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Nell’articolo di oggi parliamo di come coltivare maggiorana, della struttura della pianta e delle sue proprietà. La maggiorana è una pianta aromatica molto apprezzata in cucina per il suo aroma delicato, ma anche in campo erboristico per le sue proprietà officinali. Originaria dell’Asia, è conosciuta anche con i sinonimi di maggiorana dolce e maggiorana dei giardini. Nel bacino del Mediterraneo si è diffusa col tempo e in condizioni climatiche favorevoli cresce spontanea.
Conosciamo quindi le sue caratteristiche botaniche di questa pianta, gli accorgimenti necessari per coltivarla nell’orto, gli usi in campo officinale.
Le caratteristiche botaniche della pianta di maggiorana
La maggiorana, nomi scientifici Majorana hortensis o Origanum majorana, è una pianta erbacea, che a seconda delle varietà e delle condizioni di coltivazione ha un ciclo annuale o perenne.
La famiglia botanica di appartenenza è quella delle Labiatae o Lamiaceae.
Si tratta di una pianta officinale molto simile all’origano e al timo, ma dall’aroma molto più delicato.
La pianta è una suffruticosa, cioè ha piccole dimensioni, massimo 50 cm, e ramificazioni erbacee, quasi lignificate, sin dalla base.
Radici, fusto e foglie
Le pianta di maggiorana ha radici di tipo fascicolato e molto esili.
I numerosi steli, invece, sono pubescenti, ossia ricoperti di una peluria densa e sottile, con sezione quadrangolare, molto ramificati.
Le foglie sugli steli sono in posizione opposta, di forma ovale o ellittica, molto piccole ed allungate, di dimensioni non superiori ai 35 mm, di color verde glauco.
Le foglie della pianta di maggiorana emanano un odore intenso, penetrante e delicato allo stesso tempo.
Fiori, frutti e semi

Fiori di maggiorana
I fiori di una pianta di maggiorana sono molto piccoli. Sono riuniti in racemi terminali dei rami secondari portati all’ascella delle foglie. La corolla è di colore bianco all’inizio della fioritura, poi in seguito tende al giallastro. La fioritura avviene nel periodo estivo, da giugno a settembre. L’impollinazione è di tipo entomogama, cioè avviene grazie all’azione di api e altri insetti impollinatori. Il frutto è un tetrachenio che contiene semi di piccolissime dimensioni, di forma sferica, consistenza liscia e colorazione marrone.
Mille piccoli semini pesano circa 0,25 gr, però conservano la capacità di conservarsi e germinare anche dopo 2-3 anni.
Varietà
E’ possibile coltivare maggiorana di diverse varietà. Tra quelle più diffuse negli orti ricordiamo:
- La maggiorana dolce o bianca. Ha consistenza erbacea, uno sviluppo ridotto e le foglie glauche per la fitta peluria di cui sono rivestite. E’ una pianta che viene tratta come annuale, in quanto, a meno di condizioni climatiche molto favorevoli, non resiste al gelo.
- La maggiorana comune o nera. E’ più vigorosa e rustica della specie precedente. Ha steli quasi lignificati e foglie vellutate di color verde-pallido. Resiste meglio al gelo e per questo motivo viene coltivata come perenne.
Come coltivare maggiorana
Clima
Per coltivare maggiorana serve un clima mite, poiché la pianta ama il sole. A seconda della varietà, nelle regioni del Sud Italia viene coltivata come perenne. Molto spesso la ritroviamo spontanea ai bordi dei campi.
Nelle regioni con clima temperato, invece, quest’erba aromatica viene di norma trattata come pianta annuale, in quanto soffre molto il gelo prolungato.
Periodo di semina, terreno e distanze
La semina della maggiorana si effettua a partire dall’inizio della primavera, quando le temperature sono stabili sopra i 15 °C. Come tecnica di semina si può usare un piccolo vasetto in plastica, da 10-12 cm di diametro, con terriccio soffice e leggero, sul quale vengono dispersi numerosi semi, interrati a pochi millimetri di profondità. In questo modo si ottiene un cespo vigoroso che, dopo circa 45 giorni verrà messo a dimora in modo definitivo. La riproduzione può avvenire anche in primavera per talea, come succede per il rosmarino, oppure per suddivisione dei cespi come nel caso della salvia officinalis.
Per la messa a dimora definitiva, bisogna scegliere un terreno sciolto e ben drenante, anche di natura calcarea, con una buona dotazione di sostanza organica, che si può ottenere con il compost domestico o l’humus di lombrico.
Le piantine si trapiantano in file distanti almeno 40 cm. Tra una pianta e l’altra serve uno spazio di 25-30 cm di distanza.
Cure colturali
Coltivare maggiorana richiede cure colturali abbastanza limitate, giacché la pianta è piuttosto rustica. L’irrigazione è necessaria solo al momento della semina e della formazione iniziale in vaso, subito dopo il trapianto, per aiutare l’attecchimento radicale, e nei periodi estivi più siccitosi, per favorire lo sviluppo vegetativo. Evitate quindi irrigazioni abbondanti e ristagni idrici.
La maggiorana in coltivazione domestica va preservata dallo sviluppo delle erbe infestanti. Se si vogliono evitare le operazioni di sarchiatura, basterà usare la pacciamatura naturale con paglia, da eseguirsi dopo il trapianto definitivo.
Difesa biologica antiparassitaria
Sono pochi gli insetti che creano problemi quando decidiamo di coltivare maggiorana. Tra questi ci sono gli stadi larvali del coleottero Chrysomela menthastri, le larve di lepidotteri minatori e i cicadellidi. In caso di attacco da parte di questi insetti si può intervenire con il bacillus thuringiensis var. kurstaki.
Raccolta ed essiccazione
In una coltivazione di maggiorana la raccolta si effettua quando la pianta è in fioritura. In genere, dunque, si parte dal mese di giugno, a seconda dell’epoca d’impianto. Per gli usi che a breve illustreremo si consiglia di recuperare rametti freschi, appena raccolti a fior di terra. Tuttavia, questi si possono anche essiccare in un luogo ombreggiato e ventilato, per essere conservati in seguito. La maggiorana essiccata si usa al bisogno, nel periodo invernale.
Proprietà della maggiorana
I costituenti principali della maggiorana sono custoditi nel suo olio essenziale, che si ottiene per estrazione in corrente di vapore.
L’olio essenziale di maggiorana è costituito da elementi quali: terpinene, 4-terpineolo, sabinene, linalolo, carvacrolo, cis-sabinene idrato (responsabile dell’aroma), linalil-acetato, ocimene, cadinene, geranil-acetato, citrale, estragolo, eugenolo, 3-carene.
Altri elementi presenti nella pianta sono i glicosidi flavonoidici, alcuni tannini,
proteine, vitamine A e C, sostanze minerali. Questi composti sono noti per avere funzione anti-infiammatorie e antibatteriche.
Viste le sue componenti, già nella tradizione della medicina popolare, la pianta di maggiorana veniva usata come antispasmodico, carminativo e digestivo. Ancora adesso le vengono attribuite proprietà calmanti, ed è quindi un rimedio naturale per gli stati d’ansia, l’insonnia e la cefalea di origine nervosa.
Utilizzi in cucina
L’uso principale per cui si decide di coltivare maggiorana è quello in campo culinario, sia con funzione aromatica, che digestiva.
In alcune cucine regionali, in particolar modo in Liguria e Toscana, si usa sostituirla all’origano, per aromatizzare i piatti più svariati, come ad esempio: minestre, frittate, ripieni, piatti a base di carne o pesce, contorni, salse, ecc.
Per preservare al meglio l’aroma, un consiglio degli chef è quello di aggiungere la maggiorana a cottura avvenuta.
Sempre in cucina, quest’erba aromatica viene usata per la preparazione di liquori digestivi. Dopo un procedimento di macerazione, si può utilizzare anche l’ olio di maggiorana aromatico.
Usi officinali
Come abbiamo già accennato, coltivare maggiorana è utile anche in campo officinale. In questo caso è l’olio essenziale a farla da padrone. Gli impieghi sono vari. Ad esempio, in caso di disturbi digestivi si possono usare 4-5 gocce di olio essenziale di maggiorana con un cucchiaio di miele per 3 volte a giorno. Se vogliamo invece sfruttare la sua funzione sul sistema nervoso, il dosaggio di olio essenziale aumenta ad 8-10 gocce da assumere sempre con il miele prima di andare a dormire.
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