infine, le proprietà e gli effetti sia sui gatti che sugli umani.
Nomi regionali dell’erba gatta
La gattaia è presente allo stato spontaneo in tutta Italia (di più nelle regioni centro-settentrionali) e viene spesso coltivata. A dimostrazione della sua diffusione locale, vediamo i nomi regionali più ricorrenti con cui la pianta è chiamata: mentastro in Liguria, menta cataria ed erba dij gat in Piemonte, erba gatela in Lombardia, erba che spuza in Veneto, erba gata in Emilia, erba gattaja e ortica pelosa in Toscana, menta selvatica nel Lazio, reddice pelosa in Abruzzo, menta dei gatti in Puglia, citruledda servaggia e sampadilia in Sicilia.
Caratteristiche botaniche della Nepeta cataria
La Nepeta cataria è una erbacea perenne con la forma biologica di emicriptofita scaposa, ossia una pianta perenne che sopravvive grazie alla presenza di gemme poste a livello del terreno. L’apparato radicale è formato da un piccolo rizoma e da radici secondarie. Dal rizoma nascono i fusti, eretti, con sezione quadrangolare, abbastanza ramificati, molto pelosi. Nel complesso, la pianta non supera i 15-20 cm di altezza, ma si espande molto intensamente a cuscino.
Foglie
Le foglie dell’erba gatta sono molto profumate e il loro odore ricorda la menta. Sono tutte dotate di picciolo, di colore verdastro nella pagina superiore, quasi bianche in quella inferiore per la presenza di uno strato sottile di peli. La forma è ovale, cuoriforme, con la base incavata e l’apice acuto, margine fogliare dentato. Le foglie lungo il fusto sono via via più piccole.
Fiori
I fiori della gattaria sono raggruppati all’ascella delle foglie superiori e formano una specie di spiga all’apice del fusto e dei rami laterali. Ogni fiore è munito alla base di due brattee sottili. Il calice è tubulare, leggermente slargato alla base e terminato da cinque denti sottili, di cui il superiore è più lungo degli altri. La corolla, anch’essa a tubo, è divisa alla fauce in due lobi. Il superiore è eretto e bifido. L’inferiore è a sua volta diviso in tre lobi, due laterali piccoli e uno mediano concavo e variamente ondulato al margine. Il colore dei fiori è bianco-rosato, a volte purpureo.
La fioritura avviene in tarda primavera e perdura per tutta l’estate, la pianta è regolarmente visitata dalle api.
Frutti
Il frutto della Nepeta cataria è formato da quattro acheni ovoidali, di colore bruno e con superficie liscia, racchiusi nel calice persistente.
Come coltivare l’erba gattaria in giardino
L’erba gatta è una pianta piuttosto rustica, affine a specie ad altre piante aromatiche quali: rosmarino, menta, timo, maggiorana, salvia, origano e melissa. Cresce spontaneamente anche in montagna, quindi non teme il freddo invernale in quanto entra in riposo vegetativo. Può essere quindi coltivata ovunque, sia in piena terra che in vaso.
Si consiglia un’esposizione soleggiata, al limite in mezzombra. Vi ricordiamo che la Nepeta cataria è una pianta perenne, per cui dedicatele un angolo del giardino dove non dia fastidio ad altre piante e possa crescere liberamente.
Si adatta bene a tutti i tipi di terreno, fatta eccezione per quelli troppo argillosi e compatti, che danno luogo a ristagno idrico. Non sono necessarie concimazioni di fondo troppo pesanti, al limite, se il terreno è molto povero, si può ammendare al suolo dell’humus di lombrico.
Semina dell’erba gatta
La gattaia si può coltivare partendo dal seme (che trovate in vendita nei negozi specializzati). La semina va fatta in primavera, non andando oltre il mese di maggio. Si può seminare direttamente nel terreno, con la tecnica a spaglio, interrando leggermente il seme, che poi andrà diradato al momento del germogliamento. Oppure la si semina in piccoli vasetti di 10-12 cm di diametro, allevando poi in vaso le piantine per i primi tempi, fino a che non siano cresciute almeno 10 cm. Per la semina in vaso si consiglia di utilizzare del terriccio universale mescolato a un 10% di sabbia fine.
Trapianto
Ancora più semplice è avviare la coltivazione dell’erba gatta trapiantando delle piantine acquistate in vivaio o cresciute nei nostri vasetti partendo dal seme. Per un ottimale sviluppo, si consiglia di lasciare almeno 30 cm di spazio tra una pianta e l’altra. Se invece si opta per la coltura in vaso, è opportuno scegliere contenitori larghi e profondi.
Suddivisione dei cespi
Ulteriore tecnica di moltiplicazione dell’erba gatta è la suddivisione dei cespi. L’operazione va fatta a inizio primavera, scalzando la pianta madre con la vanga. Dopodiché, districando a mano, si suddivide il rizoma in più parti. Avremo così nuove piantine che riprenderanno facilmente il ciclo vegetativo e che potremo mettere a dimora in vaso o direttamente nel terreno.
Irrigazione
L’irrigazione dell’erba gatta non è normalmente necessaria, essendo la pianta molto resistente alla siccità. Alle piantine messe a dimora in piena terra si consiglia comunque di dare un po’ d’acqua il primo anno, specie quando in estate le precipitazioni naturali sono scarse o assenti. Discorso diverso per le piante coltivate in vaso, le quali hanno bisogno di assistenza idrica più regolare.
Potatura
Più che di potatura, possiamo parlare di pulizia dell’erba gatta. A fine estate, quando la pianta è sfiorita, si possono accorciare gli steli a 5-10 cm dal terreno ed eliminare le foglie secche.
Parassiti
La Nepeta cataria è una specie immune agli attacchi dei parassiti, anzi, per il suo forte odore è un ottimo repellente per gli insetti, quindi perfetta da tenere in giardino per proteggere le altre piante da ospiti indesiderati.
Raccolta e conservazione dell’erba gatta
In erboristeria, per uso umano, le parti utili dell’erba gatta sono le sommità fiorite. Queste vanno raccolte in estate, recidendo la parte superiore della pianta. L’essiccazione si fa in strati sottili, in un luogo ombreggiato e areato. Una volta essiccate le sommità fiorite si conservano egregiamente in vasi di vetro.
Proprietà dell’erba gatta
I principali costituenti dell’erba gatta sono custoditi nel suo olio essenziale, il quale contiene: nepetalattone ed epinepetalettone (terpenoidi), mentolo, timolo, canfora, pulegone, carvacrolo. Oltre a queste sostanze volatili, contenute nell’olio essenziale nella gattaria troviamo: flavonoidi, tannini e saponine. Da questi principi attivi derivano le seguenti proprietà benefiche: aromatizzanti, aperitive, digestive, antispasmodiche, sedative, sudorifere, antisettiche.
Indicazioni ad uso umano
La cataria è una pianta aromatica e officinale a tutto tondo. Come accennato è valida sia ad uso umano che per i gatti, anche se con effetti diversi.
Per uso umano, la Nepeta cataria è rinomata per le sue virtù sedative, capaci di risolvere i problemi legati all’insonnia e all’eccitazione nervosa. L’azione sedativa e antispasmodica è inoltre sfruttata per sedare i crampi allo stomaco e all’intestino, per regolare la fase mestruale e calmare la tensione e la fase dolorosa che talvolta l’accompagnano.
In virtù del suo contenuto in olio essenziale vengono attribuite alla cataria proprietà anticatarrali e blandamente antisettiche delle vie respiratorie per uso interno, e capacità di stimolare la circolazione cutanea e di disinfettare la pelle ad uso esterno.
Tradizione popolare
La tradizione popolare afferma, infine, che le foglie fresche di cataria masticata facciano passare il mal di denti, e questo potrebbe essere spiegato con l’azione fortemente vasocostrittrice del mentolo e dei suoi omologhi che sono effettivamente presenti nella sommità fiorite e nelle foglie.
In casa, è semplice preparare un infuso con l’erba gatta raccolta in giardino ed essiccata. Basta infatti usare 2 g in 100 ml d’acqua per le preparazioni ad uso interno, e 6 g per quelle ad uso esterno.
L’erba gatta e i nostri amici a 4 zampe
Ma vediamo ora il motivo per cui l’erba gatta è famosa. Come detto, nell’olio essenziale è contenuto il nepetalattone, un terpene con note odorose analoghe a quelle dei feromoni dei gatti. Sui felini questa interazione ha effetti stimolanti del sistema nervoso. Quasi tutti i gatti sono attratti dalla pianta, anche se vi possono essere reazioni più o meno vistose, con gli individui giovani che sono più sensibili.
Di solito il gatto inizia ad annusare le foglie della pianta, poi vi si struscia e fa le fusa, ci gioca, la lecca e la mordicchia. Il gatto sembra appagato e interessato, può rotolarsi a terra o fare le fusa, correre e giocare, miagolare, in pratica manifestare una reazione attiva e positiva, quasi eccitata. Questi effetti durano in media 10-15 minuti dal contatto con la pianta, dopodiché l’animale perde interesse. È facile che dopo qualche ora vi faccia ritorno.
L’erba gatta crea dipendenza?
Non sono stati segnalati particolari effetti collaterali nel contatto prolungato del gatto con la Nepeta cataria. Tuttavia, se l’animale la mangia spesso, può andare incontro ad assuefazione e non manifestare nessun comportamento attivo.
L’industria dei giochi sfrutta questa attrazione dei felini per l’erba gatta per i classici giochini, usando l’aroma della pianta per creare interesse. In casa possiamo approfittare di questo meccanismo per far accettare al gatto un nuovo giaciglio e in generale per stimolare gli animali troppo pigri.
Confusioni con altre piante per gatti
La Nepeta cataria non è l’unica pianta soprannominata erba gatta. Un’altra molto comune è la Valeriana officinalis, mentre in commercio è facile imbattersi nella classica erba gatta filiforme. Botanicamente si tratta di graminacee (orzo, segale, grano, avena) fatte crescere fitte, in apposite zolle, ciotole o miscugli di semi, più propriamente si dovrebbe parlare di erba per gatti. I nostri felini mangiano queste erbe per aiutarsi nella digestione e assumere nutrienti benefici, ma questo non ha nulla a che vedere con gli effetti della vera erba gatta, oggetto del nostro articolo.